martedì 30 marzo 2010

microgiornalismo

Oggi ho avuto la giornata libera dal lavoro, a sorpresa: ero a dieci minuti dal parco quando mi hanno chiamato dal chiosco per dirmi che potevo stare a casa, dato che il tempo si stava mettendo sul brutto. In realtà non ha poi piovuto, ma non mi sono lamentato perché una giornata libera per lo studio mi faceva decisamente comodo.

Sono così finalmente andato alla State Library in centro, dove ho potuto consultare i primissimi numeri de Il Globo, su microfilm. Che bello! E' stato davvero affascinante! Prima di tutto i microfilm sono decisamente comodi: le pagine del giornale vengono proiettate su una base ampia e quindi la lettura è facilitata, cosa da non trascurare vista l'impaginazione piuttosto caotica del tempo (tante colonne strette, attaccate le une alle altre). Inoltre ogni singolo numero si scorre molto velocemente, quindi si può consultare parecchio materiale in poco tempo. Particolare anche l'atmosfera della stanza dedicata alla lettura, con le luci soffuse e questi cabinoni con i rulli per il microfilm in alto (mi sembrava di essere tornato a proiettare, hehe), il piano di proiezione illuminato e la rotella laterale per far scorrere la pellicola.

A tutto questo si aggiunge il fascino di consultare giornali degli anni '60, con notizie politiche mondiali concentrate soprattutto sulla guerra fredda, ma anche sugli eventi, soprattutto tragici, che hanno colpito ad esempio l'Italia (tipo il Vajont) o il Cile (con titoli e immagini di un terremoto e maremoto che tristemente ricordavano molto quello appena avvenuto). Per ora ho coperto quattro anni, dal primo numero del '59 alla fine del '63. E' quindi morto Kennedy e gli americani ancora lottano con i russi cercando di raggiungere la Luna. Modugno non ha convinto gli spettatori a Melbourne, mentre la Pizzi si prepara per un tour molto atteso. Mi ha tristemente colpito il caso beffardo di una pubblicità a tutta pagina dell'Alitalia che esaltava il suo primo anno coi nuovi DC-8 a motore Rolls Royce che tanta soddisfazione e successo economico hanno portato, salvo poi trovare la notizia di un disastro aereo della nostra compagnia di bandiera nel numero successivo, proprio di un DC-8 partito dall'Australia e schiantatosi tentando un atterraggio a Bombay in pieno monsone (ma la colpa pare sia stata del controllo del traffico aereo indiano).

Fantastica poi questa notizia, trovata nella rubrica "Notizie dall'Italia" del primissimo numero:

PER UNA SCOMMESSA
beve un fiasco di vino

Modena, 29 ottobre
Per una scommessa di cinquecento lire tale Remo Miglioli di 45 anni, ha bevuto tutto d'un fiato un fiasco di vino facendosi poi ricoverare all'ospedale in gravi condizioni.

E da ridere anche titoli come questo: Un guappo assassinato in un duello a revolverate

Altri tempi...

Forse avrò il giorno libero anche domani, se così sarà tornerò negli anni sessanta per un'altra immersione giornalistica. Vorrei avere più tempo per leggere anche le notizie che non riguardano direttamente l'immigrazione, ma purtroppo i numeri da consultare sono tanti, quindi è meglio che mi concentri sugli editoriali.

Dopo aver visto e salutato i nipoti Tommy e Ginevra settimana scorsa, oggi ho avuto modo di vedere l'accoppiata Richi e Ludo! Ecco uno screenshot della movimentata telefonata! Bello pensare che tornerò presto dai miei nipotini.

sabato 27 marzo 2010

a day at the races

Ieri ho passato la giornata al circuito di Albert Park, per le prime prove del Gran Premio di Formula 1 e gli eventi di contorno. Come quasi tutti tra voi già sanno, sono appassionato di automobilismo da quando ero piccolo, ma finora non avevo mai visto una Formula 1 correre su un circuito. Vedere il Gran Premio di domenica sarebbe stato fantastico, ma non posso permettermi la spesa e, soprattutto, chiedere un'altra domenica libera dopo quella dello scorso weekend. Ma volevo almeno togliermi lo sfizio, visto che tra l'altro il circuito è veramente a due passi dalla città.

Che dire, è stato fantastico! Il mio biglietto mi consentiva l'accesso alla tribuna Schumacher, davanti all'entrata dei box tra le ultime due curve. Il posto non è male, le auto affrontano la penultima curva a bassa velocità (credo sia il punto più lento) per poi riaccelerare lungo l'ultimo curvone e lanciarsi verso il rettilineo del traguardo, quindi le si possono ammirare per bene. Inoltre un megaschermo dall'altro lato della pista permette di seguire gli eventi lungo tutto il circuito. Ho passato metà della giornata seduto in tribuna, e l'altra metà sull'erba ai lati del circuito, in punti diversi lungo le ultime quattro curve.

Devo dire che stare a pochi metri dalle Formula 1 regala emozioni impareggiabili! Certo, se non si ha uno schermo nelle vicinanze (cosa praticamente impossibile visto che stanno tutti di fronte alle tribune) non si può capire molto di quello che succede, ma tanto si è comunque frastornati dal rumore incredibile dei motori. Diciamo che per una giornata come il venerdì, quindi gran poco affollata, il bordo pista va bene perché ci si può mettere dove si vuole. Per il weekend invece, soprattutto la domenica, credo che la tribuna sia indispensabile, a meno che non si voglia arrivare al circuito di buon ora e occupare un buon posto per tutta la giornata. La tribuna permette di seguire meglio ciò che avviene in pista, ma dopo aver provato l'emozione di veder sfrecciare le Ferrari o Schumacher a tre o quattro metri di distanza, beh, ti fa sembrare di essere tornato a casa davanti alla tv!



