tag:blogger.com,1999:blog-17686634431806133852024-03-13T18:09:09.196+01:00quattro polli fritti e una cocanicolahttp://www.blogger.com/profile/18013020362988849655noreply@blogger.comBlogger180125tag:blogger.com,1999:blog-1768663443180613385.post-54383459228096819732014-12-21T22:05:00.002+01:002014-12-21T22:11:40.726+01:00batterismi 2.0<div style="text-align: justify;">
Ancora un post sulla batteria, questa volta però voglio parlare del mio secondo set, non quello acustico, ma bensì elettronico: la Roland TD-1KV. Ho sempre considerato le batterie elettroniche come qualcosa di poco interessante, lontano anni luce dal feeling e dal sound di un set acustico e utile per lo più per poter suonare in ambienti casalinghi, dove difficilmente ci si può permettere di far troppo rumore. E così non ho mai approfondito l'argomento.</div>
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Poi un paio di mesi fa ho avuto l'occasione di provare al volo il set elettronico di mio fratello Mattia, che nonostante sia bassista è sempre stato affascinato dal mondo batteristico (e forse non è così strano visto che basso e batteria compongono la sezione ritmica di un gruppo e qualcosa la condividono) e, a differenza del sottoscritto, ha sempre subito il fascino delle batterie elettroniche. Con mio grande stupore, passare anche solo qualche minuto provando i vari set mi ha molto entusiasmato! I suoni erano molto meglio di quanto credessi, inoltre la varietà è notevole (si va da set che riproducono batterie acustiche a percussioni e suoni elettro più sintetici). Divertente!</div>
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Già questo aveva suscitato molta curiosità in me, ma la vera folgorazione l'ho avuta scoprendo il video seguente, durante la ricerca fatta cercando di recuperare tutto quello che potessi sul mondo delle batterie elettroniche. Coi miei pregiudizi ero rimasto negli anni '80, mentre invece il mondo elettronico, ed in particolare Roland, era arrivato a livelli incredibili.</div>
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<object class="BLOGGER-youtube-video" classid="clsid:D27CDB6E-AE6D-11cf-96B8-444553540000" codebase="http://download.macromedia.com/pub/shockwave/cabs/flash/swflash.cab#version=6,0,40,0" data-thumbnail-src="https://ytimg.googleusercontent.com/vi/mzCPZ7Uet_U/0.jpg" height="266" width="320"><param name="movie" value="https://youtube.googleapis.com/v/mzCPZ7Uet_U&source=uds" /><param name="bgcolor" value="#FFFFFF" /><param name="allowFullScreen" value="true" /><embed width="445" height="365" src="https://youtube.googleapis.com/v/mzCPZ7Uet_U&source=uds" type="application/x-shockwave-flash" allowfullscreen="true"></embed></object></div>
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Ok, c'è da dire che il batterista in questione, Tony Royster Jr., è un mostro di tecnica e bravura e questo aiuta, ma la cosa che mi ha davvero lasciato di sasso è la qualità del sound di quella batteria, la TD-30KV. In particolare, il set al minuto 4:22 ha un sound spaziale, che riproduce in maniera incredibilmente fedele quello di un set acustico. L'avessi ascoltato senza vedere il video, mai avrei pensato ad una batteria elettronica. Ed oltre ad avere suoni molto fedeli, ha anche una riproduzione del tocco delle bacchette che sembra assolutamente realistica. Inoltre i tamburi con le pelli mesh danno un feeling molto vicino a quello di un set tradizionale (ed anche il look è molto simile), ormai i pad di gomma rimangono solo sulle batterie più economiche. Insomma, mi si è aperto un mondo! Certo, batterie come questa sono fantascienza per me, per il top di gamma parliamo di 7mila euro di prezzo... </div>
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In ogni caso quel video, e la prova del set di Mattia, mi hanno fatto nascere la voglia di approfondire la mia esperienza nel settore, proprio in un momento in cui mi sono ritrovato a cambiare saletta col gruppo, trasferendomi più lontano da casa e soprattutto non avendo più la possibilità di provare quando volevo con la mia batteria nella nostra saletta personale. Suonare una sola volta a settimana durante le prove è decisamente troppo poco per pensare anche solo di mantenere una certa abilità, figurarsi persino di migliorare con un po' di studio. E così ho deciso di farmi un regalo di Natale anticipato ed ho preso la novità Roland, la nuova entry level TD-1KV.</div>
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Ovvio che siamo anni luce lontani dalla meraviglia top di gamma, ma pace, sono felicissimo del nuovo acquisto! La scelta è ricaduta su questo set soprattutto per la sua compattezza, poi per la qualità visto che Roland è probabilmente la leader nel settore e infine per il prezzo comunque contenuto. Se tom e timpano sono riprodotti coi classici pad di gomma più economici, il rullante è invece con pelle mesh, ottimo quindi per lo studio e l'allenamento di paradiddle, vista la risposta quasi equivalente ad un rullante acustico. Questa TD-1 ha compresi 15 set molto vari, con l'unico difetto di non aver la possibilità di creare un set user prendendo i suoni che si vogliono, opzione che invece ha Mattia sulla sua Yamaha; peccato, non mi pareva così difficile da implementare. Ci sono diverse canzoni implementate su cui suonare, la possibilità comunque di collegare lettori mp3 o direttamente un computer per suonare con la propria musica ed esercizi vari col metronomo. Decisamente un'ottima compagna di studio e divertimento! Sentita da fuori non fa nemmeno troppo rumore (ah, le pelli mesh hanno anche il vantaggio di essere più silenziose dei vecchi pad) e se in casa si sente, i vicini dicono di non essersi accorti di nulla, ottimo così quindi!</div>
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Al di là della soddisfazione per il mio kit, mi piacerebbe davvero molto poter provare la splendida TD-30. Il feeling di un set acustico credo che sia qualcosa di unico, qualcosa di cui non vorrei mai privarmi. Io in particolare adoro le accordature basse delle pelli di tom e timpano e sentirli vibrare sotto i colpi delle bacchette e godermi quel sound profondo credo che non sarebbe possibile allo stesso modo con un set elettronico, per quanto evoluto. Però le pelli mesh, unite ad una varietà pazzesca di suoni (il kit ne contiene mille, personalizzabili poi dall'utente), più la possibilità di avere suoni differenti per pelle e bordo del tamburo, crea potenzialità infinite. Chissà, intanto mi limito a sognarla e a divertirmi con la mia nuova arrivata!</div>
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Altro vantaggio dell'elettronica, collegandola al mio Mac dovrebbe essere abbastanza facile da registrare, cosa che devo ancora sperimentare. Chissà che questo non permetta qualche altra collaborazione oltreoceano col mio amico downunder, che ne dici Seh? :)</div>
nicolahttp://www.blogger.com/profile/18013020362988849655noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-1768663443180613385.post-39943582039924568492014-12-20T00:28:00.000+01:002014-12-20T00:29:27.062+01:00batterismi<div style="text-align: justify;">
Rileggendo l'ultimo post sui Qaanaaq ho notato come non sia stato chiaro in alcuni punti, che provo a riprendere qui. Suonare e ideare le parti di batteria insieme al mio gruppo è molto divertente, soprattutto grazie alla varietà della musica che mi viene proposta da chi compone, piena di spunti ritmici intriganti (per esempio, non vedo l'ora di sviluppare gli ultimi riff registrati, con dei tempi dispari che mi metteranno alla prova!). Come dicevo nell'altro post, non essendoci posti alcun limite nella band e non avendo nessuna speranza commerciale, la libertà è massima: l'unico metro di giudizio è il nostro gusto, quando qualcosa non ci piace ce lo diciamo e questo viene scartato.</div>
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<i>il mio set, Mapex Horizon, piatti UFIP e doppio Iron Cobra</i></div>
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Se questo è comunque vero, non era mia intenzione però dire che il voler rimanere all'interno di un genere musicale oppure il voler ricercare un'immediatezza d'ascolto sia un qualcosa di negativo. Anzi, collaborando con Sergio ad un suo pezzo rock ho scoperto quanto sia difficile essere semplici, ma efficaci, sostenere la canzone senza essere invasivi e lavorare per il risultato d'insieme con coerenza. Sergio compone ottimi pezzi rock con un orientamento post-grunge (tra i primi Nickelback e i Foo Fighters giusto per dare una vaga idea), quindi canzoni molto diverse da quelle che suono coi Qaanaaq. Dopo averlo aiutato a trovare una linea di batteria essenziale, ma efficace come mi aveva richiesto per un suo pezzo, mi sono anche proposto di registrarla, avverando un sogno che avevo da tantissimo, quello di avere una collaborazione musicale con lui. Io e Sergio siamo cresciuti insieme, ma ci siamo sviluppati musicalmente in tempi e modi molto diversi, lui ben prima e con un grande studio alle spalle (che continua tutt'ora su vari strumenti) io invece in maniera molto più sporadica, scriteriata e in tempi relativamente recenti. Ma almeno su quella canzone siamo insieme! Beh, in realtà ci siamo arrivati in tempi recenti, visto che lui ha registrato tutto tranne la batteria in un momento, ed io sono arrivato mesi dopo, in studio da solo con lui dall'altra parte del globo! Ma tant'è, il risultato c'è e non vedo l'ora che la canzone sia ultimata per poterla fare ascoltare. Temo ci vorrà del tempo, in ogni caso il rough mix della registrazione è comunque un tesoro che custodirò gelosamente e che porterò sempre nel cuore!</div>
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<i>in studio per registrare, tutti quei microfoni mettono pressione</i></div>
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In ogni caso, al di là dei modi e dei tempi, trovare il giusto mezzo tra l'essere incisivi e il non strafare, tra lo studiare un passaggio che dia energia e che sostenga, ma senza essere né scontato né eccessivo, il trovare una certa coerenza, con qualche idea che magari viene ripresa più volte durante il pezzo e che, probabilmente in maniera inconscia, venga recepito dando continuità, non è affatto facile! Devo dire che diverse idee per la canzone erano state sviluppate da un precedente batterista, altre erano state suggerite da Sergio e da mio fratello Mattia, bassista della precedente band di Sergio. Però mettere le mani su quanto c'era già, cercare di levigare, di trovare le connessioni e soprattutto i passaggi giusti, è stata una bellissima esperienza, con la ciliegina sulla torta data dalla soddisfazione di Sergio per il risultato.</div>
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In un certo senso, è più difficile doversi muovere tra dei paletti che comporre in piena libertà. E quella che suona come una canzone sostanzialmente semplice, non vuol dire che sia stata facile da comporre. Non credo che la difficoltà tecnica o l'ostinata varietà di un pezzo ne attesti proporzionalmente la qualità. Certo è bello esprimersi senza limiti e scoprire fin dove ci si può spingere suonando canzoni da dieci minuti con cambi di tempo, intermezzi jazzati e sfuriate di doppio pedale; è sperimentazione pura. Ma avendolo provato, trovo che possa dare soddisfazione anche il comporre e suonare in maniera più lineare, creando alla fine delle canzoni che possano rimanere in testa e che coinvolgano emotivamente grazie alla facilità con cui ci si può connettere, perché non cercano invece lo smarrimento e spiazzamento a cui certi pezzi composti dai miei fratelli possono portare.</div>
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Alla fine, tra l'altro, ascolto più gruppi di rock melodico e con una forma canzone classica che band sperimentali quanto quella in cui suono io. Anche le emozioni che si provano suonando questi diversi generi sono in parte differenti, perché con i Qaanaaq mi trovo più impegnato fisicamente (non che faccia sfoggio di chissà quale tecnica, perché quella proprio mi manca!) e devo prestare più attenzione vista la varietà dei pezzi, mentre nel brano inciso con Sergio mi godo di più la canzone, è più facile sentirsene parte e abbandonarsi alle emozioni (che tra l'altro aiutano a suonare con più convinzione e coinvolgimento). Non sono differenze nette, diciamo che in alcuni momenti queste sensazioni diverse si sovrappongono, perché anche in una canzone metal c'è abbandono alle emozioni (un passaggio veloce per esempio tende a farmi sfogare parecchio, pestando come se per la pelle del rullante non ci fosse un domani!), oppure un certo giro di una canzone rock può essere comunque impegnativo e richiedere attenzione nell'esecuzione.</div>
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<i>tu-pa tu-pa tu-pa!</i></div>
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Quello che conta è che si stia suonando qualcosa che si reputa interessante, che trasmetta emozioni. A me piace il rock melodico, è forse il genere musicale che ascolto con più piacere, proprio mentre scrivo sto ascoltando i Foo Fighters, band che ultimamente mi ha molto coinvolto grazie all'uscita dell'ultimo disco, l'ottimo Sonic Highways (e dell'omonima, splendida <a href="http://en.wikipedia.org/wiki/Foo_Fighters:_Sonic_Highways" target="_blank">mini serie</a>). Mi piace dare sostegno ed energia con la batteria a canzoni che hanno una melodia, che io stesso posso seguire e sentire suonando. Allo stesso tempo, mi piace pestare sfogando le frustrazioni, mi piace suonare veloce (per le mie possibilità) e sinistro, sentendo il cantante che tuona un growl estremo, il basso che fa vibrare ogni cosa, la chitarra ribassata che gli fa concorrenza e la tastiera che sostiene il tutto con dei cori epici! Probabilmente a causa, o dovrei dire grazie, ai vari ascolti della mia infanzia, non credo che riuscirei a limitarmi ad un solo genere musicale. La musica fatta bene, fatta col cuore, è tutta meritevole. Scaturisce da emozioni diverse e procura emozioni diverse, sia ascoltandola che suonandola. La varietà arricchisce sempre, ascolti diversi aiutano ad ampliare gli orizzonti e a scoprire nuovi modi di esprimersi, così come suonare generi diversi migliora le capacità di espressione musicale e la tecnica. </div>
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Ci tenevo a fare queste precisazioni perché nel post precedente mi sono concentrato troppo sui Qaanaaq e davo l'impressione di ritenere la varietà fine a se stessa come una condizione necessaria per la riuscita di una canzone, ma non è così.</div>
