mercoledì 14 dicembre 2011

domenica 11 dicembre 2011

primi passi sul tatami

Prima lezione di jiu jitsu, finalmente! I turni sul lavoro non sono sempre concilianti, così ho dovuto aspettare una settimana prima di presentarmi sul tatami, finalmente in kimono (prestato dal judo, sono simili), anche se "di cartone", come si dice, perché appena tolto dalla confezione. Insomma, il classico novellino al primo giorno di scuola!

Nonostante questo, mi sento bene accolto, anche se spaesato. I ragazzi sono tanti e simpatici, si prestano a fare esercizi con me portando molta pazienza e aiutandomi come possono. Una delle regole della palestra è infatti questa: aiuta sempre chi ne sa meno di te perché prima impara, prima diventa una risorsa per tutta la scuola ed uno sfidante per te. Sulla carta suona bene, ora che ho provato devo dire che la sensazione è che non siano solo parole e che sia un principio tenuto bene in conto. Tanto meglio per me, anche nel corso di taichi aver avuto modo di praticare da subito con chi aveva più esperienza di me mi ha fatto crescere in fretta.

Però è dura, principalmente perché i movimenti a terra sono difficili se non si è abituati, e io non sono proprio abituato! Figuratevi fare qualche minuto di lotta, cercando di resistere a chi ti tira per il kimono, ti stritola il costato con le gambe, ti butta a terra e ti fa leve di braccio! Dopo una parte di lezione di studio, abbiamo fatto qualche incontro libero. Io ne ho fatti due su tre, poi non avevo davvero più energie! Non so quale fosse la durata, penso cinque minuti, ma potrebbero essere stati anche tre, erano comunque interminabili!

E chi me lo fa fare? Me lo fa fare la sensazione di quite e rilassamento che ho a fine lezione, o il divertimento e la competizione sana che nasce durante il combattimento. Pure il rispetto e la gratitudine verso chi lotta con te. Com'era anche per il tuishou, mentre stai combattendo tutto quello a cui riesci a pensare è il combattimento stesso: cerchi di anticipare le mosse dell'avversario, di metterlo in difficoltà, di andare a pescare tra le mosse che hai imparato (e qui per ora c'è la mia enorme lacuna) quella che potrebbe essere più efficace, il tutto alla massima velocità possibile. Vivi il presente, impegnando mente e corpo insieme, ed alla fine sei sì drenato di energie, ma anche rilassato e soddisfatto, al di là che tu abbia subìto o meno durante l'incontro. Ho già voglia della prossima lezione.

Intanto voglio imparare ad allacciarmi correttamente la cintura, visto che ieri avevo un groviglio inutile e cartonato che faceva piuttosto ridere. Ecco un video che mi viene in aiuto, adesso provo e scelgo quale modo usare.

lunedì 5 dicembre 2011

jiu jitsu!


Da questa settimana inizio una nuova esperienza, ho deciso di seguire il corso di jiu jitsu brasiliano al posto del taijiquan, comunque sempre nella mia scuola e sempre col bravissimo maestro Max. E' stata una scelta che ho fatto in poco tempo, ma c'è da dire che i primi segni di interesse verso quest'altra arte marziale si vedevano da un po'.

Diciamo che i motivi di questo cambio sono molti e diversi tra loro. La prima cosa ad avermi attratto del jiu jitsu brasiliano (BJJ), forse proprio perché agli antipodi del taiji, è la sua vivacità, il suo essere in crescita come numero di scuole e praticanti, il fatto che sia tuttora in evoluzione. C'è proprio la sensazione di qualcosa di energico (non solo riguardo la pratica vera e propria), di vivo e di condiviso. Il taiji è per sua stessa natura più riflessivo, non crea lo stesso coinvolgimento e non ha forse la stessa spettacolarità, almeno ad un occhio inesperto che può essere più facilmente catturato dal BJJ. A mio parere nel taiji c'è troppa ortodossia, o almeno questo è un elemento che (qui come in qualsiasi altro ambito) a me fa storcere il naso. Alcuni miei amici del corso di taiji non saranno d'accordo, ma a me le evoluzioni contaminate non dispiacciono, così come apprezzo la scelta del mio maestro di creare una sorta di ibrido che prende a piene mani dalla tradizione cinese, ma modifica quegli elementi che, a suo parere e grazie ai suoi studi fisioterapici, non sono idonei al giusto utilizzo del corpo e al mantenimento della forma fisica.