Le gare di contorno erano interessanti. Prima c'è stata la prima prova del Campionato GT australiano (Porsche, Lamborghini Gallardo, qualche Viper, una splendida R8...), poi una dimostrazione storica con gioielli come una Lancia Stratos o una Ford GT 40.




Quello che però attendevo con più interesse era il campionato V8 Supercars, con top ten shootout a metà pomeriggio e gara a fine giornata. Bellissimo poter entrare liberamente nel paddock di questa serie, stando davanti ai garage e guardare i meccanici lavorare ed i piloti che parlano coi fan. C'era un tempo in cui anche la Formula 1 era così...



Di contorno ci sono state anche tre esibizioni aeree: le RAAF Roulettes (vedi video), la squadriglia acrobatica nazionale, due elicotteri Black Hawk ed un F/A 18 Hornet che ha concluso con un'accelerata a post bruciatori in verticale sparendo oltre le nuvole lasciando un buchino tipo fumetto!



Le due sessioni di Formula 1 sono state davvero emozionanti, ovviamente non per i contenuti, ma solo perché era la prima volta che sentivo e vedevo una monoposto su un circuito. Devo ammettere che, nonostante il cuore batta Ferrari, quando vedevo un bolide d'argento ed un casco rosso mi emozionavo ogni volta! Credo sia normale quando si sa che alla guida di quella vettura c'è un sette volte campione del mondo. Potrei parlare per ore di questa esperienza senza riuscire a trasmettervi un decimo di quello che ho provato, perché sono tutte sensazioni, di vista, di udito, ma anche di olfatto. La sensazione di esserci è incredibile: guardi lo schermo davanti a te e segui il giro del pilota, poi sposti lo sguardo e lo vedi dall'altra parte del lago, nella sezione veloce del circuito e lì ti sale l'emozione! Per un attimo ti era sembrato di guardare la tv come al solito, invece dopo tre curve ecco la vettura che ti passa davanti e riaccelera verso il rettilineo finale! Bello poi essere circondato da altri appassionati che, come te, esclamano un "ooh!" ad ogni controllo al limite che vedono. Insomma, un'esperienza unica se, ovviamente, si ha questa passione. Abito a 50 km da Monza e dovevo venire fino in Australia per vedere le mie prime Formula 1!



Se siete interessati, qui c'è una galleria di foto della giornata. Purtroppo con la mia macchina fotografica fare foto decenti alle auto in corsa era quasi impossibile. Ho quindi optato per brevi filmati in HD da cui poi ho preso degli screenshot. Beh, non sono il massimo, ma di più non potevo fare!

mercoledì 24 marzo 2010

studley park boathouse kiosk

Ecco qualche foto del mio posto di lavoro, trampolino di lancio per la mia carriera di scaldatore di cibo.

Questa la struttura vista da fuori, col ristorante al piano superiore. Il chiosco è diviso in tre parti: la prima è occupata dalla macchina per fare caffè e varie bevande calde e dalla zona ritiro di queste, nella parte centrale ci sono le due casse ed il frigorifero/espositore del cibo, nell'ultima invece l'area di lavoro per la preparazione del cibo e la zona per il suo ritiro.

Qui la zona cibo in primo piano, con Chay che se la ride davanti al forno; alla destra del forno c'è la friggitrice, nascosti il tostapane e i due microonde.

Visione d'insieme all'entrata, con Rebecca che distoglie lo sguardo per non essere fotografata (troppo tardi). Dietro di lei c'è qualche scaffale che si usa per mettere borse e vestiti e, più indietro, l'area pulizia piatti, con la lavastoviglie professionale.

Primo piano all'espositore del cibo con, nell'ordine da sinistra a destra: pie, sausage o spinach roll (nascosti), frittata (che è una torta alle verdure), beef o chicken focaccia (che è un panino), ham tomato and cheese toasty e croissant, egg and bacon muffin e vegetable muffin, una cosa dolce che non ricordo come si chiama e i muffin dolci con la frutta. Il ripiano superiore è occupato da torte varie, che cambiano di giorno in giorno.

La mia zona lavoro; anche se ogni tanto faccio altre cose, tipo il noleggio barche, la maggior parte del tempo la passo qui. I piatti al centro sono quelli che si usano nel forno (e con cui mi sono marchiato a fuoco il secondo giorno di lavoro), più a destra si vede l'olio spray (.....) che usiamo per non far attaccare il cibo ai piatti mentre li scaldiamo. Nell'angolo in alto a destra si intravede la macchinetta che stampa i "docket", gli ordini che noi poi mettiamo in fila appendendoli alla barra il alto al centro della foto (in questo momento vuota, visto che non c'era molta gente in giro).

Questo è il molo con le barche a remi (metà erano state prese da una scolaresca, di solito è più affollato). Scatterò qualche altra foto più avanti, intanto almeno vi siete fatti un'idea di dove passo le giornate e mi guadagno il pane.

martedì 23 marzo 2010

grasso mannheimer

No, non voglio insinuare che uno dei maggiori esperti di studi sull'opinione pubblica italiana sia sovrappeso, semplicemente Mannheimer ha condiviso la scena con Aldo Grasso nella dodicesima puntata di Mentana Condicio. Volevo solamente consigliarne la visione perché entrambi gli invitati, guidati dagli spunti e dalle domande di Mentana, hanno dato delle risposte chiare e, a mio parere, valide riguardo lo stato della televisione e della politita italiane oggigiorno.