nicolahttp://www.blogger.com/profile/18013020362988849655noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1768663443180613385.post-82378961078637618572014-12-12T00:40:00.001+01:002014-12-19T23:10:00.285+01:00qaanaaq<div style="text-align: justify;">
A due anni dall'ultimo post, eccomi tornare a scrivere su queste schermate. Compagno costante nel periodo pre-Australia e durante la mia permanenza downunder (già cinque anni son passati), il mio blog non era più stato il contenitore delle news o dei miei flussi di coscienza, con qualche eccezione, tipo le prime esperienze con la maratona e poco altro. Non so se da adesso riprenderò a scrivere in maniera più costante, ma mi piacerebbe registrare qui le esperienze di questi mesi, legate alla musica e in particolare al gruppo in cui suono, i <a href="http://www.facebook.com/qaanaaqband" target="_blank">Qaanaaq</a>.</div>
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La band si è formata poco più di tre anni fa, con un nucleo composto da me ed i miei due fratelli maggiori (batteria, basso e tastiere), a cui si è aggiunto Francesco alla chitarra. Nulla era stato deciso a tavolino, c'era solo voglia di trovarsi in sala prove e jammare, per puro divertimento e con la curiosità di scoprire cosa ne sarebbe venuto fuori. E quello che abbiamo scoperto subito è stato un gran divertimento, dello stare insieme e del condividere quest'esperienza che è curioso non sia accaduta prima: tre fratelli, tre musicisti, più o meno capaci per carità, ma comunque in grado di suonar qualcosa che però in anni e anni mai si erano messi a far qualcosa insieme! Beh, l'importante è averlo fatto ora. Pur non essendoci alcuna idea precisa del genere musicale che si sarebbe suonato, era ovvio che il rock e il metal sarebbero state le due influenze principali, perché generi fondamentalmente preferiti da noi. </div>
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I nostri ascolti in famiglia però sono sempre stati molto vari, anzi proprio di questo devo ringraziare i miei fratelli, ed anche i miei genitori. Son cresciuto in una casa in cui la musica era sempre presente. La sera, dopo cena, spesso mio padre imbracciava la chitarra ed insieme a mia madre cantava i loro pezzi preferiti, soprattutto musica italiana, Battisti, Pooh e tanti altri di cui non so nemmeno il nome. Riascoltate ora, quelle canzoni mi mettono sempre malinconia, come tutto quello che riporta all'infanzia. Quelle ore passate ad ascoltare i miei genitori sono state il primo insegnamento su quanto potere ha la musica. Inoltre solo in tempi recenti ho capito quanto il modo di suonare di mio padre mi abbia influenzato, con la sua passione e la sua energia che prendono il sopravvento nei momenti più sostenuti; pur suonando un altro strumento, mi rendo conto che sono parte di me (anche in altri campi, ma qui si divagherebbe troppo).</div>
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E poi, appunto, c'era la musica ascoltata dai miei fratelli e da mio cugino, a noi legato come un fratello: dal rap anni '80 (Run DMC su vinile) a Frank Zappa, dal primo Elio e le storie tese al progressive anni '70 e Branduardi, i Queen ed il grunge, gli Iron e la folgorazione del Black Album dei Metallica del dei primi '90, più qualche spruzzata di punk (Ramones e Bad Religion soprattutto) e gli imprescindibili fratelli Blues. E tanto, tanto altro ancora. Poi crescendo ho avuto varie fasi di innamoramento verso qualche genere in particolare (il Power Metal in adolescenza su tutti), ma comunque gli ascolti musicali erano sempre vari, cosa che mi ha portato ad essere aperto a tanti stili differenti. E così, tornando al discorso Qaanaaq, pur avendo una certa predilezione per il metal e comunque il rock in generale, c'era la massima apertura verso qualunque influenza. Le chitarre pesanti e ribassate di Francesco hanno steso sicuramente un velo oscuro sulle prime composizioni, mentre l'avvicendamento con Dario avvenuto qualche mese dopo ha aggiunto una chitarra più eclettica, oltre ad un membro ormai saldo del gruppo.</div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjW18Esyu6B8s4JOsCYc8Rw99KDh8Y7GKCydp-hwY7FZBfD3PM_4LTBMBOiqyihFFUkvgFwRY75CxL3C9rDgbQMnp0jYLEc670cqVmgEEgSPpZTh-QRd-Q8VzJmZPAFOt8FdrFEAMTL-Rv2/s1600/20140724_204736.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjW18Esyu6B8s4JOsCYc8Rw99KDh8Y7GKCydp-hwY7FZBfD3PM_4LTBMBOiqyihFFUkvgFwRY75CxL3C9rDgbQMnp0jYLEc670cqVmgEEgSPpZTh-QRd-Q8VzJmZPAFOt8FdrFEAMTL-Rv2/s1600/20140724_204736.jpg" height="132" width="640" /></a></div>
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<i>la prima, storica Qaanaaq Room</i></div>
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Per molto le canzoni sono state solo strumentali, ed alla fine funzionavano anche così, tanto che l'idea di cercare un cantante o meno è stata fonte di dibattito per molto tempo. Enrico è stato il primo e alla fine unico cantante a provare con noi e si è inserito in un contesto non facile, considerando la struttura musicale il più delle volte lontana dalla forma canzone classica, ma il suo growl è ormai parte integrante della band, sicuramente quella più metal, che si fonde con le altre influenze a volte più rock e progressive.</div>
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<i>Qaanaaq Room 2.0</i></div>
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Mi è difficile dare un giudizio alla musica che suoniamo, dovrei ascoltarla in maniera più distaccata, ma non mi è possibile, visto che i pezzi li conosco da troppo vicino, in ogni dettaglio e li ho suonati ormai decine e decine di volte. Certamente non è musica per tutti, anche per chi ha comunque dei gusti musicali tendenti all'estremo, perché non siamo comunque catalogabili in un sottogenere metal preciso. Mi stupisce sempre quindi quando sento fare degli apprezzamenti ai pezzi, soprattutto da chi magari ci ha appena sentiti suonare dal vivo, visto che la durata e la varietà di ogni pezzo lo rendono a mio parere per lo meno poco immediato. </div>
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Però questo è anche il bello di suonare liberi da ogni necessità commerciale: suoniamo quello che ci viene naturale, lasciandoci ispirare senza condizionamenti. Partiamo da un'idea, molto spesso un giro di tastiere, oppure anche di basso o di chitarra, e da lì si procede, suonando insieme e vedendo dove porta. Spesso un passaggio viene poi stravolto e reso irriconoscibile, altre idee vengono semplicemente scartate e poi magari recuperate in altre canzoni. E non avendo nemmeno una necessità di stare nei classici tre o quattro minuti radiofonici, abbiamo modo di spaziare e di far evolvere il pezzo come vogliamo, spesso sfiorando i dieci minuti di durata. Il bello è che, quando suoniamo, le canzoni mi passano veloci, soprattutto se suonate dal vivo. Lì si aggiunge anche il lato emotivo, l'emozione di suonare davanti ad un pubblico. E che siano cinque, trenta o più persone non conta, in quel caso i minuti passano come secondi.</div>
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<i>durante il nostro primo concerto, al Rocker Pub</i></div>
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Come dicevo, c'è una constatazione molto realistica della situazione, si suona per il puro e solo gusto di suonare insieme, senza nessuna illusione. E non è poco comunque, questo gusto. Già suonare uno strumento regala emozioni, ma suonare insieme è qualcosa di speciale. Qualche sera funziona meglio, qualche altra meno, a volte sei fresco e carico e altre vieni da otto ore di lavoro e una giornata piena di impegni. Ma quando funziona al meglio (e a volte succede proprio quando meno te lo aspetti), quando sei proprio <i>dentro </i>al pezzo, è qualcosa di magico. Io so suonare solo uno strumento (o per lo meno ci provo) e mi limito quindi solo all'esperienza che questo può dare, ma stare dietro ad una batteria e dare il ritmo a tutta la band, magari in un momento sostenuto, scambiare occhiate rapide ma piene di significato coi fratelli e con gli amici, vederli sorridere e godersi il momento, sa essere molto emozionante. Ed è ancora più bello pensare che tutto questo sia nostro, venuto da noi e dalle nostre idee, dai nostri ascolti e dalle nostre influenze.</div>
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Perché scrivere solo ora del mio gruppo? Perché mi piacerebbe avere un resoconto di queste settimane che, se tutto procede secondo i piani, ci porteranno a registrare un demo dei nostri pezzi. Oltre alla musica, vorrei avere anche un'analisi più approfondita di quello che farò io in preparazione e durante le registrazioni. E infine perché è tanto che non scrivo e questo un po' mi mancava.</div>
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Potrei parlare di musica per ore, e magari lo farò, approfondendo il lato batteristico della cosa. Ma per ora va bene così.</div>
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nicolahttp://www.blogger.com/profile/18013020362988849655noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1768663443180613385.post-3279717874107485232012-11-14T11:30:00.001+01:002012-11-14T11:31:52.259+01:00a Maratona e ritorno<div style="text-align: justify;">
Finalmente, dopo mesi di preparazione, ho corso la mia prima maratona. Tantissime emozioni, ancora adesso a più di 24 ore di distanza. Credo che certi ricordi rimarranno indelebili nella mia memoria, intanto ho dei ricordi fisici nelle gambe che invece spero spariscano presto! Ma pure quelli hanno un che di positivo, ricordo delle fatiche estreme fatte sullo storico percorso da Maratona ad Atene.</div>
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<i>lo stadio Panathinaiko, teatro dell'arrivo della Maratona</i></div>
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Ma andiamo con ordine, voglio partire da lontano, cioè dalla <a href="http://quattropollifrittieunacoca.blogspot.it/2011/09/21097-km-done.html" target="_blank">mezza maratona</a> corsa a fine 2011. A quel tempo, era la corsa più lunga che avessi mai fatto, 21,1 chilometri. Mi ero detto, faccio questa distanza e vedo come va, poi deciderò se preparare una maratona o meno. La corsa andò bene, soprattutto grazie al "pacer" Sergio, che per tutto il tempo mi spronò a non rallentare e tenere un bel ritmo. Poi però, raggiunto l'obiettivo con tanta soddisfazione, mi sono distratto un po', non ho più ripreso a correre regolarmente e mi sono arreso al freddo dell'inverno.</div>
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Trasferitomi a Stezzano, mi era tornata voglia di fare qualche corsa anche per scoprire i dintorni della mia nuova casa, ma tra il dire e il fare è passato quasi un mese. Poi, non ricordo più nemmeno come e perché, mi è scattato qualcosa, mi son deciso a prepararmi per tutti e 42,2 chilometri della maratona. Non avevo grandi pretese, mi ero detto che, avendo fatto la mezza a Bergamo nel 2011, avrei potuto correre ancora sul percorso di casa, questa volta raddoppiando le distanze. Purtroppo però, dopo i disguidi organizzativi dell'anno passato, la maratona a Bergamo nel 2012 non era in programma. Che fare? La maratona di Roma sarebbe stata a marzo, quella di Milano ad aprile, impossibile prepararsi per tempo. Mi ci voleva una maratona a fine anno. E lì mi son ricordato della maratona in Grecia di cui mi parlò Sergio. Mi son detto che non poteva esserci modo migliore e percorso più adatto per correre i miei primi 42 e 2, e così non c'ho pensato molto e mi sono subito iscritto, per non perdere lo slancio e per avere uno stimolo e un obiettivo ben preciso per la preparazione. Prima della fine di marzo ero tra i partecipanti! Ormai non avevo più scuse, era ora di mettersi sotto.</div>
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Ci sono diverse scuole di pensiero riguardo la corsa, come probabilmente ogni cosa. C'è chi per preparare una maratona parte da una base di almeno 40 chilometri a settimana e da lì aumenta e anche parecchio, con più di quattro corse a settimana, altri invece pensano che tre corse a settimana siano più che sufficienti e che non serva correre più di 50 chilometri ogni sette giorni, infine mi è stato anche consigliato di non correre mai più di 15 chilometri perché avrei affaticato inutilmente il corpo. Insomma, ognuno ha la sua opinione e non è facile capire bene cosa sia meglio. Io, che son sempre stato un testone e che spesso mi fisso troppo senza guardarmi bene intorno, sono partito a mille e soprattutto senza avere dei riferimenti nel passo da tenere. Facevo ogni corsa come se dovessi migliorare i miei tempi, dando sempre molto, ma così non si va lontano, soprattutto se ti stai preparando per una lunga distanza. Stavo stressando troppo il mio corpo, chiedevo uno sforzo non adeguato alle mie capacità e alle mie gambe, e così usciva sempre qualche fastidio a non darmi tranquillità.</div>
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Poi, quasi per caso, andando in un negozio a cercare un paio di scarpe nuove ho incontrato un ragazzo dell'ASICS che mi ha fatto il test per verificare l'appoggio del piede e quindi consigliarmi il modello di scarpa da corsa adatto a me. Oltre a questo, mi ha consigliato il sito <a href="http://my.asics.it/" target="_blank">myasics</a> per tenere nota dei miei progressi e, soprattutto, per crearmi un piano d'allenamento su misura. Devo dire che mi sono subito trovato molto bene, era la giusta via di mezzo che cercavo (quattro corse a settimana, di cui all'inizio tre impegnative e una più rilassata, che in seguito diventano due e due), con riferimenti precisi sul passo da tenere (in base al tempo finale che si vorrebbe raggiungere in gara che si dà come riferimento creando il programma personalizzato). L'allenamento mirato sarebbe iniziato a fine maggio, per cinque mesi.</div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh65QnRMmanK8TfEVWrbv2SiUeaa39qZMvsecJcA_1ZanetVgBjDcHmNkHfIKAhlBeW1rb3GN_wowN9N_ulOw1H1tX9MeX_A3LPaApY5GymVk1gzUFmqA91W4zQJaNdn3TmFIenmNmMB2hG/s1600/1.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="480" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh65QnRMmanK8TfEVWrbv2SiUeaa39qZMvsecJcA_1ZanetVgBjDcHmNkHfIKAhlBeW1rb3GN_wowN9N_ulOw1H1tX9MeX_A3LPaApY5GymVk1gzUFmqA91W4zQJaNdn3TmFIenmNmMB2hG/s640/1.jpg" width="640" /></a></div>
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<i>lo stadio visto dalla collina dell'Acropoli</i></div>