Oltre a questi aspetti di contorno, a spingermi verso il BJJ è una rinnovato interesse verso un allenamento più fisico, più intenso. Il taiji può essere duro, e anche parecchio, dipende ovviamente da come lo si pratica, ma nella mia scuola l'accento è posto sul concetto di benessere, tralasciando l'aspetto più marziale, quindi non ho esperienze di un taiji più intenso. L'intensità io e alcuni compagni di corso la cercavamo nelle mattine dei weekend, passati al parco a fare tuishou, cosa a cui non voglio proprio rinunciare, turni di lavoro permettendo ovviamente... Ma di recente ho sentito il bisogno di qualcosa di più. E questo desiderio mi è venuto in un periodo in cui ho cercato di praticare il taiji quotidianamente, sia per sopperire alle assenze dal corso dovute al lavoro, sia per approfondire lo studio come quest'arte merita e necessita. Mi piace l'idea che col jiu jitsu possa confrontarmi sempre coi compagni, visto che è molto più basato sulla pratica e sul duello che su esercizi in solitario. E mi piace l'intensità di questi duelli, il primo assaggio mi ha molto colpito. Ho fatto una lezione di prova venerdì scorso, facendo qualche esercizio sicuramente in forma molto ridotta rispetto agli standard, ma già questo è bastato perché alla fine sentissi di aver usato ogni singolo muscolo del mio corpo!

A differenza della maggior parte delle arti marziali, il BJJ si basa soprattutto sulla lotta a terra. Se non si è abituati a questa nuova dimensione, anche solo muoversi risulta molto dispendioso dal punto di vista energetico. Figuratevi dover lottare con un avversario! Il jiu jitsu potrebbe sembrare la cosa più agli antipodi del taiji, invece ne condivide lo spirito, perché entrambi si basano sulla cedevolezza (jiu jitsu, dal giapponese, appunto, "arte della cedevolezza" o "arte della flessibilità"), sull'uso della forza dell'avversario piuttosto che della propria e su un ampio studio della tecnica. L'idea di base è che un avversario più grande e più grosso di noi perde tutti i suoi vantaggi se portato a terra, dove quello che conta è solo l'abilità tecnica e la familiarità con questo ambiente che in ambito marziale a molti è sconosciuto. Una volta atterrato l'avversario, si usano diverse tecniche per prenderne il controllo e bloccarlo con leve o strangolamenti.

Il jiu jitsu ha origine dalle pratiche usate dai guerrieri giapponesi tra il 1300 ed il 1500 durante gli scontri in battaglia, dove non era possibile utilizzare armi lunghe. Essendo coperti da un'armatura leggera, i colpi come calci e pugni servivano a poco, era meglio invece imparare l'utilizzo di armi corte o di prese e proiezioni dell'avversario da effettuare a mani nude. Da qui si è arrivati alla codifica del jiu jitsu intorno al XVIII secolo e alle sue varie ramificazioni, tra cui, nel primo '900, al judo. L'origine della versione brasiliana del jiu jitsu è davvero curiosa. La famiglia Gracie iniziò a studiare judo da uno dei maestri giapponesi inviati in giro per il mondo per diffondere questa nuova arte. Il giovane Helio Gracie però non poteva seguire le lezioni dei fratelli perché troppo gracile e spesso malato, ma questo non gli impedì di osservare avidamente i movimenti e di farli suoi, tanto che un giorno, di nascosto, si sostituì al fratello Carlos, in quel momento assente, nell'insegnare ad un allievo. Questi fu così positivamente colpito dalla lezione che non volle più tornare a seguire le lezioni dal suo maestro precedente!