Unico aspetto che non sono sicuro di condividere è l'opinione di Grasso sull'interminabile polemica riguardo il livello culturale della televisione italiana e quello della popolazione: gli italiani hanno la tv che si meritano o è la televisione di oggi che ha reso gli italiani così superficiali e disinteressati? Grasso è più per la prima, io invece non sottovaluterei l'influenza della seconda. Ma al di là di questo dettaglio, fatevi un favore e ascoltate le parole (per meno di quaranta minuti) di questi giornalisti, che male non fanno.

lunedì 22 marzo 2010

la vecchia visita a sorpresa

Weekend alternativo quello appena passato, l'ho infatti trascorso sulla costa ovest, a Perth! Un mese fa mi ha scritto Leela chiedendomi se sarei riuscito ad andare da loro per fare una sorpresa a Sergio, che il 21 ha compiuto trent'anni. Lei avrebbe organizzato e pagato il tutto, era quindi solo richiesta la mia disponibilità. Allora il lavoro non l'avevo ancora trovato e all'inizio ero titubante, perché non mi sembrava il massimo propormi ad un datore di lavoro chiedendo già di avere un weekend libero. L'idea però era davvero bella, inoltre il compleanno era di quelli importanti ed essere presente sarebbe stato davvero bello; in pratica, sarebbe stato un regalo anche per me, avendo tutto pagato e potendo rivedere Sergio e la sua famiglia prima di tornare in Italia. E così ho accettato.

Sono partito da Melbourne alle sei e mezzo di sabato mattina, dopo una bella serata italiana con Laura e Giovanni (pizza e gelato, entrambi proprio buoni) e poco più di due ore di sonno. Il viaggio di andata è trascorso bene, ero un po' in stato comatoso, ma avvicinandomi a Perth l'emozione saliva e questo mi ha tenuto sveglio. Bellissimo rivedere Leela e da ridere scoprire che Sergio ed i suoi genitori (che sono stati da lui per quasi un mese e ripartiranno per l'Italia domani) erano a Rottnest Island e che avrei dovuto raggiungerli, cercando di trovarli! Rottnest è un isola che si trova a pochi km ad ovest dalla costa rispetto a Perth, famosa per le splendide spiagge e per la numerosa popolazione di quokka (detti anche "canguri paralètec", nome scientifico dato dal padre di Sergio), dei piccoli marsupiali che si possono trovare quasi esclusivamente qui. Durante la mia permanenza in Western Australia non l'avevo visitata, quindi sono stato felicissimo di sapere che avrei avuto la possibilità di andarci. E così, dopo una pausa veloce a casa, eccomi su una nave diretto a Rottnest.

Il viaggio in barca è stato più movimentato di quello che pensassi, ma nonostante avessi anche alle spalle la turbolenza del volo, non ne ho affatto risentito. Inoltre l'emozione cresceva ancora, mi veniva persino da ridere cercando di immaginare la reazione di Sergio. Purtroppo la fortuna non è stata dalla mia parte, visto che il cellulare del padre di Sergio, che attendeva una mia chiamata e che era al corrente del mio arrivo, non aveva campo ed era quindi irraggiungibile, inoltre dopo dieci minuti di pedalate (sull'isola si può girare solo in bici) ho persino forato! Arrivata la bici di ricambio ho ripreso il mio giro piuttosto disperato: senza contatto telefonico, potevo solo sperare di incrociarli per caso, ma le probabilità erano piuttosto ridotte.

Nel frattempo mi sono goduto il posto davvero splendido, con dolci colline, spiagge bianche e acque trasparenti, ma soprattutto simpatici quokka che saltellavano tra i bush, ma anche vicino ai turisti.

Dopo un'oretta il cellulare ha finalmente cominciato a squillare, purtroppo però a rispondere è stato Sergio. Dopo un po' di titubanza ho deciso che era meglio stabilire un contatto rinunciando a presentarmi di sorpresa di persona, visto che probabilmente non li avrei incontrati prima del traghetto delle 16:30, che sapevo che avrebbero preso. E così, dopo lo stupore e le risate, mi sono fatto dire dov'erano e li ho raggiunti. Davvero una curiosa sensazione rivedere non solo Sergio, ma anche i suoi genitori qui in Australia! Spostarmi in macchina verso Melbourne mi aveva dato modo di metabolizzare il viaggio, osservando il paesaggio con calma e facendo varie tappe. Invece viaggiare da una città all'altra in solo quattro ore fa rimanere spaesati, quasi stupiti di essere dall'altra parte del continente.

Lasciati i genitori di Sergio sulla spiaggia, ho fatto un mezzo giro dell'isola con lui, pucciando poi i piedi nell'acqua fresca, in una giornata perfetta, con cielo blu e caldo non opprimente.

Dopo la notte breve di venerdì, il volo, la nave, la pedalata, le emozioni e le risate, ho riconquistato il letto dopo quasi 24 ore, stanco ma contento. La domenica si è festeggiato Sergio con un bel pranzo, passando poi il pomeriggio con amici. Un'altra notte breve e un altro volo alle sei del mattino, questa volta per tornare a casa, all'ormai familiare Melbourne ed al mio appartamento, in tempo per mangiare qualcosa, farmi una mezzora di riposo e andare alla terza lezione di percussioni africane.