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All'inizio le distanze non erano troppo impegnative, ma certe corse dai ritmi sostenuti mi provavano abbastanza. Bello però vedere come in questa maniera riuscivo a costruirmi la muscolatura giusta e la resistenza, oltre all'abitudine a tener duro per distanze sempre più lunghe, fisicamente, ma soprattutto mentalmente. Non ho mai corso con lettori mp3 ascoltando musica, quello che mi piace della corsa è che mi fa staccare dagli impegni quotidiani, un ritaglio di tempo solo per me, in cui ci si deve concentrare solo sull'obiettivo di quel particolare allenamento e a nient'altro. Inoltre, per mezzora, un'ora o quello che è, non si è raggiungibili, nessuna interruzione esterna. E' quasi una sorta di meditazione per me. Non voglio quindi avere qualcosa che da un lato potrebbe probabilmente distrarmi e farmi passare meglio il tempo come la musica, ma che non mi permetterebbe di allenare la mente a gestire sforzi così prolungati nel tempo. Che poi alla fine c'è chi si porta la musica anche durante la corsa, ne ho visti diversi ieri, quindi il problema non si porrebbe, ma per ora a me piace così.</div>
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Piano piano i chilometri sono aumentati e così anche quello che era il mio limite finora corso, quello della mezza maratona, è stato migliorato. Prima 22,5, poi 27. Fino a quel momento non avevo avuto grossi problemi, alcune corse erano andate meglio, altre meno, ma in generale ero riuscito a mantenere il programma, a volte andando persino meglio di quanto avrei dovuto. Purtroppo far coincidere gli allenamenti lunghi della domenica con un lavoro su turni e anche nel weekend non è facile, così quando mi son ritrovato a fare 27 chilometri dopo una sveglia all'alba e otto ore di lavoro, ho dovuto veramente far ricorso a tutte le mie capacità di resistenza per portarli a termine. Poco dopo è andata ancora peggio con il primo dei due lunghi da 30 chilometri, sempre dopo il turno d'apertura al lavoro: mi sono arreso a 25, dopo aver dato tutto fino ai 20 e aver raschiato il barile delle mie energie per altri cinque miseri chilometri. Semplicemente non ne avevo proprio più. E questo sforzo eccessivo ha compromesso un'intera settimana di lavoro, perché qualche giorno dopo, durante una corsa tranquilla, ho avvertito una fitta allo stinco. Ovviamente, furbo come sono, non ho pensato a fermarmi subito, no, ho tenuto duro e stretto i denti fino alla fine, in pratica aggravando ancora di più il problema. Avrebbe anche un nome l'infortunio che ho avuto, ma ora non me lo ricordo più… Fatto sta che non riuscivo più a piegare il piede destro, dovevo tenerlo rigido per non sentir dolore.</div>
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Una settimana senza correre a un mese dalla gara e umore a zero, mi sembrava di non poter più recuperare e di aver compromesso tutto. Per fortuna ho avuto sostegno da molte parti, prima di tutto dalla mia ragazza, e così ho piano piano riacquistato fiducia. Può sembrare una reazione eccessiva la mia, e sicuramente lo è stata, ma quando si è così presi dagli allenamenti, anche solo l'idea di doverne saltare uno fa star male. E' sbagliato, ripeto, e devo imparare ad essere più flessibile. Ma se non si avesse questa dedizione, non si uscirebbe a correre dopo il lavoro, con la pioggia e il freddo, o non ci si alzerebbe la mattina presto per dei lunghi di un paio d'ore per poi passare otto ore di lavoro in piedi. In ogni caso, saltato il secondo allenamento da 30 chilometri, mi rimaneva solo l'ultimo lungo da 35 prima della maratona. Volevo che adasse bene, doveva andare bene, e per fortuna così è stato. Sveglia prima delle 7, pasta condita solo con olio per fare pieno di carboidrati e via a correre, sette giri del mio solito percorso da 5 chilometri in paese. Questa è stata la corsa che mi ha dato fiducia e tranquillità, ho corso 27, 28 chilometri tranquillamente, ho poi cominciato a sentire la fatica, ma nemmeno tanta quanto pensassi. L'ultimo giro è stato duro, ma è passato e da lì mancavano solo 7 chilometri (e 195 metri…) e avrei corso una maratona intera. Ce la potevo fare. Peccato però che non avessi fatto i conti con il mio ego e con la voglia di strafare!</div>
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Ma andiamo con ordine. Ho affrontato gli ultimi giorni con tanta voglia di arrivare al giorno della gara, sereno e tranquillo per la preparazione e fiducioso per un buon risultato. Atene mi ha accolto davvero bene, casini per lo sciopero generale a parte. <a href="http://www.hotelmetropolis.gr/" target="_blank">L'hotel</a> si è rivelato ottimo, per posizione e personale cortese, la città ha un'ottima atmosfera e la sua storia mi ha davvero coinvolto. Questo non ha fatto altro che aggiungere emozione per l'impresa che stavo per tentare. Col senno di poi, passare giovedì, venerdì e sabato mattina facendo su e giù per la città è stato un grandissimo errore. Avendo ormai un buon allenamento, non sentivo la stanchezza, non mi rendevo conto di quello che stavo chiedendo alle mie gambe, l'ho capito quando sono andato a cercare altro carburante nel momento di crisi durante la gara e non ne ho trovato più. Non sono dispiaciuto, non so se e quando tornerò ad Atene, l'idea di visitare la città era in cantiere e sono contento d'averlo fatto per quello che mi ha lasciato. Però ho in effetti preteso troppo dalle mie capacità.</div>
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La notte prima della gara è passata anche meglio di quanto pensassi, ero ansioso, ma non agitato, e ho dormito quasi sei ore, con la sveglia alle 5 ad aspettarmi. Alla consegna delle chiavi qui in hotel ho trovato un indiano alla reception che mi ha chiesto perché stessi per andare a correre per così tanti chilometri. "Ma ti pagano?", mi ha domandato seriamente. Proprio non riusciva a concepire come io pagassi il viaggio e l'iscrizione, solo per faticare come un mulo per 42,2 chilometri! E la cosa lo divertiva pure! E ha divertito anche me, che cercavo di spiegargli inutilmente come in cambio si ricevesse qualcosa che non è materiale, ma che nessuno ti porterà via per tutta la vita.</div>
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Volendo far tutto per tempo, ho raggiunto uno dei tre punti di raccolta per l'andata verso Maratona proprio alla partenza dei primi mezzi, alle 5:30. Lo sforzo organizzativo non è stato da poco, considerando che c'erano novemila persone da portare al via! La fila di pullman era impressionante e sarebbe continuata per un'oretta buona. Il viaggio è stato lungo (tanti semafori dove noi avremmo rotatorie), ma soprattutto mi ha spaventato quanti tratti fossero in discesa, e nemmeno leggera, perché quella era esattamente la strada che avrei fatto io al ritorno, di corsa. Sapevo che il percorso era in salita dal 10° al 32° chilometri, ma pensavo più a pendenze poco percettibili, non a vere e proprie salite! Ancora una volta però devo fare mea culpa, la difficoltà del tracciato mi era stata mostrata chiaramente davanti agli occhi solo poche ore prima della gara, ed io l'ho ignorata allegramente.</div>
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Arrivato a Maratona, il tempo mi è passato più in fretta di quanto pensassi. Dalle 6 e mezzo in poi ho prima messo sotto i denti qualcosa, poi ho fatto diverse tappe ai bagni (l'ansia e l'attesa mi fanno sempre questo effetto) e poi, verso le 8, mi sono preparato in tenuta da gara consegnando la sacca agli organizzatori. Con 14,4° C la temperatura era forse ideale per lo sforzo che mi attendeva, ma al momento faceva davvero freddo a stare in maglietta smanicata traspirante e pantaloncini!</div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi8p0tbGWIB8Q7w4oEakKVjjVndbqSNHKuHFrgYi9ssQ3eC_FsyW2kMGYoq-E87laboPWRqhQUfEpPoV6mCdgcJBa7Uj2pNDusBZoj0qyZgELn-IGmW70jQ3czDHyxYJ1uIsWxabL8fWhld/s1600/1.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="424" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi8p0tbGWIB8Q7w4oEakKVjjVndbqSNHKuHFrgYi9ssQ3eC_FsyW2kMGYoq-E87laboPWRqhQUfEpPoV6mCdgcJBa7Uj2pNDusBZoj0qyZgELn-IGmW70jQ3czDHyxYJ1uIsWxabL8fWhld/s640/1.jpg" width="640" /></a></div>
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<i>allegro e sorridente alla partenza (sulla destra), ancora non so cosa mi aspetta</i></div>
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Tutto dimenticato al via però, con partenza ufficiale alle 9 e partenza del mio blocco alle 9:11. Tanta emozione, ottime sensazioni sulla mia corsa, son partito con un buon ritmo, ma già dopo il primo chilometro ho sbagliato tutto. Me l'avevano detto tante volte, vai piano all'inizio che la gara è lunga, ho anche ignorato l'avviso chiarissimo ricevuto giusto prima di partire da Alberto, che di maratone sulle gambe ne ha diverse: se all'inizio ti senti bene, rallenta! Non sprecare tutto all'inizio che tanto poi recuperi alla fine. Non so che dire, io mi sentivo bene e invece di tenere il passo al chilometro che mi ero prefissato vedevo che riuscivo tranquillamente a star sotto, prima di 10 secondi, poi anche oltre. Un'eternità, nella corsa. Anche quando al decimo chilometro è arrivata la salita, ho continuato a spingere, ormai ero lanciato. Primi 10 chilometri in 49 minuti e qualcosa, sono arrivato a metà gara con solo due minuti in più dal tempo della corsa fatta a Bergamo nel 2011, 1 ora e 43 minuti, solo che qui metà del percorso era stato in salita. Verso il 23° chilometro ho capito che cavolata avessi fatto: la strada continuava a salire e le mie gambe si indurivano sempre di più. Al 27° sono cominciati i crampi al quadricipite della gamba destra, compagni di viaggio praticamente fino alla fine. Da lì è cominciata un'agonia tremenda, e prima del 29° chilometro il primo stop, praticamente la svolta della corsa.</div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhRR_5xlI0fcA3pQW7XEGDAPRQJKvA1GOH3yDXSfFy3XOG3-FV9MI7fYdMziwg5EzFMQw25CZmMhYDHi78TjGoy1aHVKo8gH74irEcOZZpUOR2mLFr864D7N_ierfG3U9wl0EMJi5TLZflc/s1600/2.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="640" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhRR_5xlI0fcA3pQW7XEGDAPRQJKvA1GOH3yDXSfFy3XOG3-FV9MI7fYdMziwg5EzFMQw25CZmMhYDHi78TjGoy1aHVKo8gH74irEcOZZpUOR2mLFr864D7N_ierfG3U9wl0EMJi5TLZflc/s640/2.jpg" width="426" /></a></div>
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<i>l'ingresso allo stadio, non esattamente in splendida forma</i></div>
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In quel momento mi rendo conto che sarà impossibile finire entro le 4 ore e per un attimo mi arrabbio con me stesso. Capisco però che a quello ci penserò dopo, ora devo continuare, quindi cerco di far passare il crampo e cammino fino a che il muscolo si rilassa, riprendo a correre, ma duro meno di un chilometro. Altro stop e poi un pochino più sciolto. Al 31° faccio seriamente fatica anche solo a camminare e lì, per un attimo, ho serissimi dubbi di riuscire a vedere il traguardo. La delusione è stata fortissima, mi stavo davvero per disperare, poi riprendo una corsetta che da fuori dev'essere stata proprio ridicola, piccoli passi e gambe pratiamente ingessate. Anche l'udito mi ha avvertito che qualcosa non stava andando troppo bene: sentivo tutto in maniera ovattata, ho capito poi che era la pressione che si era abbassata. Si sarebbe ripresa solo una mezzora dopo l'arrivo. Ma io dovevo finire, dovevo per forza arrivare alla fine, avessi dovuto anche solo camminare fino ad Atene. In pratica ho continuato un on/off di corsa e camminata ad ogni crampo, oltre a quello poi non mi sentivo davvero energie, avevo dato davvero tutto troppo presto, molto presto. Per fortuna il tracciato aveva smesso di salire. Non è che in discesa sentissi meno fatica o dolore, ma per lo meno sapevo di aver scollinato.</div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjDBN7C7kZvh3ge7pcLHT1SM6WFwA0Y8yqGdAZf7dsMcf9RFLdrAxhiXVnlWE3sghHD9rtFWzt1o5QR4cFJa7eMjAa5oi6g7SYQkLXnnpR5XrtkGd2PMlu86-MCPPPr3nHuCFYtuclU02l1/s1600/3.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="640" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjDBN7C7kZvh3ge7pcLHT1SM6WFwA0Y8yqGdAZf7dsMcf9RFLdrAxhiXVnlWE3sghHD9rtFWzt1o5QR4cFJa7eMjAa5oi6g7SYQkLXnnpR5XrtkGd2PMlu86-MCPPPr3nHuCFYtuclU02l1/s640/3.jpg" width="426" /></a></div>
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<div style="text-align: center;">
<i>davanti a me l'arrivo, un paio di metri e l'agonia è finita</i></div>
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Visitando qualche giorno prima lo splendido stadio Panathinaiko, dov'era situato l'arrivo della maratona, mi ero immaginato cosa sarebbe successo di lì a qualche manciata di ore, le tante emozioni del passare finalmente il traguardo. Invece domenica ho raggiunto lo stadio, la musica ad alto volume, le persone che salutavano e ho tagliato il traguardo praticamente senza emozioni. Ero solo contento di non dover più faticare, di non dover più tentare di correre. Ero svuotato. Mi sono appoggiato ad una transenna, volevo sedermi, ma ho pensato che mi avrebbero fatto troppo male le gambe a rialzarmi. Così sono andato, come tutti gli altri, verso l'uscita. Appena prima c'era la consegna delle medaglie. Una ragazza me la mette al collo dicendo "Congratulations!", la ringrazio e continuo a camminare. Do un bacio alla medaglia tanto per, come se fosse un atto dovuto, ma qualcosa scatta dentro di me. Quello è stato il mio traguardo, solo lì mi sono reso conto che avevo finito la corsa, che ero arrivato alla fine. Con 35 minuti in più di quanto mi ero prefissato, oltre il limite delle 4 ore che davo decisamente per scontato, ma ero arrivato. Un attimo dopo qualche singhiozzo e poi ho cominciato proprio a piangere, liberando tutta la tensione accumulata durante la corsa e la lotta con i miei errori e la mia mancanza di energie.</div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgsaJdwaXtciIyJYW1XYz6yvoRVBJFpSvTUMnmEAsaZryae_cieXQNgQp3kikjt_zZFqXN-i9HliNjSuwbMKZwQNXcRmzWcXhmBY31EtoeofOobVgqaTjUGv2wipjhPQSkXEWu77-N7XyOC/s1600/4.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="640" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgsaJdwaXtciIyJYW1XYz6yvoRVBJFpSvTUMnmEAsaZryae_cieXQNgQp3kikjt_zZFqXN-i9HliNjSuwbMKZwQNXcRmzWcXhmBY31EtoeofOobVgqaTjUGv2wipjhPQSkXEWu77-N7XyOC/s640/4.jpg" width="424" /></a></div>
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<i>sciolta la tensione e con la medaglia al collo, compare il primo sorriso </i></div>