Il punto debole di Helio, il suo essere di magra costituzione, era stato sfruttato per studiare ed in un certo senso far evolvere i movimenti del judo arrivando ad un'arte più tecnica e più efficace, capace, se padroneggiata, di far primeggiare l'atleta anche nei confronti più impari, per lo meno sul piano fisico. Da quel momento il BJJ si diffuse in tutto il mondo, grazie anche alle vittorie di uno dei figli di Helio, Royce, capace di imporsi nello UFC (Ultimate Fighting Champion) grazie al jiu jitsu, arte ormai fondamentale per ogni atleta che voglia cimentarsi nei tornei di mixed martial arts. Dal judo il BJJ ha trattenuto anche un'altra caratteristica: quella di non essere solo un'arte marziale, ma anche uno sport, un modo per tenere allenato il proprio corpo e di formare il carattere, quella di essere, alla fine, uno stile di vita.

In questi giorni uno stimolo ancora più grande all'iniziare questa nuova esperienza mi è venuto grazie alla possibilità di poter assistere ad uno stage con Robin Gracie, il più giovane dei figli di Helio, al vedere il mio maestro Max passare di cintura e vedersi riconoscere ufficialmente con insegnante della nuova Accademia Gracie Jiu Jitsu di Bergamo!


Max riceve la cintura viola da Robin Gracie

Mi dispiace davvero molto di aver lasciato i miei compagni del corso di taiji, soprattutto in un modo un po' brusco: mi hanno fatto compagnia in un periodo non facile della mia vita e a molti di loro rimarrò legato. Non mi è proprio possibile seguire entrambi i corsi, sia per questioni pratiche che economiche. Cercherò però di non abbandonare il taiji, che tanto mi ha dato e tanto mi può ancora dare. Ma ora ho voglia di iniziare questo nuovo capitolo e son curioso di vedere dove mi porterà. Aspettatevi presto nuovi aggiornamenti!

lunedì 21 novembre 2011

gita a Mandello


Per festeggiare a dovere il primo giorno ufficiale di ferie dal lavoro ho voluto fare una gita nel pomeriggio a Mandello del Lario per visitare il museo Moto Guzzi: tre corridoi gremiti di moto, dai primi esperimenti alle ultime arrivate, o quasi, della casa dell'aquila. Nonostante sia passato per quelle strade qualche decina di volte quand'ero piccolo (andavo in vacanza con la famiglia a Dervio, più a nord, sempre sul lago di Como), solo in tempi recenti, con l'interessamento verso il mondo motociclistico, ho scoperto che il marchio Guzzi aveva sede così vicino a casa. Da appassionato dei viaggi di Ewan e Charley inoltre, mi sono particolarmente emozionato quando ho scoperto della loro visita al museo durante i primi giorni del loro Long Way Down. Ecco il video, dal quarto minuto sono a Mandello.


Era da tanto quindi che pensavo di visitarlo e così oggi ho preso la scusa delle ferie per andarci. La giornata è stata piuttosto grigia, ma senza nebbia e senza gran traffico. Sono arrivato in anticipo ed ho aspettato le 15, ora di apertura, davanti al mitico cancello rosso. Nell'attesa mi son visto sfrecciare davanti due Stelvio guidate dai tester, già quella è stata una bella scossa d'adrenalina!


Il museo ospita all'incirca 250 modelli, compreso qualche esperimento rimasto tale, dalla prima moto con molleggio posteriore non capita dal mercato (la Guzzi ha dovuto abbandonare l'idea, fino a quando qualche altro produttore non è riuscito ad imporla), ad un'altra con un bel paio di sci per la neve, dedicata al mercato finlandese!


Corsa C4V, notare la sella praticamente sulla ruota posteriore


250 Compressore
correreste a più di 200 km/h su questa moto??

Splendidi i modelli carenati da velocità, emozionante la V7 Record o la 8 cilindri (la si vede anche nel filmato di Long Way Down, è quella su cui sale Ewan).


sbaglio o è il mitico Radillon di Spa-Francorchamps?


350, campione del mondo nel 1955




stupenda V7 Record


direi che si commenta da sola...


Otto Cilindri, un mostro a V da 500 cm3, 72 cv e 285 km/h


I modelli storici sono bellissimi, soprattutto quelli più avveniristici o estremi, ma per me Guzzi vuol dire motore a V trasversale. Pensavo e speravo di vedere più V7 Sport, ce n'era invece solo una verso la fine e senza il mitico telaio in rosso. Diverse erano invece le Le Mans, più o meno carenate, o le V7 in versione Polizia (utilizzate anche dalle Highway Patrol in diversi stati americani).