Mi spiace che il prossimo lunedì sarà l'ultimo di questo corso, abbiamo fatto davvero tanto in sole tre lezioni. L'oge, il ritmo che abbiamo studiato di più, ormai lo gestiamo bene e stiamo imparando i break, quelle rifiniture, quei passaggi che arricchiscono il ritmo. I corsi in realtà continuano dopo la pausa di Pasqua, ma io mi fermo qui visto che per continuare sarebbe necessario comprarsi il proprio djembe e per me è una cosa poco praticabile dovendo tornare tra breve. Cercherò qualche corso a Bergamo al mio ritorno, facendo tesoro di questa bella esperienza australiana. Qualche giorno fa riflettevo su come queste musiche tradizionali africane evidenzino una differenza sostanziale nel modello di società rispetto all'occidente: la loro musica è sociale, è suonata in gruppo durante i rituali o le feste, in un gruppo in cui molti suonano la stessa parte, in cui quindi il singolo è sì importante, ma è comunque una parte di un tutto. Kanchana ci raccontava stasera della sua esperienza in Ghana con Ray, dov'è andato per approfondire i suoi studi. Dopo qualche giorno sono stati iniziati dal capo della tribù del paese, in una grande festa dove centinaia di persone suonavano per strada accompagnandoli verso il capo, attraversando tranquillamente la strada e bloccando per questo il traffico, ma senza causare alcuna lamentela visto quanto è considerata importante da loro la musica e questo tipo di iniziazioni! Kanchana credeva che in Sri Lanka ci fosse un gran caos, ma dice di aver cambiato opinione dopo quell'esperienza!

E adesso si ritorna alla vita a Kew, domani riprendo col chiosco e coi soliti ritmi, ma arricchito dai ricordi di un weekend speciale, che quasi non sembra sia successo veramente da come è stato veloce! Ma le foto ci sono e provano che è successo davvero. Un grande grazie quindi a Leela che ha reso possibile tutto questo e grazie anche a Sergio, la cui amicizia resiste senza alcuna difficoltà agli assalti degli anni che passano e dei chilometri che ci separano.

giovedì 18 marzo 2010

il ritorno dell'elettore prodigo

In questi giorni di pseudo campagna elettorale per le elezioni regionali italiane sto cercando di seguire il dibattito politico e il susseguirsi degli eventi grazie ai siti dei quotidiani ed al talk show on-line di Mentana su Corriere.it. Un po' come il Chris in the Morning della serie Northern Exposure che per via del suo passato penale non può più votare e proprio per questo subisce il fascino del voto e della democrazia più degli altri e diventa l'elettore modello, anch'io in un certo senso sto cercando di sopperire alla mia impossibilità a partecipare alle elezioni regionali di fine mese facendo il pieno d'informazione.

Purtroppo leggere articoli di giornale e ascoltare qualche talk show non chiarisce molto le idee, anzi forse rende il tutto un po' più intricato e oscuro. Soprattutto se si cerca di capire cosa stia succedendo in RAI riguardo l'applicazione della par condicio, un groviglio grottesco di rimpalli che secondo me è peggio delle intercettazioni di Berlusconi. Intercettazioni che tra l'altro non fanno altro che fare il gioco di Berlusconi che come al solito può gridare al complotto delle toghe rosse e ricompattare il suo elettorato spostando l'attenzione dal caos liste di qualche settimana fa.

Quello che si può percepire senza troppa difficoltà è la tanta ipocrisia che permea la politica, a destra come a sinistra. Si è sentito tanto stupore per cose che erano già alla luce del sole. Inoltre secondo me è quasi offensivo che si pensi sempre che un telespettatore o un lettore non sappia già o non sia capace di capire se ci sia faziosità o meno.

Ho molto apprezzato il post di Rumenta "la fiera delle ovvietà" sulle elezioni. Condivido in pieno il risentimento verso chi non si informa, forse perché mi brucia il fatto di aver fatto parte del gruppo in questione per tanto tempo. Non è facile a mio parere avvicinarsi alla politica, non a quella italiana contemporanea per lo meno. Si deve andare oltre tutto il baccano di superficie e cercare di capire cosa si stia facendo realmente e cosa si proponga di alternativo. Ben vengano quindi i link che Rumenta riporta e che io mi permetto di riproporvi: openpolis e openparlamento, per saperne di più sui politici e su cosa si stia discutendo in Parlamento.

Una piccola osservazione, forse un po' banale: il direttore del Tg1 che dice che il suo riferimento è l'ascolto (vedi intervista a Mentana Condicio), che quello che conta principalmente è attrarre ascoltatori e quindi portare soldi, non è sbagliato? La RAI non offre un servizio pubblico? E allora che servizio è? Che utilità ha? Anche l'altro giorno leggevo da un articolo del Corriere.it la dichiarazione del direttore generale Masi che sosteneva che l'ostentato blocco ai talk show in RAI non stava facendo perdere alla rete nemmeno un euro, perché gli inserzionisti avevano accettato di spostare le pubblicità in altri spazi: beh, vantiamocene! E intanto la rete pubblica non fa praticamente informazione politica a due settimane dal voto.

lunedì 15 marzo 2010

quarantadue

Sono mezzo addormentato, ma mi andava di scrivere qualche riga e quindi eccomi qui. Ieri sera sono rimasto sveglio fino a tardi per vedere il primo Gran Premio della stagione 2010 di Formula 1. Stare sveglio non è stato affatto facile, purtroppo, visto che le nuove regole non hanno cambiato di molto la competizione. Certo c'è da dire che la pista non aiutava, a parte qualche bel rettilineo, e che qualche duello all'ultima staccata nelle retrovie si è visto. In ogni caso, a dieci giri dalla fine la mia attenzione ha subito un brusco aumento quando Vettel ha cominciato a rallentare, permettendo il sorpasso del duo Ferrari. Meglio di così la stagione non poteva iniziare!