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Da quel momento, solo soddisfazione e felicità. Avrò modo di rifarmi se ne avrò voglia (e dalle sensazioni che sento, credo che avverrà molto presto, ma ne riparleremo), intanto sto portando a casa una medaglia che è solo un oggetto, ma rappresenta una battaglia che sono orgoglioso di aver vinto. Ho lottato contro me stesso, contro la voglia di smettere, contro i dolori e le energie che non c'erano più, contro soprattutto i miei errori da vero e proprio principiante. Per una minima mia discolpa, posso dire di aver voluto spingere perché un mio grande errore, nella corsa e in tante altre cose, è quello di non osare mai abbastanza. Non volevo tornare a casa pensando che avrei potuto dare di più. Da qui all'enorme errore di valutazione che ho fatto ce ne passa, me ne rendo conto, ma almeno potete capire da dove sia partita quella spinta a non risparmiarmi nemmeno all'inizio. Devo decisamente rivalutare la capacità di pensare alla corsa e alla distanza e calibrare meglio le energie, ma alla prima maratona direi che ci può stare. E soprattutto, non avrei mai e poi mai potuto accettare un ritiro, e sono contento di non averlo fatto, nonostante non abbia mai sofferto così tanto in vita mia.</div>
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Come faccio a spiegare tutto questo all'indiano alla reception?</div>
nicolahttp://www.blogger.com/profile/18013020362988849655noreply@blogger.com3tag:blogger.com,1999:blog-1768663443180613385.post-92087897327474287322011-12-14T15:27:00.000+01:002011-12-14T15:27:57.941+01:00Jack Johnson, "In the morning"<iframe allowfullscreen="" frameborder="0" height="480" mozallowfullscreen="" src="http://player.vimeo.com/video/31932913?title=0&byline=0&portrait=0" webkitallowfullscreen="" width="640"></iframe>nicolahttp://www.blogger.com/profile/18013020362988849655noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1768663443180613385.post-50694414769770243772011-12-11T11:40:00.001+01:002011-12-11T12:16:30.386+01:00primi passi sul tatamiPrima lezione di jiu jitsu, finalmente! I turni sul lavoro non sono sempre concilianti, così ho dovuto aspettare una settimana prima di presentarmi sul tatami, finalmente in kimono (prestato dal judo, sono simili), anche se "di cartone", come si dice, perché appena tolto dalla confezione. Insomma, il classico novellino al primo giorno di scuola!<br />
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Nonostante questo, mi sento bene accolto, anche se spaesato. I ragazzi sono tanti e simpatici, si prestano a fare esercizi con me portando molta pazienza e aiutandomi come possono. Una delle regole della palestra è infatti questa: aiuta sempre chi ne sa meno di te perché prima impara, prima diventa una risorsa per tutta la scuola ed uno sfidante per te. Sulla carta suona bene, ora che ho provato devo dire che la sensazione è che non siano solo parole e che sia un principio tenuto bene in conto. Tanto meglio per me, anche nel corso di taichi aver avuto modo di praticare da subito con chi aveva più esperienza di me mi ha fatto crescere in fretta.</div>
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Però è dura, principalmente perché i movimenti a terra sono difficili se non si è abituati, e io non sono proprio abituato! Figuratevi fare qualche minuto di lotta, cercando di resistere a chi ti tira per il kimono, ti stritola il costato con le gambe, ti butta a terra e ti fa leve di braccio! Dopo una parte di lezione di studio, abbiamo fatto qualche incontro libero. Io ne ho fatti due su tre, poi non avevo davvero più energie! Non so quale fosse la durata, penso cinque minuti, ma potrebbero essere stati anche tre, erano comunque interminabili!</div>
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E chi me lo fa fare? Me lo fa fare la sensazione di quite e rilassamento che ho a fine lezione, o il divertimento e la competizione sana che nasce durante il combattimento. Pure il rispetto e la gratitudine verso chi lotta con te. Com'era anche per il tuishou, mentre stai combattendo tutto quello a cui riesci a pensare è il combattimento stesso: cerchi di anticipare le mosse dell'avversario, di metterlo in difficoltà, di andare a pescare tra le mosse che hai imparato (e qui per ora c'è la mia enorme lacuna) quella che potrebbe essere più efficace, il tutto alla massima velocità possibile. Vivi il presente, impegnando mente e corpo insieme, ed alla fine sei sì drenato di energie, ma anche rilassato e soddisfatto, al di là che tu abbia subìto o meno durante l'incontro. Ho già voglia della prossima lezione.</div>
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Intanto voglio imparare ad allacciarmi correttamente la cintura, visto che ieri avevo un groviglio inutile e cartonato che faceva piuttosto ridere. Ecco un video che mi viene in aiuto, adesso provo e scelgo quale modo usare.<br />
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<iframe allowfullscreen="" frameborder="0" height="480" src="http://www.youtube.com/embed/pdd-Qvsvm74?rel=0" width="640"></iframe>nicolahttp://www.blogger.com/profile/18013020362988849655noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1768663443180613385.post-43658309571145943662011-12-05T23:51:00.001+01:002011-12-06T00:57:49.786+01:00jiu jitsu!<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEglyd33VjXM2SwSVZRh97NL6-FdnSpK0c0PnrtUNsvYUivrKIGqVWQ_qM4DDogg3X5LiThbDGMDt9nIQ6v0ztSxjtAJ1J3Ls0GiF-QiWWDj4cHKz6RL7AWl59RMDcn5E-5Zqx_ZG27481vG/s1600/Gracie%252520Bergamo%252520Circolare%252520giallo%252520sfondo%252520nero%252520buono.jpeg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="306" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEglyd33VjXM2SwSVZRh97NL6-FdnSpK0c0PnrtUNsvYUivrKIGqVWQ_qM4DDogg3X5LiThbDGMDt9nIQ6v0ztSxjtAJ1J3Ls0GiF-QiWWDj4cHKz6RL7AWl59RMDcn5E-5Zqx_ZG27481vG/s320/Gracie%252520Bergamo%252520Circolare%252520giallo%252520sfondo%252520nero%252520buono.jpeg" width="320" /></a></div>
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Da questa settimana inizio una nuova esperienza, ho deciso di seguire il corso di <a href="http://en.wikipedia.org/wiki/Brazilian_Jiu-Jitsu" target="_blank">jiu jitsu brasiliano</a> al posto del taijiquan, comunque sempre nella mia scuola e sempre col bravissimo maestro Max. E' stata una scelta che ho fatto in poco tempo, ma c'è da dire che i primi segni di interesse verso quest'altra arte marziale si vedevano da un po'.<br />
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Diciamo che i motivi di questo cambio sono molti e diversi tra loro. La prima cosa ad avermi attratto del jiu jitsu brasiliano (BJJ), forse proprio perché agli antipodi del taiji, è la sua vivacità, il suo essere in crescita come numero di scuole e praticanti, il fatto che sia tuttora in evoluzione. C'è proprio la sensazione di qualcosa di energico (non solo riguardo la pratica vera e propria), di vivo e di condiviso. Il taiji è per sua stessa natura più riflessivo, non crea lo stesso coinvolgimento e non ha forse la stessa spettacolarità, almeno ad un occhio inesperto che può essere più facilmente catturato dal BJJ. A mio parere nel taiji c'è troppa ortodossia, o almeno questo è un elemento che (qui come in qualsiasi altro ambito) a me fa storcere il naso. Alcuni miei amici del corso di taiji non saranno d'accordo, ma a me le evoluzioni contaminate non dispiacciono, così come apprezzo la scelta del mio maestro di creare una sorta di ibrido che prende a piene mani dalla tradizione cinese, ma modifica quegli elementi che, a suo parere e grazie ai suoi studi fisioterapici, non sono idonei al giusto utilizzo del corpo e al mantenimento della forma fisica.<br />
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Oltre a questi aspetti di contorno, a spingermi verso il BJJ è una rinnovato interesse verso un allenamento più fisico, più intenso. Il taiji può essere duro, e anche parecchio, dipende ovviamente da come lo si pratica, ma nella mia scuola l'accento è posto sul concetto di benessere, tralasciando l'aspetto più marziale, quindi non ho esperienze di un taiji più intenso. L'intensità io e alcuni compagni di corso la cercavamo nelle mattine dei weekend, passati al parco a fare tuishou, cosa a cui non voglio proprio rinunciare, turni di lavoro permettendo ovviamente... Ma di recente ho sentito il bisogno di qualcosa di più. E questo desiderio mi è venuto in un periodo in cui ho cercato di praticare il taiji quotidianamente, sia per sopperire alle assenze dal corso dovute al lavoro, sia per approfondire lo studio come quest'arte merita e necessita. Mi piace l'idea che col jiu jitsu possa confrontarmi sempre coi compagni, visto che è molto più basato sulla pratica e sul duello che su esercizi in solitario. E mi piace l'intensità di questi duelli, il primo assaggio mi ha molto colpito. Ho fatto una lezione di prova venerdì scorso, facendo qualche esercizio sicuramente in forma molto ridotta rispetto agli standard, ma già questo è bastato perché alla fine sentissi di aver usato ogni singolo muscolo del mio corpo!<br />
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A differenza della maggior parte delle arti marziali, il BJJ si basa soprattutto sulla lotta a terra. Se non si è abituati a questa nuova dimensione, anche solo muoversi risulta molto dispendioso dal punto di vista energetico. Figuratevi dover lottare con un avversario! Il jiu jitsu potrebbe sembrare la cosa più agli antipodi del taiji, invece ne condivide lo spirito, perché entrambi si basano sulla cedevolezza (jiu jitsu, dal giapponese, appunto, "arte della cedevolezza" o "arte della flessibilità"), sull'uso della forza dell'avversario piuttosto che della propria e su un ampio studio della tecnica. L'idea di base è che un avversario più grande e più grosso di noi perde tutti i suoi vantaggi se portato a terra, dove quello che conta è solo l'abilità tecnica e la familiarità con questo ambiente che in ambito marziale a molti è sconosciuto. Una volta atterrato l'avversario, si usano diverse tecniche per prenderne il controllo e bloccarlo con leve o strangolamenti.<br />
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Il jiu jitsu ha <a href="http://en.wikipedia.org/wiki/Jujutsu" target="_blank">origine</a> dalle pratiche usate dai guerrieri giapponesi tra il 1300 ed il 1500 durante gli scontri in battaglia, dove non era possibile utilizzare armi lunghe. Essendo coperti da un'armatura leggera, i colpi come calci e pugni servivano a poco, era meglio invece imparare l'utilizzo di armi corte o di prese e proiezioni dell'avversario da effettuare a mani nude. Da qui si è arrivati alla codifica del jiu jitsu intorno al XVIII secolo e alle sue varie ramificazioni, tra cui, nel primo '900, al judo. L'origine della versione brasiliana del jiu jitsu è davvero curiosa. La famiglia Gracie iniziò a studiare judo da uno dei maestri giapponesi inviati in giro per il mondo per diffondere questa nuova arte. Il giovane Helio Gracie però non poteva seguire le lezioni dei fratelli perché troppo gracile e spesso malato, ma questo non gli impedì di osservare avidamente i movimenti e di farli suoi, tanto che un giorno, di nascosto, si sostituì al fratello Carlos, in quel momento assente, nell'insegnare ad un allievo. Questi fu così positivamente colpito dalla lezione che non volle più tornare a seguire le lezioni dal suo maestro precedente!<br />
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Il punto debole di Helio, il suo essere di magra costituzione, era stato sfruttato per studiare ed in un certo senso far evolvere i movimenti del judo arrivando ad un'arte più tecnica e più efficace, capace, se padroneggiata, di far primeggiare l'atleta anche nei confronti più impari, per lo meno sul piano fisico. Da quel momento il BJJ si diffuse in tutto il mondo, grazie anche alle vittorie di uno dei figli di Helio, Royce, capace di imporsi nello UFC (Ultimate Fighting Champion) grazie al jiu jitsu, arte ormai fondamentale per ogni atleta che voglia cimentarsi nei tornei di mixed martial arts. Dal judo il BJJ ha trattenuto anche un'altra caratteristica: quella di non essere solo un'arte marziale, ma anche uno sport, un modo per tenere allenato il proprio corpo e di formare il carattere, quella di essere, alla fine, uno stile di vita.<br />
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In questi giorni uno stimolo ancora più grande all'iniziare questa nuova esperienza mi è venuto grazie alla possibilità di poter assistere ad uno stage con Robin Gracie, il più giovane dei figli di Helio, al vedere il mio maestro Max passare di cintura e vedersi riconoscere ufficialmente con insegnante della nuova <a href="http://gearsofjiujitsu.blogspot.com/2011/12/e-nata-la-gracie-jiu-jitsu.html?spref=fb" target="_blank">Accademia Gracie Jiu Jitsu di Bergamo</a>!<br />
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgca0FYi7zAExA1DrNfKrYB2bzuQcGhcgxfVUS8SmOpcXruMM5uWvhjwwWP4gapDTP1tElIEQcsggFGMoZlsh_uGguS294aX9MPrLx2PCqdmp6AWsneSGC2pyN62tNUwW1dXg8Vsp23_7rF/s1600/332522_296979230335171_100000692892037_922074_223610175_o.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="504" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgca0FYi7zAExA1DrNfKrYB2bzuQcGhcgxfVUS8SmOpcXruMM5uWvhjwwWP4gapDTP1tElIEQcsggFGMoZlsh_uGguS294aX9MPrLx2PCqdmp6AWsneSGC2pyN62tNUwW1dXg8Vsp23_7rF/s640/332522_296979230335171_100000692892037_922074_223610175_o.jpg" width="640" /></a></div>
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<i>Max riceve la cintura viola da Robin Gracie</i></div>
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Mi dispiace davvero molto di aver lasciato i miei compagni del corso di taiji, soprattutto in un modo un po' brusco: mi hanno fatto compagnia in un periodo non facile della mia vita e a molti di loro rimarrò legato. Non mi è proprio possibile seguire entrambi i corsi, sia per questioni pratiche che economiche. Cercherò però di non abbandonare il taiji, che tanto mi ha dato e tanto mi può ancora dare. Ma ora ho voglia di iniziare questo nuovo capitolo e son curioso di vedere dove mi porterà. Aspettatevi presto nuovi aggiornamenti!nicolahttp://www.blogger.com/profile/18013020362988849655noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-1768663443180613385.post-16310775121027438272011-11-21T17:59:00.001+01:002011-11-21T21:40:51.094+01:00gita a Mandello<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiNkuMcH9IBVewaisbCWrheMtd7lpPj0QbQMkwjR5vjXg_KpkAXTxJ5_GajuUqrNO4yJtq6xd7sBrcvh1RYpv5JhZMMWNl2_pTLACM0SKxWjkcTfTPbDfFEizW-wrjdUy9br4fGwxpSEK5Q/s1600/1.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="478" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiNkuMcH9IBVewaisbCWrheMtd7lpPj0QbQMkwjR5vjXg_KpkAXTxJ5_GajuUqrNO4yJtq6xd7sBrcvh1RYpv5JhZMMWNl2_pTLACM0SKxWjkcTfTPbDfFEizW-wrjdUy9br4fGwxpSEK5Q/s640/1.jpg" width="640" /></a></div>