V!


V7 Special, la "mucca"


la storica V7 Sport


una delle 850 Le Mans in esposizione, terza serie



Moto Guzzi anche alla Parigi-Dakar


la Convert 1000 per le polizie americane, con cambio automatico


All'EICMA ho potuto ammirare il restyling della V7 Classic (ora solo V7), stupenda nella colorazione nero opaco e con i cerchi in lega (in pratica la stessa mossa fatta da Triumph nel 2009 con la Bonneville), interpretazione del classico in chiave più moderna. Bellissima.


Gita davvero piacevole, un tuffo nella storia di un marchio conosciuto in tutto il mondo ed in ripresa grazie ai milioni di euro investiti dalla proprietaria Piaggio. Non posso non chiudere col mitico video di Nico Cereghini sulla storia del motore V7. Grande Guzzi e grande Nico!

martedì 4 ottobre 2011

mezza maratona: le foto!

Ecco le foto della mezza maratona, come promesso. Tutti i credits e i ringraziamenti al fratello Mattia per l'ottimo servizio e per gli scatti proprio belli e dall'esecuzione non semplice, visto che son stati fatti tutti al volo, tra un passaggio e l'altro, letteralmente...in corsa!


Poco dopo la partenza, il gruppo è ancora folto e Sergio ed io cerchiamo di trovare il nostro ritmo creandoci un varco tra i corridori più lenti, recuperando qualche posizione vista la partenza molto arretrata.


Poco dopo il primo punto di ristoro, quindi intorno al quinto chilometro. Capiamo in fretta che questi punti più che dar ristoro creano qualche problema: le bottigliette d'acqua sono ovunque, quasi piene, ed il rischio di pestarle è piuttosto alto visto che essendo ad inizio corsa siamo ancora circondati da altri corridori.


Zona Conca Verde, il mio ex cinema! Nonostante i chilometri sulle gambe comincino ad aumentare, c'è sempre voglia di mettersi in posa per le foto.


Bellissimo scatto con un passaggio in curva, in velocità dopo una delle poche discese del tracciato.


Bel passaggio rettilineo in via Carducci. Vedere una bella striscia dritta d'asfalto davanti a sé può essere a volte un po' demoralizzante, ma in questo modo si percorrono distanze più lunghe con meno sforzo psicologico. O almeno questo è quello che cercavo di ripetermi mentre mi avvicinavo alla metà della corsa.


11° chilometro o giù di lì, ritorniamo in centro Bergamo e aumentiamo il ritmo: la seconda parte di gara sarà bella veloce, cosa che mi ha davvero soddisfatto!



Uno dei momenti più belli della corsa: quasi due terzi di gara alle spalle, ma non ancora troppo stanco per sorridere!


Passaggio in via Tremana, con l'obbligato saluto alla casa Baroni & Togni!


Passata la parte più impegnativa in zona Monterosso, un passaggio in salita non indifferente, ci si rinfresca con gran piacere grazie agli spugnaggi gelati! Poco più di quattro chilometri al traguardo.


Penultima curva, circa 200 metri all'arrivo, com'è più che evidente dalla foto io sto dando tutto quello che ho! Sergio non smette di incitarmi e questo aggiunge molta carica e l'arrivo sarà davvero fulminante, tanto da spiazzare pure il fotografo, bloccato dalla folla assiepata all'arrivo (mancava poco all'arrivo dei maratoneti, lo so che non erano lì per me...).


Finalmente arrivati! Foto di rito con la medaglietta al collo, gran soddisfazione e faccia distesa del sottoscritto, felice per l'aver portato a termine la corsa e soprattutto per il tempo insperato!



Post corsa pieno di sorrisi! Un'altro scatto con Sergio, che sembra fresco come alla partenza, e un altro con Mattia, che ha reso possibile questo post e ha fissato su pixel una bellissima esperienza!