Oggi ero ancora al chiosco, giornata piuttosto spenta dedicata a qualche pulizia ed alla preparazione delle scorte di cibo visto che i clienti sono stati proprio pochi. Anche con questo lavoro, com'era già per il cinema, mi ritrovo ad avere weekend piuttosto intensi e pieni e inizi settimana molto blandi: altro che triste lunedì, ieri sera ero proprio contento di essermi lasciato il weekend alle spalle! Otto ore sabato e altrettante domenica, con tanta gente visto che dopo qualche giorno di sole l'estate pare tornata: oggi 30° di temperatura massima.

Oggi invece ho staccato alle tre e domani ho il giorno libero, che dedicherò al volantinaggio prima ed allo studio poi. Invece questa sera sono finalmente tornato in città per la seconda lezione di african drumming. Ritrovato Kanchana e gli altri compagni di corso (anche se c'era qualche defezione, eravamo una decina), abbiamo ripreso coi ritmi della prima lezione aggiungendo nuove cose e aumentando le velocità: il risultato mi è proprio piaciuto, suonare tutti insieme con tre pattern diversi e Kanchana che fa il solista è stato proprio bello! Mi ha anche affascinato sentire racconti di musiche tradizionali con tamburi giganti usati solo per le cerimonie più importanti di re africani che hanno rischiato di andare perdute e vengono oggi studiate e recuperate; ore intere di basi percussive coi tamburoni (una buona dozzina) che si alternano in una sorta di dialogo.

Oggi ho concluso un libro che mi è davvero piaciuto tantissimo e che mi ha colpito per l'assurda genialità. Si tratta del famoso "Guida galattica per gli autostoppisti" di Douglas Adams. Mi è stato regalato appena prima della partenza per l'Australia (grazie Vale!). Anzi, in realtà mi era stato espressamente richiesto di leggerlo durante il viaggio, ma sull'aereo, vista la scomodità, la tensione e la stanchezza, non ero andato oltre le prime pagine. Dopo quella prima lettura, ho erroneamente creduto che il libro fosse semplicemente demenziale, invece ho ora scoperto che Adams s'è spinto molto oltre! Nato inizialmente come programma radiofonico e, si dice, scritto puntata dopo puntata, è successivamente diventato un libro e poi, di recente, anche un film. La storia dei personaggi del primo volume continua poi in altri quattro libri, formando quella che viene definita una "trilogia" di cinque volumi. Non stupisce scoprire che Adams abbia collaborato coi Monty Python, addirittura scrivendo insieme a loro qualche sketch, onore che condivide con una sola altra persona. Leggo da Wiki che era un fan della Apple, addirittura pare il primo a comprare un Mac nel Regno Unito... In ogni caso era un grande fan della tecnologia, cosa che si capisce chiaramente leggendo la sua "Guida galattica", che non sembra affatto un libro scritto nel '79, visto quanto risulta essere moderno e all'avanguardia quando immagina tecnologie come, ad esempio, gli schermi touchscreen. Certe trovate poi sono semplicemente indescrivibili, come l'astronave a propulsione d'improbabilità! Ora voglio leggere gli altri libri della "trilogia"!

venerdì 12 marzo 2010

mentanone condicio

Dopo un anno passato dietro le quinte, torna in scena Enrico Mentana, ma questa volta lo fa sul web e non in televisione. Non ho ben capito cosa sia successo in questi ultimi giorni, fatto sta che sono stati aboliti i talk show in tv per via della par condicio. Sinceramente dovrò approfondire perché da quel che ricordo questa norma non è nuova e ad ogni campagna elettorale, in maniera più o meno rigorosa, si era riusciti a farla rispettare. Ma visto che, in maniera alquanto grottesca, questa volta non ci saranno politici in televisione, Mentana ed il Corriere della Sera hanno deciso di approfittare della situazione e di creare uno spazio on-line dedicato al confronto politico.

Ho appena visto la prima puntanta, l'incontro/scontro tra Ignazio La Russa ed Enrico Letta. Vi vorrei girare il link, casomai foste interessati. A me Mentana tutto sommato piace e quindi sono contento di vederlo di nuovo in attività. Credo che gli appuntamenti, di qui alle elezioni, saranno quotidiani. In studio, per questa prima puntata, erano presenti anche i giornalisti Gian Antonio Stella e Sergio Rizzo (entrambi del Corriere, insieme hanno scritto l'ormai famoso "La Casta"). Non conosco molto Rizzo, devo dire che in questa situazione mi è piaciuto, anche se avrei preferito che i giornalisti avessero un poco più di spazio, cosa non facile in una sola ora di tempo.

Buona visione e, in ogni caso, buon voto!

giovedì 11 marzo 2010

grandi amici

Concedetemi una piccola parentesi giornalistico politica. Ho appena letto delle scuse di Netanyahu a Biden dopo l'annuncio della costruzione di 1600 nuove abitazione a Gerusalemme est, coinciso con la visita del vicepresidente degli Stati Uniti in Israele.