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Per festeggiare a dovere il primo giorno ufficiale di ferie dal lavoro ho voluto fare una gita nel pomeriggio a Mandello del Lario per visitare il museo Moto Guzzi: tre corridoi gremiti di moto, dai primi esperimenti alle ultime arrivate, o quasi, della casa dell'aquila. Nonostante sia passato per quelle strade qualche decina di volte quand'ero piccolo (andavo in vacanza con la famiglia a Dervio, più a nord, sempre sul lago di Como), solo in tempi recenti, con l'interessamento verso il mondo motociclistico, ho scoperto che il marchio Guzzi aveva sede così vicino a casa. Da appassionato dei <a href="http://en.wikipedia.org/wiki/Long_Way_Round" target="_blank">viaggi di Ewan e Charley</a> inoltre, mi sono particolarmente emozionato quando ho scoperto della loro visita al museo durante i primi giorni del loro Long Way Down. Ecco il video, dal quarto minuto sono a Mandello.</div>
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Era da tanto quindi che pensavo di visitarlo e così oggi ho preso la scusa delle ferie per andarci. La giornata è stata piuttosto grigia, ma senza nebbia e senza gran traffico. Sono arrivato in anticipo ed ho aspettato le 15, ora di apertura, davanti al mitico cancello rosso. Nell'attesa mi son visto sfrecciare davanti due Stelvio guidate dai tester, già quella è stata una bella scossa d'adrenalina!</div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgj7JpfukfoxTWhLKf6F_RFpX_ojumYTvXqo2satJ7wHtIxGxUiDaDJmWdrkk1AQhNlrEq2Sa8wlWYnmwvSsdHCbkovpiyhm5xPZh0o897bEFIFcKWuY_n0etaatUk_8LmyIzAc1ao2TuCS/s1600/7.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="480" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgj7JpfukfoxTWhLKf6F_RFpX_ojumYTvXqo2satJ7wHtIxGxUiDaDJmWdrkk1AQhNlrEq2Sa8wlWYnmwvSsdHCbkovpiyhm5xPZh0o897bEFIFcKWuY_n0etaatUk_8LmyIzAc1ao2TuCS/s640/7.jpg" width="640" /></a></div>
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Il museo ospita all'incirca 250 modelli, compreso qualche esperimento rimasto tale, dalla prima moto con molleggio posteriore non capita dal mercato (la Guzzi ha dovuto abbandonare l'idea, fino a quando qualche altro produttore non è riuscito ad imporla), ad un'altra con un bel paio di sci per la neve, dedicata al mercato finlandese!</div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgXQQfEvImrxpZHMFcna8h4K9Oe2aSqASEih6HvkTTt3nS6F2vPW-PN1zSidIvyFP_ZV1OraIFS2CG5qmjIHbGYJ_6UH_IaFo3I-9ZKrW-Wy-IrnWpwQOOXMKNvgDWFw4oHXTUtgQK_2Y41/s1600/3.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="480" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgXQQfEvImrxpZHMFcna8h4K9Oe2aSqASEih6HvkTTt3nS6F2vPW-PN1zSidIvyFP_ZV1OraIFS2CG5qmjIHbGYJ_6UH_IaFo3I-9ZKrW-Wy-IrnWpwQOOXMKNvgDWFw4oHXTUtgQK_2Y41/s640/3.jpg" width="640" /></a></div>
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<i>Corsa C4V, notare la sella praticamente sulla ruota posteriore</i></div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhWF8fuF0XjfSO4VAi25_Xbbw7kY6lU7juG3dqpKqQrCtlzu-iezpjrNaZ8OlMYr4nJ2_ndeRl1rRX5cyPmbwSi1yaPOXolP_t0xnRVGDsLiE3IZBd9OZBodQE73jrrU4pnqXOYuw8ETz-Y/s1600/5.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="480" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhWF8fuF0XjfSO4VAi25_Xbbw7kY6lU7juG3dqpKqQrCtlzu-iezpjrNaZ8OlMYr4nJ2_ndeRl1rRX5cyPmbwSi1yaPOXolP_t0xnRVGDsLiE3IZBd9OZBodQE73jrrU4pnqXOYuw8ETz-Y/s640/5.jpg" width="640" /></a></div>
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<div style="text-align: center;">
<i>250 Compressore</i></div>
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<i>correreste a più di 200 km/h su questa moto??</i></div>
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Splendidi i modelli carenati da velocità, emozionante la V7 Record o la 8 cilindri (la si vede anche nel filmato di Long Way Down, è quella su cui sale Ewan).<br />
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjtz77UcvsZBSg_so3YX0BUkMa4W2X6YT7prEwFzByet29OECuC_0ENA7BqxfI9c7Pl0-Gj7mtJ4ECGI0H_8KwDTnbNdTtKj3JkAWeEIby3RDNPylW3IZWD6ICtpnUhgHuqBq-b8g6gWUu4/s1600/10.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="640" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjtz77UcvsZBSg_so3YX0BUkMa4W2X6YT7prEwFzByet29OECuC_0ENA7BqxfI9c7Pl0-Gj7mtJ4ECGI0H_8KwDTnbNdTtKj3JkAWeEIby3RDNPylW3IZWD6ICtpnUhgHuqBq-b8g6gWUu4/s640/10.jpg" width="480" /></a></div>
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<div style="text-align: center;">
<i>sbaglio o è il mitico Radillon di Spa-Francorchamps?</i></div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgl68CdOCSO8zyy_gKdJW1Lnc_lXgxzCC9okovlmETEzfCZB87GGudKSCZWUBGqM8k1SEuHy2GQWYfz2yVO6y_8Z2Pp_FNopnq3z6Q9DQn3CFfNxe6rvuVXpS9DLAxnd7yH6q4CtZTR79wF/s1600/11.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="480" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgl68CdOCSO8zyy_gKdJW1Lnc_lXgxzCC9okovlmETEzfCZB87GGudKSCZWUBGqM8k1SEuHy2GQWYfz2yVO6y_8Z2Pp_FNopnq3z6Q9DQn3CFfNxe6rvuVXpS9DLAxnd7yH6q4CtZTR79wF/s640/11.jpg" width="640" /></a></div>
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<div style="text-align: center;">
<i>350, campione del mondo nel 1955</i></div>
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgMGnt2u0Wxoiz0Fp5zPmVJBMZ10BQNKxEvAf8CVX51tF0SvYVfR8CiIc8BB82c4Qwyr2r71PxIFtZsgxFrwLHbnr2n6us4lp_RJ1A8KsoIm527JDhe2aTtYkJZxdmgvKV_hvU0e3as5hu9/s1600/13.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="480" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgMGnt2u0Wxoiz0Fp5zPmVJBMZ10BQNKxEvAf8CVX51tF0SvYVfR8CiIc8BB82c4Qwyr2r71PxIFtZsgxFrwLHbnr2n6us4lp_RJ1A8KsoIm527JDhe2aTtYkJZxdmgvKV_hvU0e3as5hu9/s640/13.jpg" width="640" /></a></div>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi11wgwLRrbaqI5sqDkanrMtu5KAg-LXLJFsH6q0h0uZSB_0RiFn0OtnsM5DmIyjClvh5SkAeMynA-Txq8VmF3XDWOQhLWWEGwQjc_Z7YMFvIsuIIF2ik5LaHMJkzTQiS2i0GYvC0VuG83w/s1600/14.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="480" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi11wgwLRrbaqI5sqDkanrMtu5KAg-LXLJFsH6q0h0uZSB_0RiFn0OtnsM5DmIyjClvh5SkAeMynA-Txq8VmF3XDWOQhLWWEGwQjc_Z7YMFvIsuIIF2ik5LaHMJkzTQiS2i0GYvC0VuG83w/s640/14.jpg" width="640" /></a></div>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhNboed3iC4XrbLEeGlmeesmrMMazZA-COEM22cDFw0IIuWLpIciivUfF8Z7LmGgF6jt_J0vP9ReLxW-vStwJAA6QeYzXEL4YIen84ytZQv9VAdlUQibKfko1Xc7nzUmlUF25ss-KIJsyFE/s1600/21.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="480" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhNboed3iC4XrbLEeGlmeesmrMMazZA-COEM22cDFw0IIuWLpIciivUfF8Z7LmGgF6jt_J0vP9ReLxW-vStwJAA6QeYzXEL4YIen84ytZQv9VAdlUQibKfko1Xc7nzUmlUF25ss-KIJsyFE/s640/21.jpg" width="640" /></a></div>
<br />
<div style="text-align: center;">
<i>stupenda V7 Record</i></div>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgAOxIQEfpImLw3NJqyFdgRCNjEcEKCNGGObREbhD_y8OcWKKKceMJI-hw0BoS9x2zIgdsGnjsSMIFjP9e5Sbk8-IbF5VIKlC6qggQRpSqlrGUQdeJwSD0UKMO9DokG0E5ZDbP8_Nv6Q3Tw/s1600/22.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="480" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgAOxIQEfpImLw3NJqyFdgRCNjEcEKCNGGObREbhD_y8OcWKKKceMJI-hw0BoS9x2zIgdsGnjsSMIFjP9e5Sbk8-IbF5VIKlC6qggQRpSqlrGUQdeJwSD0UKMO9DokG0E5ZDbP8_Nv6Q3Tw/s640/22.jpg" width="640" /></a></div>
<br />
<div style="text-align: center;">
<i>direi che si commenta da sola...</i></div>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj5EF9Jf14mi_eX9sRPmS48wXEVvnuGmNI7IO8g0cs_bPQFgB7KE2Q0rdVdnDEJ3_0bKNQyh_OU9FnqA-naHXyHAcBU30VJ1Fxgs_2JPmjBOx5ogVfGQaVuh5YC0DnjmPM0rrhJiogDwCkJ/s1600/23.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="480" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj5EF9Jf14mi_eX9sRPmS48wXEVvnuGmNI7IO8g0cs_bPQFgB7KE2Q0rdVdnDEJ3_0bKNQyh_OU9FnqA-naHXyHAcBU30VJ1Fxgs_2JPmjBOx5ogVfGQaVuh5YC0DnjmPM0rrhJiogDwCkJ/s640/23.jpg" width="640" /></a></div>
<br />
<div style="text-align: center;">
<i>Otto Cilindri, un mostro a V da 500 cm3, 72 cv e 285 km/h</i></div>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh2i15cjWkjt7b2mb2XYJEZTY6Reb0HxO_bCsb0e1VkFSgLekqvzvnEFo1xUTv6WqjggKMBJujb1mfVFdITqrkaorb1iA1-MTC8tsy3jyxWF8Z1DMK1A_T8gMoT4D8-8-Idj0ezJcfqeQHu/s1600/24.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="480" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh2i15cjWkjt7b2mb2XYJEZTY6Reb0HxO_bCsb0e1VkFSgLekqvzvnEFo1xUTv6WqjggKMBJujb1mfVFdITqrkaorb1iA1-MTC8tsy3jyxWF8Z1DMK1A_T8gMoT4D8-8-Idj0ezJcfqeQHu/s640/24.jpg" width="640" /></a></div>
<br />
I modelli storici sono bellissimi, soprattutto quelli più avveniristici o estremi, ma per me Guzzi vuol dire motore a V trasversale. Pensavo e speravo di vedere più V7 Sport, ce n'era invece solo una verso la fine e senza il mitico telaio in rosso. Diverse erano invece le Le Mans, più o meno carenate, o le V7 in versione Polizia (utilizzate anche dalle Highway Patrol in diversi stati americani).</div>
</div>
<div>
<div style="text-align: justify;">
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh4oGcGeTw8tH1spP87aNxcTbfTXy5ct20ur_a5dGh_en_g3A-I-UzCrPx1_h0rUvl3m2GpOn_aF2btJQVuovcIwGLZneJaEziCyQZ4T3dQwpFZoYexXNrCmxfq-t4-c9XvJLyibXzbCAOS/s1600/17.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="480" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh4oGcGeTw8tH1spP87aNxcTbfTXy5ct20ur_a5dGh_en_g3A-I-UzCrPx1_h0rUvl3m2GpOn_aF2btJQVuovcIwGLZneJaEziCyQZ4T3dQwpFZoYexXNrCmxfq-t4-c9XvJLyibXzbCAOS/s640/17.jpg" width="640" /></a></div>
<br />
<div style="text-align: center;">
<i>V!</i></div>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg67VXNc-7Fd1kEk1vgqEcQ4OEBVav-OFJ77be4JcARi_7eW865huJqhYvK3zRe6P05ktrURQ7EkaYLMhxnHyAuHYJqk43-OXg9XJuJ_L99t3DdEySSetsKrb5VyD9AXCR5f3Bt9rwJMIWV/s1600/27.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="480" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg67VXNc-7Fd1kEk1vgqEcQ4OEBVav-OFJ77be4JcARi_7eW865huJqhYvK3zRe6P05ktrURQ7EkaYLMhxnHyAuHYJqk43-OXg9XJuJ_L99t3DdEySSetsKrb5VyD9AXCR5f3Bt9rwJMIWV/s640/27.jpg" width="640" /></a></div>
<br />
<div style="text-align: center;">
<i>V7 Special, la "mucca"</i></div>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgmkyAcb2ZZTY4f2UTA72I_x5NdiO4HeT2f7hTGzXWvfMfstr46vUPWtKhIa0CbJ7ADUQuImNXuBJH9gU52eZHDdxermuXue4Zv7IglY6zHyn7JE4_6DsNlC_Uvfvh39P6tSXEpdvfaRML7/s1600/26.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="480" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgmkyAcb2ZZTY4f2UTA72I_x5NdiO4HeT2f7hTGzXWvfMfstr46vUPWtKhIa0CbJ7ADUQuImNXuBJH9gU52eZHDdxermuXue4Zv7IglY6zHyn7JE4_6DsNlC_Uvfvh39P6tSXEpdvfaRML7/s640/26.jpg" width="640" /></a></div>
<br />
<div style="text-align: center;">
<i>la storica V7 Sport</i></div>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgSvuC1AeT6_ttuChCqClRRrK2bbwEoKRSRAGDoPbxrymMXsXV0bpxxwsla6JEqEqqNOim6eTvIAJn4sPhP4NDu1vbWYU1S1RAxvEvPXABPxq0Xywtx5A_bbmcwmLKtXszWxzMtVN4zffik/s1600/20.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="480" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgSvuC1AeT6_ttuChCqClRRrK2bbwEoKRSRAGDoPbxrymMXsXV0bpxxwsla6JEqEqqNOim6eTvIAJn4sPhP4NDu1vbWYU1S1RAxvEvPXABPxq0Xywtx5A_bbmcwmLKtXszWxzMtVN4zffik/s640/20.jpg" width="640" /></a></div>
<br />
<div style="text-align: center;">
<i>una delle 850 Le Mans in esposizione, terza serie</i></div>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjJAW9nSy5zj8otc2ulAVh7X_bSInmfpERWN_JG6P26nzynbIYqvQznHfjcW2f7YpdfnN_sJ3rXDoQz8W2Frn-RYaQ0WhbcYCSGd8wPQETEEE0x_Dti_bX9nQqCVVnZcpYJHWoEB-n7_fAW/s1600/18.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="480" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjJAW9nSy5zj8otc2ulAVh7X_bSInmfpERWN_JG6P26nzynbIYqvQznHfjcW2f7YpdfnN_sJ3rXDoQz8W2Frn-RYaQ0WhbcYCSGd8wPQETEEE0x_Dti_bX9nQqCVVnZcpYJHWoEB-n7_fAW/s640/18.jpg" width="640" /></a></div>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg-oWgcmigDfY_2Plg4DgtQWB376iTyswzECvh3x-g4QhD0Nd7jd82qApJ7duCCHXqRX2tVpAvZTbGLAgxdXG5ZlGh9ClVuW6Sj87HcUyxg-a_kh2w1e1CHS9l28Q1yryB7edldhhXjsvMF/s1600/19.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="480" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg-oWgcmigDfY_2Plg4DgtQWB376iTyswzECvh3x-g4QhD0Nd7jd82qApJ7duCCHXqRX2tVpAvZTbGLAgxdXG5ZlGh9ClVuW6Sj87HcUyxg-a_kh2w1e1CHS9l28Q1yryB7edldhhXjsvMF/s640/19.jpg" width="640" /></a></div>
<br />
<div style="text-align: center;">
<i>Moto Guzzi anche alla Parigi-Dakar</i></div>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEirKGEAa2MRES5dI8LDOUBOngli7YGpJPxdxM3_AC1L5t0d4ohMdcCXpGuu8gLxTlgx305Yfku6RQdZY3UpaTQRXRA8p9GTRZ82CwXYPAva2-pfpKpMIeHBUJSgC4mNX_YgMoFHER0SJMft/s1600/15.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="480" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEirKGEAa2MRES5dI8LDOUBOngli7YGpJPxdxM3_AC1L5t0d4ohMdcCXpGuu8gLxTlgx305Yfku6RQdZY3UpaTQRXRA8p9GTRZ82CwXYPAva2-pfpKpMIeHBUJSgC4mNX_YgMoFHER0SJMft/s640/15.jpg" width="640" /></a></div>
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<div style="text-align: center;">
<i>la Convert 1000 per le polizie americane, con cambio automatico</i></div>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiQVh8GG6_ZU_LvO3Q_6dHt3rUAde5TvuN9m0b_yc6kBcefIKCsiTWunjnLAYfX-4o0Qv6Y0vraTnEjAN9iSllrBfySIBAhumrv1L96jf3XHpmpp1rqPy30QVpJ0wMokjgBQ_UvgQPfYwDM/s1600/16.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="640" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiQVh8GG6_ZU_LvO3Q_6dHt3rUAde5TvuN9m0b_yc6kBcefIKCsiTWunjnLAYfX-4o0Qv6Y0vraTnEjAN9iSllrBfySIBAhumrv1L96jf3XHpmpp1rqPy30QVpJ0wMokjgBQ_UvgQPfYwDM/s640/16.jpg" width="480" /></a></div>
<br /></div>
</div>
<div>
<div style="text-align: justify;">
All'EICMA ho potuto ammirare il restyling della V7 Classic (ora solo V7), stupenda nella colorazione nero opaco e con i cerchi in lega (in pratica la stessa mossa fatta da Triumph nel 2009 con la Bonneville), interpretazione del classico in chiave più moderna. Bellissima.</div>
</div>
<div>
<div style="text-align: justify;">
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjy0j7NR-q6NVZYiuA8NBRXumnc0KqIGIpjXRaWpSw-7RRT1vyrV-s797NMlFN7GmOsLVIosSvC-MCG8BYcJwndtywKtMBppindQlu42IfPOIfHnfsEQdSLYeM4D7-vvXJS0dcLI8UZLC6K/s1600/3.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="480" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjy0j7NR-q6NVZYiuA8NBRXumnc0KqIGIpjXRaWpSw-7RRT1vyrV-s797NMlFN7GmOsLVIosSvC-MCG8BYcJwndtywKtMBppindQlu42IfPOIfHnfsEQdSLYeM4D7-vvXJS0dcLI8UZLC6K/s640/3.jpg" width="640" /></a></div>
<br />
Gita davvero piacevole, un tuffo nella storia di un marchio conosciuto in tutto il mondo ed in ripresa grazie ai milioni di euro investiti dalla proprietaria Piaggio. Non posso non chiudere col mitico video di Nico Cereghini sulla storia del motore V7. Grande Guzzi e grande Nico!<br />
<br /></div>
</div>