Prossima esperienza? Con molta probabilità correrò la mezza maratona di Brescia, che dovrebbe svolgersi a marzo 2012. Ora che ho più consapevolezza dei miei mezzi, l'obiettivo è migliorare il tempo e godersi un'altra competizione. La voglia di tentare la maratona c'è, decisamente, ma nessuno mi...corre dietro e mi voglio prendere i miei tempi, inoltre non mi ispira molto l'idea di allenarmi con corse di 25, 30 km con gelo e neve... Voi comunque rimanete collegati che sicuramente ritornerò sull'argomento.

domenica 25 settembre 2011

21,097 km: done!


Ed eccomi a scrivere della mezza maratona corsa stamattina, che si è rivelata una bellissima esperienza come speravo!! Non solo l'ho portata a termine, ma anche con un tempo ottimo per i miei standard! Ma andiamo con ordine...

Ieri sera dopo il lavoro sono andato a prendere Sergio, avevamo concordato di dormire da me così da essere subito pronti stamattina per andare in centro insieme. La nottata non è stata poi molto lunga, anzi, ma la telefonata con l'amica Franci in Canada e le risate tra noi hanno portato molta serenità e azzerato agitazione e ansia pre gara. Al mattino la sveglia era alle 6:00, qualche minuto a rigirarsi nel letto e poi in cucina a preparare una bella pasta al sugo! Ha fatto strano mangiare maccheroni a quell'ora, ma in effetti ci stava proprio bene vista la fame, inoltre i carboidrati erano di quanto più indicato in vista dello sforzo prolungato.

Verso le otto eravamo in centro alla zona della partenza: consegna sacca e primo pit stop al bagno, poi arriva la prima sorpresa. Mio fratello Mattia s'è presentato in bicicletta e Nikon, ci ha seguito per tutta la corsa e ha realizzato un servizio fotografico che attendo di vedere con ansia!! Grande Mattia, bellissima idea davvero molto gradita, anche per il supporto e la compagnia durante la corsa! Mitico!!

Ultimo pit al bagno e via sulla linea di partenza... più o meno, visto che eravamo un migliaio! Ci siamo accodati senza pretese al gruppo e ce la siamo presa comoda al via, cercando più che altro di trovare un varco tra la folla: davvero emozionante partire, una marea di corridori, tanta gente sui marciapiedi, lo speaker che incita...

I primi chilometri sono passati abbastanza in fretta e con una bellissima sensazione di esserci fisicamente. Nessun problema, un buon ritmo e una buona amministrazione delle energie grazie anche ai consigli di Sergio. La zona centrale della corsa, col lungo rettilineo di via Carducci, è stata un po' lo spartiacque, anche perché ha segnato la metà della mezza maratona e da lì c'è stato un leggero aumento del ritmo che è durato davvero a lungo, in pratica fino alla fine. La classifica non conta, però vedere che si continua a sorpassare altri corridori ti fa capire che stai andando bene.

Arrivati in via Tremana, dove abito, ho accusato un po' la stanchezza, sia per i chilometri ormai accumulati, sia perché il percorso prevedeva qualche salita, affrontata però ottimamente grazie agli allenamenti con un buon dislivello di questi ultimi tempi! In questa fase è stato assolutamente fondamentale l'incitamento continuo di Sergio, un compagno di corsa insostituibile, che ha fatto la mezza al mio ritmo quando poteva sicuramente dare di più. Grazie bro, sei sempre il mio maestro di corsa!

L'ultimo chilometro però è stato una sorpresa anche per me però: le gambe hanno cominciato ad allungare la falcata quasi da sole e la spinta è stata notevole! Abbiamo iniziato a tirare e abbiamo fatto gli ultimi metri in scatto con una volata che rimarrà memorabile!! Bellissimo poi l'arrivo, tra la gente che saluta, l'emozione che sale e la consapevolezza di avercela fatta, il taglio del traguardo e una ragazza che col sorriso ti mette una medaglietta al collo: non capivo davvero nulla, senza ossigeno nei polmoni, ma con un sorriso ebete stampato in volto! E non solo ce l'ho fatta, ma l'ho fatta anche bene, perché un occhio al cronometro ha mostrato un 1 e 44' decisamente sotto le mie previsioni! L'obiettivo era quello di finire e il traguardo secondario era quello di terminare sotto le 2 ore. Direi che è andata benone! Tempo finale di 1 ora, 44' e 30'', mentre il tempo effettivo (visto che eravamo in coda, abbiamo impiegato quasi un minuto ad arrivare alla partenza e iniziare effettivamente la distanza di corsa) è stato di 1 ora, 43' e 39''! Sono davvero molto soddisfatto! 12,2 km/h di media e meno di 5 minuti a chilometro! E, giusto per la cronaca, 317° e 318° posto su poco più di 600 corridori per la mezza maratona. Come prima esperienza non potevo pretendere di più!