Per una volta (qui la notizia) gli Stati Uniti hanno fatto la voce grossa dichiarando chiaramente che questa mossa israeliana avrebbe minato la ripresa dei colloqui di pace e che era quindi inaccettabile. Dopo anni di stallo, l'elezione di Obama ha fatto sperare in una nuova politica mediorientale degli USA e questa critica così netta sembrava proprio andare in questa direzione.

Resto però sconcertato di fronte alla risposta di Netanyahu, che chiede scusa affermando che la costruzione, "avverrà probabilmente fra alcuni anni" e che recentemente si è solo ottenuta una serie di premessi al riguardo. L'annuncio non si sarebbe dovuto fare proprio durante la visita di Biden. Precisamente il ministro dell'Interno Yishai ha dichiarato che se avesse saputo di questo imminente annuncio, l'avrebbe fatto rinviare di una o due settimane per non "provocare nessuno".

E ancora più sconcertato mi lascia la reazione di Biden: "Gli Stati Uniti non hanno migliore amico di Israele." Ma come, prima si critica la costruzione di nuove case a Gerusalemme est e poi, saputo che questa avverrà solo tra qualche anno, ci si dichiara grandi amici come prima? Forse a Biden importa solo di far bella figura quando va in visita, poi che ognuno faccia quello che gli pare. E si che sembrava che Obama volesse davvero risolvere l'eterna crisi mediorientale.

Eppure è piuttosto chiaro: se si vuole davvero isolare l'Iran bisogna abbassare i toni e non stare al suo gioco, invece come al solito si sopportano i capricci di Israele. E come al solito pare non esserci una vera volontà di risolvere le cose.

domenica 7 marzo 2010

rainy

Se in Sud Africa splende il sole, qui invece piove senza tregua. Ieri poi c'è stato un bel temporale, che qui a Kew non ha causato troppi danni, ma che in città ha intasato il traffico e creato parecchi disagi. E' caduta una bella grandine, addirittura si parla di peggior tempesta degli ultimi quarant'anni. Mi pareva esagerato, a me era parso allo stesso livello di un temporale orobico, niente di più, ma in effetti le foto dei quotidiani facevano effetto: auto con l'acqua ai finestrini, chicchi di grandine della dimensione di una pallina da tennis, auto ammaccate o addirittura con lunotti posteriori bucati... Insomma, una ventina di minuti di delirio!

Io però ero al calduccio della mia casa. Mi sono alzato di buon ora, ho fatto la doccia, preparato la colazione e, tra una fetta di pancarré e l'altra, ho ricevuto una telefonata dal lavoro: visto che aveva appena iniziato a piovere, non ero più necessario. Devo ammettere che non mi è dispiaciuto troppo, dall'altro ieri sono un po' raffreddato, quindi un giorno tranquillo a casa avrebbe fatto al caso. Confesso però che ogni buon proposito è andato a farsi benedire, visto che la giornata non è stata per nulla produttiva. Un po' ho riposato, un po' ho chiacchierato con gli amici tedeschi di Sujee che stavano giusto per ripartire, un po' ho letto... Tra una cosa e l'altra è arrivata sera. Va beh, l'ho preso come un giorno di meritato riposo dopo la settimana piena di lavoro.

Oggi invece al chiosco si è lavorato parecchio. Nel primo mattino il cielo era ancora scuro, poi si è schiarito giusto verso le 11 e questo ha portato parecchia gente al parco: sembra quasi che siano tutti all'entrata ad aspettare il sole! Appena vedi qualche raggio, arriva gente a ordinare cibo! Mah... Se faccio ancora un po' fatica a star dietro agli ordini quando se ne accumulano cinque o sei insieme, devo dire che è bello quando c'è molto da fare perché il tempo vola. Oggi poi ho incontrato ben tre italiani, quindi ho potuto chiacchierare un po' senza preoccuparmi dell'inglese, ogni tanto fa piacere. Ho anche visto un bell'opossum! Stavo sistemando le barche nel deposito, quando ho visto questo coso peloso (un poco più grande di un coniglio) che è corso a rintanarsi impaurito: peccato che il buco dove voleva entrare fosse piuttosto stretto, così per diversi secondi è rimasto col sedere di fuori, salvo poi riuscire a infilarsi completamente!

Domani è ancora un incognita, visto che tuttora sta piovendo e piuttosto bene. Attendo una chiamata per le 9, mi diranno se sono necessario o meno. In settimana poi dovrei continuare coi volantini: per ora sono a 4000, ma ho già un altro migliaio pronto nello zaino ed ho già ricevuto la card di 100 dollari per la spesa al supermercato! Ah, dimenticavo: domani qui è festa, la festa del lavoro. Tanto per fare i diversi, ogni stato ha la sua data: qui nel Victoria ed in Tasmania sarà domani, nel WA è stato lunedì scorso, negli altri stati addirittura in mesi diversi.