<iframe allowfullscreen="" frameborder="0" height="480" src="http://www.youtube.com/embed/rZTjb0ppqYM?rel=0" width="640"></iframe>nicolahttp://www.blogger.com/profile/18013020362988849655noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-1768663443180613385.post-57443544764952837852011-10-04T17:26:00.000+02:002011-10-04T17:30:27.481+02:00mezza maratona: le foto!<div style="text-align: justify;">
Ecco le foto della mezza maratona, come promesso. Tutti i credits e i ringraziamenti al fratello Mattia per l'ottimo servizio e per gli scatti proprio belli e dall'esecuzione non semplice, visto che son stati fatti tutti al volo, tra un passaggio e l'altro, letteralmente...in corsa!</div>
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjKbXlnw6qAFrtl5gBuD5xolGscUgeTVYauE1e3BAcrAZVzISdee1dEax9HJ2GnnwKcyBoFSW9N_fTkt5vlEEMmk41ocP-iuIriEj7rXSadG2xRHJJq4oeRnDxCzMRrZS99OgQk8TCn3nYv/s1600/1.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="262" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjKbXlnw6qAFrtl5gBuD5xolGscUgeTVYauE1e3BAcrAZVzISdee1dEax9HJ2GnnwKcyBoFSW9N_fTkt5vlEEMmk41ocP-iuIriEj7rXSadG2xRHJJq4oeRnDxCzMRrZS99OgQk8TCn3nYv/s400/1.jpg" width="400" /></a></div>
<br />
<div style="text-align: justify;">
Poco dopo la partenza, il gruppo è ancora folto e Sergio ed io cerchiamo di trovare il nostro ritmo creandoci un varco tra i corridori più lenti, recuperando qualche posizione vista la partenza molto arretrata.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjqXvrXQm4NES9zwgwXUuJojp75zWxdrWB-Ij3fkSx3MpCAyEzkj8GHOnkpY6-WYcMpOB5VQajCHOTYpneEnI8W842AAf2JKwnS6SU0C3P1TLyqBpSOFfXIsdv7tn49ibhwpfNGCrDhx1Mi/s1600/2.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="252" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjqXvrXQm4NES9zwgwXUuJojp75zWxdrWB-Ij3fkSx3MpCAyEzkj8GHOnkpY6-WYcMpOB5VQajCHOTYpneEnI8W842AAf2JKwnS6SU0C3P1TLyqBpSOFfXIsdv7tn49ibhwpfNGCrDhx1Mi/s400/2.jpg" width="400" /></a></div>
<br />
<div style="text-align: justify;">
Poco dopo il primo punto di ristoro, quindi intorno al quinto chilometro. Capiamo in fretta che questi punti più che dar ristoro creano qualche problema: le bottigliette d'acqua sono ovunque, quasi piene, ed il rischio di pestarle è piuttosto alto visto che essendo ad inizio corsa siamo ancora circondati da altri corridori.</div>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiJqKbWw_ngmgsLAOgp03ELsXoFCrKm3Bwt8wVuBsqWN71kzolRrYsxetxooiLXrrAQe_GklnwpjoXtrSnXt7_Ona1wZrx4bfObqUE1DOnRWroxK0l-JU0lXn6pGYw3YvL5LCOcO9r6Dbfx/s1600/3.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="268" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiJqKbWw_ngmgsLAOgp03ELsXoFCrKm3Bwt8wVuBsqWN71kzolRrYsxetxooiLXrrAQe_GklnwpjoXtrSnXt7_Ona1wZrx4bfObqUE1DOnRWroxK0l-JU0lXn6pGYw3YvL5LCOcO9r6Dbfx/s400/3.jpg" width="400" /></a></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">
Zona Conca Verde, il mio ex cinema! Nonostante i chilometri sulle gambe comincino ad aumentare, c'è sempre voglia di mettersi in posa per le foto.</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhpB9CSGUmsR5ESVLZfBfrpm0CPPFETwSiUl5E4mS7tJlCsat3ptYyIUAUNbeN25Ap4t1DL0NUPxGbGcAwArB_cGFY-F76veqgbs40l76B74z5RqFGQRMYFeemKzqhzIsLAmU2XmR0ZRc5f/s1600/4.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhpB9CSGUmsR5ESVLZfBfrpm0CPPFETwSiUl5E4mS7tJlCsat3ptYyIUAUNbeN25Ap4t1DL0NUPxGbGcAwArB_cGFY-F76veqgbs40l76B74z5RqFGQRMYFeemKzqhzIsLAmU2XmR0ZRc5f/s400/4.jpg" width="288" /></a></div>
<br />
<div style="text-align: justify;">
Bellissimo scatto con un passaggio in curva, in velocità dopo una delle poche discese del tracciato.</div>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhQmgh7k9vq8ViL-GJw4OOCzC5KFBNVEkhib2iMgV4h7LQqTOU2QwR9ht8AoJmdM-T8Oz45durSaXsVK6oFdlp12RHqS6_uc6VG93-5_TpuL84E1gfHB5OY-rMhm_s9JP9yotZaIt1M79cO/s1600/5.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="287" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhQmgh7k9vq8ViL-GJw4OOCzC5KFBNVEkhib2iMgV4h7LQqTOU2QwR9ht8AoJmdM-T8Oz45durSaXsVK6oFdlp12RHqS6_uc6VG93-5_TpuL84E1gfHB5OY-rMhm_s9JP9yotZaIt1M79cO/s400/5.jpg" width="400" /></a></div>
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Bel passaggio rettilineo in via Carducci. Vedere una bella striscia dritta d'asfalto davanti a sé può essere a volte un po' demoralizzante, ma in questo modo si percorrono distanze più lunghe con meno sforzo psicologico. O almeno questo è quello che cercavo di ripetermi mentre mi avvicinavo alla metà della corsa.</div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg-JPv3D384FsQmEEtqdfsz_rqRF9oS5X6OfC4-S40COhfpRrtvp9cDzAfyzsWDoRyB_mvdeVOtXRr1Qq7H5W4o-2bGlOoVEtybAxejnSTtBBYTvzIMz-ZXmn2qAPWjgK2oMb2H7K2NJKup/s1600/6.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="267" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg-JPv3D384FsQmEEtqdfsz_rqRF9oS5X6OfC4-S40COhfpRrtvp9cDzAfyzsWDoRyB_mvdeVOtXRr1Qq7H5W4o-2bGlOoVEtybAxejnSTtBBYTvzIMz-ZXmn2qAPWjgK2oMb2H7K2NJKup/s400/6.jpg" width="400" /></a></div>
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11° chilometro o giù di lì, ritorniamo in centro Bergamo e aumentiamo il ritmo: la seconda parte di gara sarà bella veloce, cosa che mi ha davvero soddisfatto!</div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiuxiEUOvaMml-jxspuTVO99WWoI0kamKSN7PA08xr3jIuvg1h0Is6RIPg1GL5VgJgR5GTLOIFAMRITsichk7eqyHcACAmtLw0LE3mqEweWFz-j8Sz1FZMDLydkym2lyAtgqa4k8pEsJ7Rk/s1600/8.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="267" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiuxiEUOvaMml-jxspuTVO99WWoI0kamKSN7PA08xr3jIuvg1h0Is6RIPg1GL5VgJgR5GTLOIFAMRITsichk7eqyHcACAmtLw0LE3mqEweWFz-j8Sz1FZMDLydkym2lyAtgqa4k8pEsJ7Rk/s400/8.jpg" width="400" /></a></div>
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Uno dei momenti più belli della corsa: quasi due terzi di gara alle spalle, ma non ancora troppo stanco per sorridere!</div>
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Passaggio in via Tremana, con l'obbligato saluto alla casa Baroni & Togni!<br />
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiEZJERroPWkh8NuuBte-anR2tge9lzWhywoY_ZRIbxayIvx7J5dr7IdwGn56OaMFmYZ5uFhgXqDpc-e0-J1E2h-U9NHZBSp2LdShk_YirU_vKCRFtZ5Jpj4P79a6HpZbFfltvmqtLBbgPr/s1600/10.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="267" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiEZJERroPWkh8NuuBte-anR2tge9lzWhywoY_ZRIbxayIvx7J5dr7IdwGn56OaMFmYZ5uFhgXqDpc-e0-J1E2h-U9NHZBSp2LdShk_YirU_vKCRFtZ5Jpj4P79a6HpZbFfltvmqtLBbgPr/s400/10.jpg" width="400" /></a></div>
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Passata la parte più impegnativa in zona Monterosso, un passaggio in salita non indifferente, ci si rinfresca con gran piacere grazie agli spugnaggi gelati! Poco più di quattro chilometri al traguardo.</div>
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Penultima curva, circa 200 metri all'arrivo, com'è più che evidente dalla foto io sto dando tutto quello che ho! Sergio non smette di incitarmi e questo aggiunge molta carica e l'arrivo sarà davvero fulminante, tanto da spiazzare pure il fotografo, bloccato dalla folla assiepata all'arrivo (mancava poco all'arrivo dei maratoneti, lo so che non erano lì per me...).</div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjr1ZiBrJ7qxeu_nAqCOKxAhqHArucvSgrfzqekczFs7UlrXMI6ZL3QXYi7HWGrzLG1hdsmKB0WM5ePl7Gyf56fmq6kSkDol7zy8MvomZj1PpTWIQF9SA6reChLeXuCtyfNZ8sR1iMGEVP0/s1600/14.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjr1ZiBrJ7qxeu_nAqCOKxAhqHArucvSgrfzqekczFs7UlrXMI6ZL3QXYi7HWGrzLG1hdsmKB0WM5ePl7Gyf56fmq6kSkDol7zy8MvomZj1PpTWIQF9SA6reChLeXuCtyfNZ8sR1iMGEVP0/s400/14.jpg" width="267" /></a></div>
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Finalmente arrivati! Foto di rito con la medaglietta al collo, gran soddisfazione e faccia distesa del sottoscritto, felice per l'aver portato a termine la corsa e soprattutto per il tempo insperato!</div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgckGl9hTTV1d4XFMQzFCJltJpXRe9Ry_xnRulFspJGkCQJQLTPPiyAmnXCNM6uiAwLGu8K_PzmTk6H6PzTZA4Iz9C3j7ZpJkSdMsS3YHKH11fHzBpyCSw9IGUMVJ9EboxqaKO3pFyYWseI/s1600/13.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="267" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgckGl9hTTV1d4XFMQzFCJltJpXRe9Ry_xnRulFspJGkCQJQLTPPiyAmnXCNM6uiAwLGu8K_PzmTk6H6PzTZA4Iz9C3j7ZpJkSdMsS3YHKH11fHzBpyCSw9IGUMVJ9EboxqaKO3pFyYWseI/s400/13.jpg" width="400" /></a></div>
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Post corsa pieno di sorrisi! Un'altro scatto con Sergio, che sembra fresco come alla partenza, e un altro con Mattia, che ha reso possibile questo post e ha fissato su pixel una bellissima esperienza!</div>
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Prossima esperienza? Con molta probabilità correrò la mezza maratona di Brescia, che dovrebbe svolgersi a marzo 2012. Ora che ho più consapevolezza dei miei mezzi, l'obiettivo è migliorare il tempo e godersi un'altra competizione. La voglia di tentare la maratona c'è, decisamente, ma nessuno mi...corre dietro e mi voglio prendere i miei tempi, inoltre non mi ispira molto l'idea di allenarmi con corse di 25, 30 km con gelo e neve... Voi comunque rimanete collegati che sicuramente ritornerò sull'argomento.</div>
nicolahttp://www.blogger.com/profile/18013020362988849655noreply@blogger.com4tag:blogger.com,1999:blog-1768663443180613385.post-28677625718653526832011-09-25T18:56:00.004+02:002011-09-27T21:37:03.111+02:0021,097 km: done!<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhuzb774Z7l9hIdExX-dA8Nr07E1xUHSllG8ALn2KAFnrbOubUt-pcJroeF9kxE8OiTu4_LkDjtfiH0rAI2wtQKQ9kslb8myIlj-TD-uvcNX5K3yMPTCnft_Qadl7gtKrrwJBXtu9eNZifj/s1600/292830_2505202597712_1482423823_3367720_1610237152_n.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhuzb774Z7l9hIdExX-dA8Nr07E1xUHSllG8ALn2KAFnrbOubUt-pcJroeF9kxE8OiTu4_LkDjtfiH0rAI2wtQKQ9kslb8myIlj-TD-uvcNX5K3yMPTCnft_Qadl7gtKrrwJBXtu9eNZifj/s400/292830_2505202597712_1482423823_3367720_1610237152_n.jpg" width="267" /></a></div><br />
<div style="text-align: justify;">Ed eccomi a scrivere della mezza maratona corsa stamattina, che si è rivelata una bellissima esperienza come speravo!! Non solo l'ho portata a termine, ma anche con un tempo ottimo per i miei standard! Ma andiamo con ordine...</div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;">Ieri sera dopo il lavoro sono andato a prendere Sergio, avevamo concordato di dormire da me così da essere subito pronti stamattina per andare in centro insieme. La nottata non è stata poi molto lunga, anzi, ma la telefonata con l'amica Franci in Canada e le risate tra noi hanno portato molta serenità e azzerato agitazione e ansia pre gara. Al mattino la sveglia era alle 6:00, qualche minuto a rigirarsi nel letto e poi in cucina a preparare una bella pasta al sugo! Ha fatto strano mangiare maccheroni a quell'ora, ma in effetti ci stava proprio bene vista la fame, inoltre i carboidrati erano di quanto più indicato in vista dello sforzo prolungato.</div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;">Verso le otto eravamo in centro alla zona della partenza: consegna sacca e primo pit stop al bagno, poi arriva la prima sorpresa. Mio fratello Mattia s'è presentato in bicicletta e Nikon, ci ha seguito per tutta la corsa e ha realizzato un servizio fotografico che attendo di vedere con ansia!! Grande Mattia, bellissima idea davvero molto gradita, anche per il supporto e la compagnia durante la corsa! Mitico!!</div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;">Ultimo pit al bagno e via sulla linea di partenza... più o meno, visto che eravamo un migliaio! Ci siamo accodati senza pretese al gruppo e ce la siamo presa comoda al via, cercando più che altro di trovare un varco tra la folla: davvero emozionante partire, una marea di corridori, tanta gente sui marciapiedi, lo speaker che incita...</div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;">I primi chilometri sono passati abbastanza in fretta e con una bellissima sensazione di esserci fisicamente. Nessun problema, un buon ritmo e una buona amministrazione delle energie grazie anche ai consigli di Sergio. La zona centrale della corsa, col lungo rettilineo di via Carducci, è stata un po' lo spartiacque, anche perché ha segnato la metà della mezza maratona e da lì c'è stato un leggero aumento del ritmo che è durato davvero a lungo, in pratica fino alla fine. La classifica non conta, però vedere che si continua a sorpassare altri corridori ti fa capire che stai andando bene.</div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;">Arrivati in via Tremana, dove abito, ho accusato un po' la stanchezza, sia per i chilometri ormai accumulati, sia perché il percorso prevedeva qualche salita, affrontata però ottimamente grazie agli allenamenti con un buon dislivello di questi ultimi tempi! In questa fase è stato assolutamente fondamentale l'incitamento continuo di Sergio, un compagno di corsa insostituibile, che ha fatto la mezza al mio ritmo quando poteva sicuramente dare di più. Grazie bro, sei sempre il mio maestro di corsa!</div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;">L'ultimo chilometro però è stato una sorpresa anche per me però: le gambe hanno cominciato ad allungare la falcata quasi da sole e la spinta è stata notevole! Abbiamo iniziato a tirare e abbiamo fatto gli ultimi metri in scatto con una volata che rimarrà memorabile!! Bellissimo poi l'arrivo, tra la gente che saluta, l'emozione che sale e la consapevolezza di avercela fatta, il taglio del traguardo e una ragazza che col sorriso ti mette una medaglietta al collo: non capivo davvero nulla, senza ossigeno nei polmoni, ma con un sorriso ebete stampato in volto! E non solo ce l'ho fatta, ma l'ho fatta anche bene, perché un occhio al cronometro ha mostrato un 1 e 44' decisamente sotto le mie previsioni! L'obiettivo era quello di finire e il traguardo secondario era quello di terminare sotto le 2 ore. Direi che è andata benone! Tempo finale di 1 ora, 44' e 30'', mentre il tempo effettivo (visto che eravamo in coda, abbiamo impiegato quasi un minuto ad arrivare alla partenza e iniziare effettivamente la distanza di corsa) è stato di 1 ora, 43' e 39''! Sono davvero molto soddisfatto! 12,2 km/h di media e meno di 5 minuti a chilometro! E, giusto per la cronaca, 317° e 318° posto su poco più di 600 corridori per la mezza maratona. Come prima esperienza non potevo pretendere di più!</div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg3CsrGhOjnHnWCMlgmXLKPg2irvfb3mJ_iaGlxkx3zXAE-1jUhNQ2opspr9DcDPGi_L5v2yoXLX9WHSTvJqgFhwVLppc8j1dfQjDmN7lZNNxeLvUpX3GWPGlYhxbE58NwZOHNSerX1wvWh/s1600/Senza+titolo.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="253" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg3CsrGhOjnHnWCMlgmXLKPg2irvfb3mJ_iaGlxkx3zXAE-1jUhNQ2opspr9DcDPGi_L5v2yoXLX9WHSTvJqgFhwVLppc8j1dfQjDmN7lZNNxeLvUpX3GWPGlYhxbE58NwZOHNSerX1wvWh/s400/Senza+titolo.jpg" width="400" /></a></div><br />