Mi ero detto che avrei fatto questa gara e poi avrei pensato ad un'eventuale maratona. E' presto per decidere, ma vista l'emozione e la soddisfazione, non vedo perché no. Raddoppiare la distanza richiede non il doppio di energie e dedizione, ma molto di più. Però 21 chilometri mi sembravano già tanti tempo fa, e ora li ho fatti e pure bene, quindi... Come ho detto più volte, il limite è solo nella nostra testa.

Grazie a chi mi ha incitato e supportato, prima, durante e dopo: avete corso con me e mi avete dato più di una spinta! Appena metto le mani sul servizio fotografico di Mattia vi pubblicherò altri scatti.

lunedì 19 settembre 2011

mezza maratona a BG


"Memorabile un pranzo in collina fatto sabato, fantasticando di corse insieme che per ora sono solo sogni, ma chissà che non diventino presto realtà... In fondo, forse, anche nella vita l'ostacolo maggiore è nella nostra testa."

Ho appena riletto un post dell'agosto 2008 che si conclude così, il compagno di pasto non nominato era Sergio ed io venivo dai primi mesi di corsa. Non ricordavo quel post, inoltre pensavo d'aver iniziato a correre prima! Invece questo è solo il mio terzo anno da podista molto amatoriale. Quello che mi colpisce del post è l'ottimismo che avevo riguardo le mie possibilità, che ingenuo! Però è anche bello vedere quanto fossi emozionato nonostante i primi acciacchi. I vari problemi, per lo più alle gambe, si son sempre ripresentati nel tempo. Sono riuscito a superarli solo di recente, con la marcia in più messa da qualche mese, ad inizio primavera, grazie a sedute di corsa a cadenza costante, puntando più sulla quantità degli allenamenti che dei chilometri. Ho sempre risentito di fiacchezza con la fine dell'inverno e l'arrivo dei primi caldi, così quest'anno ho deciso di prendere la stagione di petto e di tenermi allenato come si deve.

E la differenza s'è vista, devo dire. Si sa, la costanza paga, però non l'avevo mai messo in pratica così bene. Venivo da un inverno di corse, lunghe (relativamente, intorno ai 10 km) e saltuarie, e stavo iniziando ad aumentare gli allenamenti di taichi con la pratica al parco nel weekend, così le ginocchia cominciavano a risentirne. Dimezzato le distanze e aumentato le sedute, il fastidio è passato e contemporaneamente le prestazioni son migliorate visivamente.

Quello che nel 2008 non sapevo è che con l'aumentare del chilometraggio la corsa richiede un impegno esponenziale. E così le ingenue previsioni di super corse son state presto smontate dall'evidenza dei fatti! Grazie all'allenamento costante però son riuscito a costruire meglio la preparazione e così m'è venuta voglia di fissarmi un obiettivo, impegnativo, ma alla mia portata: la mezza maratona. 21,097 km non sono certo epici come i 42,195 della maratona, ma sono comunque una prova non indifferente. Inoltre è un test interessante che permette di sperimentare l'esperienza di corsa, che so essere piuttosto unica: percorso in città tra le strade chiuse, gente che fa il tifo, magari qualche amico o famigliare... Son curioso! Il 25 settembre quindi correrò la mezza maratona qui a Bergamo, su un bel circuito che mi porterà in zona Conca Verde (il cinema dove ho lavorato per qualche anno) e persino sotto casa mia in via Tremana! Partenza e arrivo sono in pieno centro, sul Sentierone.