Il mio coinquilino Sujee stasera m'ha detto che presto verranno a trovarci i suoi genitori e che ha già detto a sua madre di prepararsi a cucinare ogni giorno! Mi aspetta una dieta cingalese full time! Non mi spiace affatto, penso che sia un'occasione che non capita spesso. Tra l'altro Sujee prima mi raccontava di Whitney Houston che da più di una settimana alloggia all'Hyatt hotel dove lui lavora: sembra che si scoli una birra dopo l'altra e sia sempre più ubriaca! Magari sfrutterò il mio coinquilino a fine mese, quando per il Gran Premio d'Australia penso che il suo hotel si riempia di piloti (come per l'Australian Open era pieno di tennisti)!

mercoledì 3 marzo 2010

pensieri notturni

Giornata piacevole quella di oggi, iniziata con un bel sole e una temperatura un poco più estiva (ho controllato, 27 di massima, direi perfetto). Le gambe non erano nemmeno così doloranti come temevo, inoltre visto che dovevo iniziare alle 11 alla Boathouse me la sono presa comoda piazzando la sveglia alle 9 e facendomi quindi una bella nottata di riposo. La camminata verso il lavoro me la sono proprio goduta, devo dire che non mi dispiace la mezzora a piedi da casa al parco, stamattina con Branduardi in cuffia.

Il lavoro è stato abbastanza vario: ho passato la giornata con Joe, inglese di Newcastle che ha appena iniziato il suo secondo anno in Australia, mi ha mostrato come gestire il noleggio delle barche e mi ha fatto compagnia nel preparare il cibo. Questa mattina un ragazzo a cui ho noleggiato una barca è tornato tutto contento, si è proposto alla fidanzata durante il giro lungo il fiume! Tra l'altro prima o poi proverò anch'io a farmi un giro, si possono usare anche canoe e kayak. E se ho capito bene per noi dipendenti è pure gratis, ma mi informerò meglio.

Stamattina ho anche ricevuto il marchio del fuoco: da bravo pirla invece del panno adatto ho preso una sorta di asciugamano per togliere un piatto dal forno e da bravo furbo la mia reazione non è stata quella di mollare tutto, ma di trovare un posto dove appoggiarlo! Non so perché, ma l'idea di rimetterlo subito nel forno non m'è venuta, forse perché ho istintivamente valutato che non sarei riuscito a mirare bene tra i vari ripiani, chissà. Joe dice che il prossimo passo sarà intasare il lavandino della zona pulizie, ci sono passati tutti. Farò del mio meglio! Consiglio: la vescica che si forma è meglio romperla o lasciarla?

Domani ancora Boathouse, dalle 11 in poi. Oggi sono rimasto fino a chiusura alle 17 e 30, credo sarà ancora così anche domani. Venerdì invece ho in programma i duemila volantini che mi separano dal buono da 100 paperdollari.

Stasera invece ho avuto ospiti, l'altra coppia di italiani, quella conosciuta in ostello: Simone e Francesca. Purtroppo il loro lavoro da camerieri si è rivelato un incubo, con la padrona del ristorante italiano che li tratta a pesci in faccia. Visto che anche con la casa è un po' un casino, hanno comprato un van e nel weekend partono per la Tasmania. Magari è un pensiero un po' stupido, però prima riflettevo su come possono essere diverse le esperienze di ognuno, anche quando si vive nella stessa città. Conosci persone poco affidabili, superiori sul lavoro che spadroneggiano ed il tuo ricordo del posto non potrà che essere negativo. Altri, come me, nonostante le difficoltà incontrano persone simpatiche e affidabili, trovano un lavoro con un'atmosfera serena e si ambientano bene. Mi spiace per loro, ennesima conferma di come sia meglio evitare i ristoranti italiani, ho sentito praticamente solo racconti di esperienze negative, almeno da parte di connazionali. In effetti però il mio capo è italiano... Ma magari coi chioschi è diverso.

martedì 2 marzo 2010

no junk mail!

Sdraiato a letto, tazza dissetante di tè caldo, in pigiama più felpa perché fa freschino (fuori ci sono 17 gradi), mi sa che l'estate è agli sgoccioli. Mi sto proprio godendo questo momento di relax, ma andiamo con ordine.

"Attento a ciò che desideri, potresti ottenerlo", diceva qualcuno. Ho scritto post su post lamentandomi di non avere lavoro ed ora mi ritrovo a dovermi giostrare con gli orari per riuscire a far tutto quello che mi viene richiesto! Finalmente ieri mi hanno chiamato per il volantinaggio, con una buona settimana di ritardo su quanto inizialmente preventivato. Inoltre tutti i 10 mila volantini sono da fare entro lunedì 8, giorno in cui parte l'offerta sponsorizzata dalla pubblicità. Al chiosco mi avevano garantito i due giorni del weekend, dalle 10 e 30 alle 18, lasciando in sospeso un probabile giorno durante la settimana; ieri mi hanno poi chiamato per lavorare domani e dopo dalle 11 fino a ora incerta, si decide in base a come procede la giornata.

Questo quindi significa che non potrò consegnare tutti i volantini come avrei voluto, ma va bene così, in fondo al chiosco prendo di più faticando meno. Proprio a proposito di fatica, avendo quindi qualche giorno disponibile per volantinare, c'ho dato dentro alla grande. Ieri ho avuto solo quattro ore di tempo, visto che poi avevo il corso di african drumming (ne parlo in seguito). In quelle ore ho consegnato 900 volantini, creandomi finalmente un riferimento visto che non avevo veramente idea di quanto tempo questo lavoro avrebbe impiegato.