<div style="text-align: justify;">Mi ero detto che avrei fatto questa gara e poi avrei pensato ad un'eventuale maratona. E' presto per decidere, ma vista l'emozione e la soddisfazione, non vedo perché no. Raddoppiare la distanza richiede non il doppio di energie e dedizione, ma molto di più. Però 21 chilometri mi sembravano già tanti tempo fa, e ora li ho fatti e pure bene, quindi... Come ho detto più volte, il limite è solo nella nostra testa.</div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;">Grazie a chi mi ha incitato e supportato, prima, durante e dopo: avete corso con me e mi avete dato più di una spinta! Appena metto le mani sul servizio fotografico di Mattia vi pubblicherò altri scatti.</div>nicolahttp://www.blogger.com/profile/18013020362988849655noreply@blogger.com6tag:blogger.com,1999:blog-1768663443180613385.post-83398887112941943532011-09-19T23:33:00.002+02:002011-09-20T23:01:49.376+02:00mezza maratona a BG<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg3oeskJSJOf5_5AFR98XViGZf00WY15eIB3i8jNX3OcVVXe55qktKKL0_10VWY6FcsaqTrVuWuDDw6z1gLlQa6LgBIq7I5I5x2n7OIrTshI0tRc0IoW0pf5gI2K6T-L9seDigxAzoa_w_Q/s1600/correre.jpeg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="265" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg3oeskJSJOf5_5AFR98XViGZf00WY15eIB3i8jNX3OcVVXe55qktKKL0_10VWY6FcsaqTrVuWuDDw6z1gLlQa6LgBIq7I5I5x2n7OIrTshI0tRc0IoW0pf5gI2K6T-L9seDigxAzoa_w_Q/s400/correre.jpeg" width="400" /></a></div><div style="text-align: justify;"><i><br />
</i></div><div style="text-align: justify;"><i>"Memorabile un pranzo in collina fatto sabato, fantasticando di corse insieme che per ora sono solo sogni, ma chissà che non diventino presto realtà... In fondo, forse, anche nella vita l'ostacolo maggiore è nella nostra testa."</i></div><div style="text-align: justify;"><i><br />
</i></div><div style="text-align: justify;">Ho appena riletto un <a href="http://quattropollifrittieunacoca.blogspot.com/2008/08/corri-nicche-corri.html">post</a> dell'agosto 2008 che si conclude così, il compagno di pasto non nominato era Sergio ed io venivo dai primi mesi di corsa. Non ricordavo quel post, inoltre pensavo d'aver iniziato a correre prima! Invece questo è solo il mio terzo anno da podista molto amatoriale. Quello che mi colpisce del post è l'ottimismo che avevo riguardo le mie possibilità, che ingenuo! Però è anche bello vedere quanto fossi emozionato nonostante i primi acciacchi. I vari problemi, per lo più alle gambe, si son sempre ripresentati nel tempo. Sono riuscito a superarli solo di recente, con la marcia in più messa da qualche mese, ad inizio primavera, grazie a sedute di corsa a cadenza costante, puntando più sulla quantità degli allenamenti che dei chilometri. Ho sempre risentito di fiacchezza con la fine dell'inverno e l'arrivo dei primi caldi, così quest'anno ho deciso di prendere la stagione di petto e di tenermi allenato come si deve.</div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;">E la differenza s'è vista, devo dire. Si sa, la costanza paga, però non l'avevo mai messo in pratica così bene. Venivo da un inverno di corse, lunghe (relativamente, intorno ai 10 km) e saltuarie, e stavo iniziando ad aumentare gli allenamenti di taichi con la pratica al parco nel weekend, così le ginocchia cominciavano a risentirne. Dimezzato le distanze e aumentato le sedute, il fastidio è passato e contemporaneamente le prestazioni son migliorate visivamente.</div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;">Quello che nel 2008 non sapevo è che con l'aumentare del chilometraggio la corsa richiede un impegno esponenziale. E così le ingenue previsioni di super corse son state presto smontate dall'evidenza dei fatti! Grazie all'allenamento costante però son riuscito a costruire meglio la preparazione e così m'è venuta voglia di fissarmi un obiettivo, impegnativo, ma alla mia portata: la mezza maratona. 21,097 km non sono certo epici come i 42,195 della maratona, ma sono comunque una prova non indifferente. Inoltre è un test interessante che permette di sperimentare l'esperienza di corsa, che so essere piuttosto unica: percorso in città tra le strade chiuse, gente che fa il tifo, magari qualche amico o famigliare... Son curioso! Il 25 settembre quindi correrò la mezza maratona qui a Bergamo, su un bel <a href="http://webstorage2.mediaon.it/media/attach/2011/09/planimetria.pdf">circuito</a> che mi porterà in zona Conca Verde (il cinema dove ho lavorato per qualche anno) e persino sotto casa mia in via Tremana! Partenza e arrivo sono in pieno centro, sul Sentierone.</div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;">La citazione di inizio post mi pareva adatta anche perché prevedeva corse in compagnia di Sergio, caro amico che si cimenterà con me nella mezza maratona. Certo, nei nostri pensieri c'erano prove molto più impegnative, ma è bello vedere che una gara insieme sia arrivata davvero. Sia per l'amicizia unica che ci unisce, sia perché è stato lui a farmi appassionare alla corsa, non potrei immaginare compagno migliore per quest'esperienza! A presto per il racconto della giornata di gara!</div>nicolahttp://www.blogger.com/profile/18013020362988849655noreply@blogger.com3tag:blogger.com,1999:blog-1768663443180613385.post-57726326026183731562011-08-06T18:32:00.002+02:002011-08-06T18:38:41.553+02:00knee-deep in mergozzo<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiKmTAR1fLVuMKr8Lgw0ABDGe-1-62SFvJf3FnfAUGzFxAe0pr8hFnSR0ihVXq-hbpMfDMvwYmjLPa9LvrEBFMn1BkMaTy8KGTgPSrOZ_QxNWATWGdHOOl610Zl6T7WXCYeDhKU-tPaPjUH/s1600/5.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="300" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiKmTAR1fLVuMKr8Lgw0ABDGe-1-62SFvJf3FnfAUGzFxAe0pr8hFnSR0ihVXq-hbpMfDMvwYmjLPa9LvrEBFMn1BkMaTy8KGTgPSrOZ_QxNWATWGdHOOl610Zl6T7WXCYeDhKU-tPaPjUH/s400/5.jpg" width="400" /></a></div><br />
L'ultimo weekend di luglio ho avuto la fortuna di sfruttare i giorni di riposo dal lavoro capitati giusto di sabato e domenica per una gita a Verbania con gli amici del taichi: Vinz, Ale e Mirko. L'occasione era la graditissima ospitalità di Antonio, istruttore di taichi della scuola di <a href="http://www.csitaichi.it/">Marcello</a>, persona splendida nonché praticante dalle spettacolari capacità!<br />
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgV_RG3qZHzhmrhhJ9lEjHqqrenFvY_kr3Mt9VeSnWeAEFYNKs5KEWTMTSSRGpXbtyUuz2kghNQK4FM7ynBu-DiEKkTbalrOoSPWGY0I57Hc7vyJny-GugBPMY_UNeZ3oSOFOGgzDIvpwzN/s1600/1.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="300" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgV_RG3qZHzhmrhhJ9lEjHqqrenFvY_kr3Mt9VeSnWeAEFYNKs5KEWTMTSSRGpXbtyUuz2kghNQK4FM7ynBu-DiEKkTbalrOoSPWGY0I57Hc7vyJny-GugBPMY_UNeZ3oSOFOGgzDIvpwzN/s400/1.jpg" width="400" /></a></div><br />
Partiti leggerissimamente in ritardo (intorno all'ora dopo rispetto ai piani...) siamo giunti a Verbania verso metà mattina. Recuperati da Antonio, abbiamo giusto lasciato i bagagli a casa sua e cambiati per una sessione di un paio d'ore di pratica, in un angolo di natura davvero bello che proprio mi dispiace non aver catturato in fotografia. E' stato davvero un piacere ritornare a praticare dopo uno stop un po' troppo lungo, salvo qualche serata in compagnia dei soliti sospetti al parco (ultimamente il Montecchio di Nese). Certo le settimane di nullafacenza si sono sentite subito, soprattutto sulle gambe: è inutile, o sono belle presenti e solide, oppure tutto il resto ne risente. In ogni caso è stato molto d'aiuto scoprire qualche esercizio in più per sciogliere bene le anche come si deve, uno dei miei tanti problemi da risolvere e su cui ci sarà davvero tanto da lavorare.<br />
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Il tempo è volato e il richiamo del "Signor Carbonara", come diceva Antonio, è diventato sempre più irresistibile! Oltre all'ottima e gradita carbonara, ci si è deliziati il palato anche con bruschette e stuzzichini made by <a href="http://www.oliviaemarino.it/prodotti/">Olivia & Marino</a> (provate gli sfilati alle olive), il tutto bagnato da vino rosso. Cibo, chiacchiere, caffè, ammazzacaffè e si son fatte le 16 senza accorgercene! Dopo un'oretta di graditissima pennica, eccoci pronti a ritornare a praticare: nuovo parco e, dopo un'oretta, nuova compagnia con cinque o sei allievi di Antonio. Abbiamo rivisto gli esercizi di respirazione inversa fatti durante la mattinata e poi provato ad applicarli nel tuishou insieme ai nuovi compagni di pratica. Infine, gran duello dimostrativo tra Antonio e Vinz! Sempre molto coinvolgente vedere un taichi di questo livello!<br />
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEilec-8uG_PKHnDXZ8wYmLArkCKiHVJVayqp5dFYrLh0RKL2uSJ4Ft5K0ghzUodQMRwIip08w57zEd545Axp3dk9Q1VhXP1WMaWxeytdbqZ2b-uSeq0DxWmyj50L4uFTqeJTakmzd7GgG0-/s1600/2.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="300" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEilec-8uG_PKHnDXZ8wYmLArkCKiHVJVayqp5dFYrLh0RKL2uSJ4Ft5K0ghzUodQMRwIip08w57zEd545Axp3dk9Q1VhXP1WMaWxeytdbqZ2b-uSeq0DxWmyj50L4uFTqeJTakmzd7GgG0-/s400/2.jpg" width="400" /></a></div><br />
Una breve passeggiata ci ha riportato in città dove abbiamo cenato in ottima compagnia con una buona pizza (e un pessimo servizio) in riva al fiume. Nonostante la stanchezza e la sveglia sul presto, si è rimasti a parlare fino a tardi, spaziando nei discorsi da Fantozzi allo stile Chen...<br />
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi2215hmT1LktlpvmkqYZI-iWpQVD8DdhYlH7If5MFRd28U4WAUCJHyTM9epqxFvlKuw6e2fR2rVFVclwktyebeqWM6tBuBIRPiMayCsThz_MrKKE46MqG133k1cPg0_iWijocJCpD47dJJ/s1600/6.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="300" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi2215hmT1LktlpvmkqYZI-iWpQVD8DdhYlH7If5MFRd28U4WAUCJHyTM9epqxFvlKuw6e2fR2rVFVclwktyebeqWM6tBuBIRPiMayCsThz_MrKKE46MqG133k1cPg0_iWijocJCpD47dJJ/s400/6.jpg" width="400" /></a></div><br />
Al mattino colazione di commiato da Antonio, davvero un'ottima persona e un gentilissimo ospite, peccato non aver potuto passar più tempo insieme. Recuperata la macchina, abbiamo raggiunto Mergozzo, localita sul lago omonimo consigliataci come luogo adatto per una domenica tranquilla di pratica e relax. E così in effetti è stato: il paesino è molto carino e non molto caotico (era pur sempre una domenica di luglio col bel tempo). Certo i posti dove praticare ce li siamo ricavati un po' noi sul lungolago, coi passanti che si fermavano a commentare tra il divertito e il curioso. Tra le perle: "Ma voi fate parte del taichi?", o la signora che ha chiesto a Vinz: "Fammi sentire la tua forza!"<br />
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg-p2mQjpsnJh0TUyZZb3NT658LEoj844oUCGWLsgxh_vT0CJpVDvB_Kt6Ksv736SYdvUvivqGaQ9MqIHotLOBQdLedWry1ROzr1-TanwcLxqA_IexnJSO33W06-8dxgpyEgl1B-wVogOHl/s1600/4.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="300" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg-p2mQjpsnJh0TUyZZb3NT658LEoj844oUCGWLsgxh_vT0CJpVDvB_Kt6Ksv736SYdvUvivqGaQ9MqIHotLOBQdLedWry1ROzr1-TanwcLxqA_IexnJSO33W06-8dxgpyEgl1B-wVogOHl/s400/4.jpg" width="400" /></a></div><br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhJLaS5lWoZfJHGW8GUEfm7qoID6MpyX3ZDmA5o220uqF4NTnasK_O-sydbQFHff67LT2HNFxERBeBmv6V61hHgkXG72IcW6vhq6zNHhaBSRUtNu8VJmQE3P1-TxHBV-ztl6zduBu45N3Hg/s1600/3.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="300" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhJLaS5lWoZfJHGW8GUEfm7qoID6MpyX3ZDmA5o220uqF4NTnasK_O-sydbQFHff67LT2HNFxERBeBmv6V61hHgkXG72IcW6vhq6zNHhaBSRUtNu8VJmQE3P1-TxHBV-ztl6zduBu45N3Hg/s400/3.jpg" width="400" /></a></div><br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhgf-nIsjatPeMgYRAgfcljOhRvL3RzKjNA2zcADVci26JFYnGzu54rJwUjnWNYLz_GngIThtSGv42Zv8Ni6N5HGWW7lMKGtdGPX1gZzERBPxObIX-bSclmsqWuhE_X-7NA5d7oRVQsSSLA/s1600/8.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="300" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhgf-nIsjatPeMgYRAgfcljOhRvL3RzKjNA2zcADVci26JFYnGzu54rJwUjnWNYLz_GngIThtSGv42Zv8Ni6N5HGWW7lMKGtdGPX1gZzERBPxObIX-bSclmsqWuhE_X-7NA5d7oRVQsSSLA/s400/8.jpg" width="400" /></a></div><br />
Nel mezzo un buon pranzo al ristorante, sempre serviti da cameriere ingrugnite, per poi rientrare nel tardo pomeriggio a BG, felici, ma un po' malinconici per la ripresa della routine. Da ripetere sicuramente, sia per rivedere Antonio e praticare insieme, sia per approfondire la conoscenza delle zone che ci sono molto piaciute.<br />
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi3GPsZD-gbBRw6l9CXn38CxjY1H6dYT3Q-pdP0noVX5IYzC2xlfIg_jTebNiBpEJcBgYOVfrUBdhPoHJ3TLLIKTF_HHd6mumKXnfhumtvw7Ae2L6Q11adPtnFXpOUeKzoFQEbMvdadG36k/s1600/7.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="300" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi3GPsZD-gbBRw6l9CXn38CxjY1H6dYT3Q-pdP0noVX5IYzC2xlfIg_jTebNiBpEJcBgYOVfrUBdhPoHJ3TLLIKTF_HHd6mumKXnfhumtvw7Ae2L6Q11adPtnFXpOUeKzoFQEbMvdadG36k/s400/7.jpg" width="400" /></a></div><br />
Grazie ad Antonio per l'ottima ospitalità e ai compagni di viaggio per non tirarsi mai indietro quando si tratta di praticare, che sia in casa o in trasferta!nicolahttp://www.blogger.com/profile/18013020362988849655noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-1768663443180613385.post-4959509331596061292011-06-20T23:25:00.000+02:002011-06-20T23:25:32.527+02:00äpplarö!<div style="text-align: justify;">Da questo weekend sono un felice possessore di un tavolo originale Ikea per esterni. Grazie alle recenti belle giornate, m'è capitato di passare qualche momento sul balcone di casa a godermi la brezza serale. La vista nelle immediate vicinanze non è male, nonostante il parcheggio sottostante, visto che c'è parecchio verde e pure Città Alta sullo sfondo. Quel che mancava era un bel tavolo per vivere meglio l'esterno, e così ho ripiegato per un Ikea che si è rivelato un ottimo acquisto: non è troppo grande (non c'è poi tantissimo spazio), ma è persino largo per due persone, inoltre è possibile chiuderlo con facilità, lasciando un solo ripiano oppure abbassandoli entrambi. Eccolo qui nella foto, con le due sedie di corredo.</div><br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiOKjmaHghY91C0WG9m80TH2CVL1r7odFPvcneS3H_7VjP3R0E4PBzJVVRG1uReasB9-T_rzSjL9Tmjkk1E4JrO836k5V88KlAxj8GyEiUqnbfmgE4kvXtGH3EVQ-iU9g9UCIj9RKI3CFiT/s1600/tavolo+ikea.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="300" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiOKjmaHghY91C0WG9m80TH2CVL1r7odFPvcneS3H_7VjP3R0E4PBzJVVRG1uReasB9-T_rzSjL9Tmjkk1E4JrO836k5V88KlAxj8GyEiUqnbfmgE4kvXtGH3EVQ-iU9g9UCIj9RKI3CFiT/s400/tavolo+ikea.jpg" width="400" /></a></div><br />