La citazione di inizio post mi pareva adatta anche perché prevedeva corse in compagnia di Sergio, caro amico che si cimenterà con me nella mezza maratona. Certo, nei nostri pensieri c'erano prove molto più impegnative, ma è bello vedere che una gara insieme sia arrivata davvero. Sia per l'amicizia unica che ci unisce, sia perché è stato lui a farmi appassionare alla corsa, non potrei immaginare compagno migliore per quest'esperienza! A presto per il racconto della giornata di gara!

sabato 6 agosto 2011

knee-deep in mergozzo


L'ultimo weekend di luglio ho avuto la fortuna di sfruttare i giorni di riposo dal lavoro capitati giusto di sabato e domenica per una gita a Verbania con gli amici del taichi: Vinz, Ale e Mirko. L'occasione era la graditissima ospitalità di Antonio, istruttore di taichi della scuola di Marcello, persona splendida nonché praticante dalle spettacolari capacità!


Partiti leggerissimamente in ritardo (intorno all'ora dopo rispetto ai piani...) siamo giunti a Verbania verso metà mattina. Recuperati da Antonio, abbiamo giusto lasciato i bagagli a casa sua e cambiati per una sessione di un paio d'ore di pratica, in un angolo di natura davvero bello che proprio mi dispiace non aver catturato in fotografia. E' stato davvero un piacere ritornare a praticare dopo uno stop un po' troppo lungo, salvo qualche serata in compagnia dei soliti sospetti al parco (ultimamente il Montecchio di Nese). Certo le settimane di nullafacenza si sono sentite subito, soprattutto sulle gambe: è inutile, o sono belle presenti e solide, oppure tutto il resto ne risente. In ogni caso è stato molto d'aiuto scoprire qualche esercizio in più per sciogliere bene le anche come si deve, uno dei miei tanti problemi da risolvere e su cui ci sarà davvero tanto da lavorare.

Il tempo è volato e il richiamo del "Signor Carbonara", come diceva Antonio, è diventato sempre più irresistibile! Oltre all'ottima e gradita carbonara, ci si è deliziati il palato anche con bruschette e stuzzichini made by Olivia & Marino (provate gli sfilati alle olive), il tutto bagnato da vino rosso. Cibo, chiacchiere, caffè, ammazzacaffè e si son fatte le 16 senza accorgercene! Dopo un'oretta di graditissima pennica, eccoci pronti a ritornare a praticare: nuovo parco e, dopo un'oretta, nuova compagnia con cinque o sei allievi di Antonio. Abbiamo rivisto gli esercizi di respirazione inversa fatti durante la mattinata e poi provato ad applicarli nel tuishou insieme ai nuovi compagni di pratica. Infine, gran duello dimostrativo tra Antonio e Vinz! Sempre molto coinvolgente vedere un taichi di questo livello!


Una breve passeggiata ci ha riportato in città dove abbiamo cenato in ottima compagnia con una buona pizza (e un pessimo servizio) in riva al fiume. Nonostante la stanchezza e la sveglia sul presto, si è rimasti a parlare fino a tardi, spaziando nei discorsi da Fantozzi allo stile Chen...


Al mattino colazione di commiato da Antonio, davvero un'ottima persona e un gentilissimo ospite, peccato non aver potuto passar più tempo insieme. Recuperata la macchina, abbiamo raggiunto Mergozzo, localita sul lago omonimo consigliataci come luogo adatto per una domenica tranquilla di pratica e relax. E così in effetti è stato: il paesino è molto carino e non molto caotico (era pur sempre una domenica di luglio col bel tempo). Certo i posti dove praticare ce li siamo ricavati un po' noi sul lungolago, coi passanti che si fermavano a commentare tra il divertito e il curioso. Tra le perle: "Ma voi fate parte del taichi?", o la signora che ha chiesto a Vinz: "Fammi sentire la tua forza!"




Nel mezzo un buon pranzo al ristorante, sempre serviti da cameriere ingrugnite, per poi rientrare nel tardo pomeriggio a BG, felici, ma un po' malinconici per la ripresa della routine. Da ripetere sicuramente, sia per rivedere Antonio e praticare insieme, sia per approfondire la conoscenza delle zone che ci sono molto piaciute.


Grazie ad Antonio per l'ottima ospitalità e ai compagni di viaggio per non tirarsi mai indietro quando si tratta di praticare, che sia in casa o in trasferta!

lunedì 20 giugno 2011

äpplarö!