Oggi gli ho dedicato tutto il giorno ed ora sono veramente stremato. Stamattina l'area in cui ho consegnato le pubblicità era veramente odiosa: una zona residenziale con singole case giganti e grandi prati, il che ha significato sgambettare per gran poco; vedendo che mi rimanevano ancora un sacco di volantini ho iniziato a consegnare pure di corsa, arrivando a racimolare 700 miseri volantini in quattro ore. Nel pomeriggio invece sono tornato nelle zone vicino a casa mia, con begli appartamenti e cassette della posta in gruppo: sei, otto, dieci, anche sedici! Quando le vedevo ero felice come un bambino! Ho finito alle 19 e 30 collezionando un 2100 volantini consegnati per tutta la giornata: soddisfatto, ma con qualche problema di deambulazione...

Ottimo esercizio per le gambe, comunque, ma soprattutto ottimo per le entrate economiche: non solo il gommista mi ha alzato la paga da 50 a 60 dollari ogni mille volantini consegnati, ma m'ha anche detto che se riesco a consegnarne almeno 5000 mi regala una card con 100 dollari da spendere in vari posti, tra cui il mio supermercato! Contando che non faccio mai grandi spese e, la volta che ho speso tanto sono stato sui trenta dollari, significa che mi posso veramente fare tre spesone grasse gratis! Voglio assolutamente quella card e direi che sono a buon punto con 3000 già raggiunti, un venerdì tutto libero e, se finisco presto al chiosco, anche mercoledì e giovedì per farne qualche centinaio. Il titolo della mail si rifà ad un adesivo che si trova su almeno la metà delle cassette della posta. In teoria penso che anche il mio volantino, come ogni pubblicità, sia junk mail (cioè posta spazzatura), ma il gommista m'ha detto di andar tranquillo che al massimo la gente si lamenterà con lui. Meglio così, altrimenti sarei a mille volantini consegnati, altro che tremila!!

Mi rendo conto inoltre che prima di iniziare a lavorare pensavo alle cose che avrei voluto fare e per cui mi spiaceva non avere i soldi, mentre ora che guadagno qualcosa mi faccio più problemi a spendere. In ogni caso, avere un primo assegno da 120 dollari da depositare nello zaino e la card in mente mi ha dato la carica per affrontare il lungo pomeriggio. Beh, ora vediamo come procede al chiosco, inoltre spero mi chiamino ancora i greci, così in una settimana potrei veramente raccogliere un bel po' di soldi.

Ieri sera, come detto, ho iniziato il corso di african drumming: veramente divertente! Ray Pereira, musicista professionista che organizza queste lezioni, ha passato un po' di tempo con noi, ma, come annunciato già in precedenza, ha lasciato il posto di insegnate per il corso principianti ad un suo allievo, Kanchana (accento sulla prima 'a'), un ragazzo dello....Sri Lanka! E' inutile, sono circondato da asiatici qualsiasi cosa faccia. Ma mi fa molto piacere, visto che anche lui si è rivelato molto simpatico, inoltre vive in Australia da molto tempo, tanto da aver perso l'accento cingalese. All'inizio eravamo solo in sei, per una mezzora Kanchana ci ha spiegato le basi del djembe, una percussione originaria dell'Africa occidentale oggi diffusa ovunque e ci ha insegnato le tre note, i tre modi di colpire la pelle: basso, tono e slap, questi ultimi due molto simili come esecuzione, ma dal suono molto diverso. E' la cosa più difficile da imparare e viene col tempo, io ancora non ho capito come devo fare! Ci arriverò pian piano.

Kanchana che ci mostra un ritmo

In seguito è arrivata una decina di altre persone che già avevano seguito qualche corso o qualche lezione in passato. Insieme abbiamo imparato un nuovo ritmo, con Kanchana che dava il via e chiudeva e noi che entravamo tutti insieme, con metà del gruppo che suonava una certa parte e l'altra metà un'altra. Veramente bello sentire l'insieme ed esserne parte! In alcuni momenti ho chiuso gli occhi per concentrarmi meglio sul ritmo (talvolta guardare gli altri che suonano parti diverse può distrarre) e l'effetto è proprio esaltante, ho liberato la mente dopo le ore di volantinaggio ed il tempo della lezione mi è proprio volato.

screenshot da un video che ho fatto per ricordare il ritmo, il braccio sulla sinistra è il mio

Il mio background batteristico mi ha sia aiutato che messo in difficoltà. Aiutato perché il senso del ritmo ce l'ho ed anche un minimo di coordinazione. Col djembe si gioca molto di levare, inoltre la base a cui si fa riferimento non è il 4/4, ma il cosiddetto "bell": non riesco a renderlo a parole, ascoltate il suono delle bacchette all'inizio di questa canzone di Jack Johnson, quello è il bell. L'intro di ogni pezzo è suonato dal solista e si basa sul bell, serve a dare l'avvio a tutti gli altri, che non entrano all'1 del 4/4, ma prima. Insomma, a parole, viste anche le mie scarse conoscenze musicali, mi viene difficile da spiegare, è molto più semplice da fare. Tra l'altro leggevo che a livello professionistico certi ritmi non sono scritti perché non trasportabili su pagina col modo occidentale di scrivere musica!

Tornando alla batteria, mi sono reso conto di come l'uso delle braccia e delle mani sia proprio opposto con il djembe: suonando la batteria si deve muovere molto il polso e poco il braccio, con questa percussione invece è proprio l'opposto. Quindi all'inizio mi dovevo proprio forzare per tenere il polso fermo e muovere invece tutto il braccio! Bell'esperienza comunque, adesso devo aspettare due settimane perché qui l'8 marzo è festa del lavoro, quindi si salta lezione. Peccato, ho proprio voglia di picchiare sulle pelli!