Da questo weekend sono un felice possessore di un tavolo originale Ikea per esterni. Grazie alle recenti belle giornate, m'è capitato di passare qualche momento sul balcone di casa a godermi la brezza serale. La vista nelle immediate vicinanze non è male, nonostante il parcheggio sottostante, visto che c'è parecchio verde e pure Città Alta sullo sfondo. Quel che mancava era un bel tavolo per vivere meglio l'esterno, e così ho ripiegato per un Ikea che si è rivelato un ottimo acquisto: non è troppo grande (non c'è poi tantissimo spazio), ma è persino largo per due persone, inoltre è possibile chiuderlo con facilità, lasciando un solo ripiano oppure abbassandoli entrambi. Eccolo qui nella foto, con le due sedie di corredo.


I primi pasti e le prime colazioni fatte all'aperto sono state molto gradite, decisamente piacevoli e più rilassate rispetto ai pasti in cucina. Finché c'è bel tempo cercherò di sfruttarlo il più possibile! Ovviamente non me lo tengo tutto per me, gli ospiti sono graditi!

Che dici Ale, è uno step interessante per via Tremana? 

lunedì 13 giugno 2011

autodifesa?

Ieri ho visto questo video su Corriere.it, che commentava la notizia dell'istituzione di corsi gratuiti di Krav Maga per tutta la popolazione di Carnate, promossi e in parte anche tenuti dal sindaco del comune, esperto di arti marziali.

A me pare, nel migliore dei casi, una mossa inutile. Primo, è ridicolo pensare che si possa imparare a difendersi con tecniche simili senza poter fare affidamento su un fisico allenato. Come pensa di insegnare la difesa da armi da fuoco o da taglio agli anziani il sindaco Riva? Ma anche se non si è ultra settantenni, basta essere fuori forma e un po' sovrappeso per avere serie difficoltà nel muoversi agilmente.

Secondo, penso che sia preoccupante che un sindaco consideri questi corsi come una soluzione al disagio sociale. Siamo ai livelli del dito e della Luna. Invece che generare un senso di sicurezza, un insegnamento approssimativo così indiscriminato aumenta la percezione del pericolo. Il Krav Maga si basa sulla risposta nel minor tempo possibile, o sull'attacco preventivo. Questo significa avere i nervi tesi e all'erta in situazioni che si possono percepire come pericolose. Se anche questo corso si rivelasse efficace nell'insegnare questa forma di autodifesa alla popolazione di Carnate, prevedo un aumento e non una diminuzione delle aggressioni. In più, se ci si illude di poter fare chissà cosa, si rischia solo di andarsi a infilare in situazioni più spiacevoli di quanto sarebbe stato in partenza.

Mi è stato insegnato e ripetuto più volte che un conto è provare qualche mossa di difesa in una palestra con un istruttore, un'altra cosa è trovarsi di fronte una persona che ti aggredisce senza pietà e a sorpresa. Lo so anch'io che il militare israeliano che si vede nel video reagisce in millisecondi, ma il carnatese medio? Non stiamo quindi illudendo le persone (e mettendole in pericolo) sprecando tempo e risorse per qualcos'altro?

Iscriversi ad un corso di arti marziali può fare solo bene, se lo si affronta con serietà. Io ne sto ricavando tantissimo, principalmente nella consapevolezza e nel rapporto col mio corpo e con le mie possibilità, nel confronto (controllato) e nella sfida coi compagni. Ma non mi illudo di essere diventato un pericolo pubblico, perché faccio molto più fitness che combattimento. Nel medioevo cinese le arti marziali avevano un senso e difendevano la popolazione dai briganti, pensare che questa sia ancora la soluzione ideale a me sembra un pochino illusorio. E se proprio si crede che alla violenza si debba rispondere con altrettanta violenza, allora facciamo come gli americani e liberalizziamo il porto d'armi, mi sembra più coerente: se siamo nel far west e devo salvare la pelle, allora datemi l'arma migliore.

Come sempre i Monty Python illuminano.



Fatemi sapere che ne pensate, soprattutto se siete in disaccordo.

mercoledì 8 giugno 2011