<div style="text-align: justify;">I primi pasti e le prime colazioni fatte all'aperto sono state molto gradite, decisamente piacevoli e più rilassate rispetto ai pasti in cucina. Finché c'è bel tempo cercherò di sfruttarlo il più possibile! Ovviamente non me lo tengo tutto per me, gli ospiti sono graditi!</div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;">Che dici Ale, è uno step interessante per via Tremana? </div>nicolahttp://www.blogger.com/profile/18013020362988849655noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-1768663443180613385.post-8137073868943236282011-06-13T18:49:00.000+02:002011-06-13T18:49:58.618+02:00autodifesa?<div style="text-align: justify;">Ieri ho visto <a href="http://video.corriere.it/a-carnate-corsi-krav-maga/4c5839e8-9517-11e0-b80f-3da7c892fae6">questo video</a> su Corriere.it, che commentava la notizia dell'istituzione di corsi gratuiti di <a href="http://it.wikipedia.org/wiki/Krav_Maga">Krav Maga</a> per tutta la popolazione di Carnate, promossi e in parte anche tenuti dal sindaco del comune, esperto di arti marziali.</div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;">A me pare, nel migliore dei casi, una mossa inutile. Primo, è ridicolo pensare che si possa imparare a difendersi con tecniche simili senza poter fare affidamento su un fisico allenato. Come pensa di insegnare la difesa da armi da fuoco o da taglio agli anziani il sindaco Riva? Ma anche se non si è ultra settantenni, basta essere fuori forma e un po' sovrappeso per avere serie difficoltà nel muoversi agilmente.</div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;">Secondo, penso che sia preoccupante che un sindaco consideri questi corsi come una soluzione al disagio sociale. Siamo ai livelli del dito e della Luna. Invece che generare un senso di sicurezza, un insegnamento approssimativo così indiscriminato aumenta la percezione del pericolo. Il Krav Maga si basa sulla risposta nel minor tempo possibile, o sull'attacco preventivo. Questo significa avere i nervi tesi e all'erta in situazioni che si possono percepire come pericolose. Se anche questo corso si rivelasse efficace nell'insegnare questa forma di autodifesa alla popolazione di Carnate, prevedo un aumento e non una diminuzione delle aggressioni. In più, se ci si illude di poter fare chissà cosa, si rischia solo di andarsi a infilare in situazioni più spiacevoli di quanto sarebbe stato in partenza.</div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;">Mi è stato insegnato e ripetuto più volte che un conto è provare qualche mossa di difesa in una palestra con un istruttore, un'altra cosa è trovarsi di fronte una persona che ti aggredisce senza pietà e a sorpresa. Lo so anch'io che il militare israeliano che si vede nel video reagisce in millisecondi, ma il carnatese medio? Non stiamo quindi illudendo le persone (e mettendole in pericolo) sprecando tempo e risorse per qualcos'altro?</div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;">Iscriversi ad un corso di arti marziali può fare solo bene, se lo si affronta con serietà. Io ne sto ricavando tantissimo, principalmente nella consapevolezza e nel rapporto col mio corpo e con le mie possibilità, nel confronto (controllato) e nella sfida coi compagni. Ma non mi illudo di essere diventato un pericolo pubblico, perché faccio molto più fitness che combattimento. Nel medioevo cinese le arti marziali avevano un senso e difendevano la popolazione dai briganti, pensare che questa sia ancora la soluzione ideale a me sembra un pochino illusorio. E se proprio si crede che alla violenza si debba rispondere con altrettanta violenza, allora facciamo come gli americani e liberalizziamo il porto d'armi, mi sembra più coerente: se siamo nel far west e devo salvare la pelle, allora datemi l'arma migliore.</div><br />
Come sempre i Monty Python illuminano.<br />
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<iframe allowfullscreen="" frameborder="0" height="450" src="http://www.youtube.com/embed/MQ6Zcws1LLU?rel=0" width="560"></iframe><br />
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Fatemi sapere che ne pensate, soprattutto se siete in disaccordo.nicolahttp://www.blogger.com/profile/18013020362988849655noreply@blogger.com5tag:blogger.com,1999:blog-1768663443180613385.post-79980023641791446882011-06-08T19:20:00.001+02:002011-06-08T19:23:49.057+02:00disporte<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgUEPhVEhflKqizfknnMGiMbDq_liV2rNViuYTOdnpXHOodCA14FkwnHBXdW0ZF3IqLkegHBINquJsIh1aqxBDM6qUBLEm0ymZHKcZGnHvhEKWyr6QWbh7FfoQJhyphenhyphenCJVhGvV9eDLi7MnlFy/s1600/corsa+2-pola.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgUEPhVEhflKqizfknnMGiMbDq_liV2rNViuYTOdnpXHOodCA14FkwnHBXdW0ZF3IqLkegHBINquJsIh1aqxBDM6qUBLEm0ymZHKcZGnHvhEKWyr6QWbh7FfoQJhyphenhyphenCJVhGvV9eDLi7MnlFy/s400/corsa+2-pola.jpg" width="328" /></a></div><br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg5gA8mR795g_hK6Jv4VgrpdlxC6OOksnrqW1ebJ2mRaP660ENoh2K3FA_ky6YFXv61B96X17Gd0zNFxElxMewqKEG0vt4ykO3H4LLp3OSmyTyuucg5yJMiU-9TPZvt86euVAobYD9rYpFn/s1600/palestra-pola02x.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg5gA8mR795g_hK6Jv4VgrpdlxC6OOksnrqW1ebJ2mRaP660ENoh2K3FA_ky6YFXv61B96X17Gd0zNFxElxMewqKEG0vt4ykO3H4LLp3OSmyTyuucg5yJMiU-9TPZvt86euVAobYD9rYpFn/s400/palestra-pola02x.jpg" width="328" /></a></div><br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiaLxzrvhd_yqZpkSoiE4jRg-8e8OuLAJxpDwhIm_BCxMo_eLcmJIpCtr3AjmED-bo0lONraZhaBrIjKQ8gjLTZDkLJit-NPBjhrq9rjZ_rK2n45ka7cnRkU9vCigEh8ZwtUfeWkInvSUqy/s1600/taichi+1-pola03x.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiaLxzrvhd_yqZpkSoiE4jRg-8e8OuLAJxpDwhIm_BCxMo_eLcmJIpCtr3AjmED-bo0lONraZhaBrIjKQ8gjLTZDkLJit-NPBjhrq9rjZ_rK2n45ka7cnRkU9vCigEh8ZwtUfeWkInvSUqy/s400/taichi+1-pola03x.jpg" width="328" /></a></div>nicolahttp://www.blogger.com/profile/18013020362988849655noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-1768663443180613385.post-36788194575483485212011-06-05T17:35:00.002+02:002011-06-06T17:02:57.738+02:00notte bianca del taichi<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEioffBBSapAuk3W7sxXuQ2dso78-6LkJckZdHyC6H8kuee0j4UMW14TsbZg3qjRAa2k0Q1_o6S23qnflIvxjQmWa9B9D38uOP6lqBnMFdKQ6mBy4S3JIL1lvcRcSK0zrQanPmIh820arySx/s1600/notte-bianca1.jpeg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="267" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEioffBBSapAuk3W7sxXuQ2dso78-6LkJckZdHyC6H8kuee0j4UMW14TsbZg3qjRAa2k0Q1_o6S23qnflIvxjQmWa9B9D38uOP6lqBnMFdKQ6mBy4S3JIL1lvcRcSK0zrQanPmIh820arySx/s400/notte-bianca1.jpeg" width="400" /></a></div><br />
<div style="text-align: justify;">Dopo lo stage di maggio, l'appuntamento più atteso col taichi era quello con la Notte bianca dello sport in Bergamo città, dove sono stato presente in rappresentanza della mia scuola Yun Shou, insieme agli amici del jiu jitsu brasiliano, un'altra arte marziale insegnata dal mio maestro Max. E' stata una bellissima esperienza, nonostante la pioggia che ha dato gran poca tregua. Ma l'entusiasmo dei presenti ha veramente fatto dimenticare il dispiacere, tanto che dopo qualche ora nemmeno mi accorgevo se stessi praticando sotto l'acqua o meno!</div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;">Sono arrivato sul posto proprio all'orario di inizio, le 17. Ho fatto un giro veloce tra gli stand, ma più per trovare il luogo esatto della mia scuola che per dare un'occhiata a chi fosse presente. Il cielo scuro ed il vento facevano presagire il peggio, ma per quasi un'oretta non ha piovuto e così, raggiunto da Vinz e Ale, si è iniziato a praticare un po'. Dopo le 18, però, uno scroscio di pioggia ci ha fatti riparare sotto i portici dove, dopo un iniziale scoramento, si è ripresa l'attività. A differenza dei compagni del jiu jitsu, che per praticare hanno bisogno del tatami su cui si possono rotolare senza troppi problemi, noi del taichi abbiamo solo necessità di qualche metro di spazio, e così abbiamo potuto continuare l'attività senza grandi problemi. Certo non eravamo esattamente in mostra, ma piuttosto defilati, in ogni caso più di un passante si è fermato a buttare un'occhio incuriosito dalle lotte di tuishou che si son fatte subito serrate.</div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;">Dopo un'ora abbondante la pioggia è calata fino a quasi smettere, continuando questo on e off per tutta la serata. Da lì si è quindi tornati sul tatami (bello praticare sul morbido a piedi nudi e con la possibilità di cadere senza paura) tra forma, tuishou da studio e libero. Davvero piacevole rispondere alle curiosità della gente, soprattutto riguardanti gli esercizi a due, l'aspetto meno conosciuto del taichi. Certo, gli occhi erano più per la lotta del jiu jitsu, sicuramente più appariscente (e con molti più praticanti ieri sera), ma la cosa a me fa solo piacere, sia perché si tratta sempre della mia scuola, sia perché è bello vedere l'interesse e la curiosità degli altri verso questi sport e queste arti "minori".</div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;">La pratica è continuata fino alla conclusione della manifestazione, a l'una di notte, con giusto qualche pausa per salutare gli amici che son venuti a far visita, cosa molto gradita! Io ho veramente dato tutto quello che potevo, e lo stesso hanno fatto i miei compagni, Vinz, Ale e Nicola. Ci si è contagiati a vicenda con l'entusiasmo ed alla fine ero quasi commosso. Bello vedere anche due new entry della scuola venire a praticare senza timori nonostante abbiano iniziato solo da un paio di mesi! Ottimo spirito.</div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;">C'è stato un momento in mezzo ad una sessione intensa di tuishou in cui ho realizzato di essere a praticare nel pieno centro della mia città, di notte, sotto l'acqua, davanti alla gente e col sorriso sulle labbra. Ho capito che stavo vivendo il presente e che me lo stavo godendo, ogni singolo minuto, con serenità e con l'affetto degli amici. Davvero un'esperienza da ricordare!</div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;">Preso dall'attività, non ho scattato praticamente foto, giusto una per testimoniare le facce soddisfatte che avevamo a fine serata.</div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg-LArcDiM-_AhLmWZ2O5eQ1hWi-m_bymVHlLZwHemXj0EvjcC3eURwwv0Lo50d8uL_vsR7Fjsns1NYIAu7_HuNFgeBSIABIEMFtjXnqV1FfspOWzdc6g5ueoD_WaLEcWLGvCKvvfZ3277n/s1600/244049_213120195387742_100000692892037_644540_5849497_o.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="300" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg-LArcDiM-_AhLmWZ2O5eQ1hWi-m_bymVHlLZwHemXj0EvjcC3eURwwv0Lo50d8uL_vsR7Fjsns1NYIAu7_HuNFgeBSIABIEMFtjXnqV1FfspOWzdc6g5ueoD_WaLEcWLGvCKvvfZ3277n/s400/244049_213120195387742_100000692892037_644540_5849497_o.jpg" width="400" /></a></div><br />
<div style="text-align: justify;">Ho già sentito parlare di un possibile ritorno tra il pubblico a metà luglio, appena ho informazioni più precise vi faccio sapere!</div>nicolahttp://www.blogger.com/profile/18013020362988849655noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1768663443180613385.post-30167124038942895272011-05-23T22:55:00.005+02:002011-05-23T23:17:21.252+02:00stage di taichi<div style="text-align: justify;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg8sgLe-1nCFOwktjm48My6H348BNYzM_RF3IPDeBxslUVaDZ9UOAb6dSBhW7j47N4aQpaol3mM_kcOZTPfy2ip7MtgGGw9qpfxyORhww5oxo3GPjcKdwEeZ7sXYwAOf_jPXT3Ui6nlFWae/s1600/stage.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="247" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg8sgLe-1nCFOwktjm48My6H348BNYzM_RF3IPDeBxslUVaDZ9UOAb6dSBhW7j47N4aQpaol3mM_kcOZTPfy2ip7MtgGGw9qpfxyORhww5oxo3GPjcKdwEeZ7sXYwAOf_jPXT3Ui6nlFWae/s400/stage.jpg" width="400" /></a></div><br />
Dal 19 al 22 maggio sono stato al tanto atteso stage con la mia scuola di taichi. Abbiamo soggiornato in un ottimo agriturismo in provincia di Verona, per la cronaca l'<a href="http://www.agriturismodeigrippi.it/">Agriturismo dei Grippi</a>, immerso nella quiete dei vigneti e a solo pochi minuti dalle terme di Colà. Quattro giorni splendidi, passati ad approfondire lo studio del taichi, dalla forma al <a href="http://quattropollifrittieunacoca.blogspot.com/2011/01/tui-shou.html">tuishou</a>, ma dedicandosi anche alla meditazione e alla scoperta di routine d'allenamento per il benessere del corpo.</div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;">Che la compagnia fosse delle migliori già lo sapevo, ma la serenità, le risate, le lunghe chiacchierate a tavola e la simpatia di tutti mi hanno rapito e davvero conquistato. Le ore di studio passavano come minuti, si arrivava all'ora di pranzo o alla conclusione del pomeriggio proprio senza accorgersene, ovviamente anche grazie all'insegnamento di Max ottimamente calibrato. Se poi al divertimento della pratica del taichi e all'ottima compagnia aggiungete lunghi bagni alle terme, pranzi rigeneranti a base di frutta, pizze con lardo e salamino piccante e grigliate, beh, allora si sfiora la perfezione!</div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;">Per darvi una pur minima e vaga idea di come sia stato partecipare a questo stage, ecco un filmato con foto e video fatti durante i quattro giorni. Un po' per pigrizia, un po' per il desiderio di vivere l'esperienza più che registrarla, la mia fotocamera è stata per lo più spenta e così non ho raccolto molto materiale; recupererò quello degli amici che sono stati più meticolosi e attenti (oltre che professionali) nel fotografare e filmare i momenti salienti dello stage, come le sfide di tuishou protratte fino allo scioglimento causa caldo estivo! In ogni caso, ecco il video:</div><br />
<iframe allowfullscreen="" frameborder="0" height="349" src="http://www.youtube.com/embed/48nvOEXXGvg?rel=0" width="560"></iframe><br />
<br />
<div style="text-align: justify;">Tra le esperienze più emozionanti, il tentativo (ancora molto maldestro e incerto) di effettuare i primi <a href="http://www.youtube.com/watch?v=zxxebP0u31g">fajin</a>. Si tratta di un'esplosione di potenza effettuata in brevissimo tempo e in altrettanto breve spazio. Sgombriamo subito il campo da equivoci: non si tratta di evocare magie oscure o di far ricorso a energie mistiche, ma "solo" di imparare a ottimizzare i movimenti del proprio corpo e la sensibilità nel gestirli per poter ottenere il massimo risultato dirompente, appunto in maniera esplosiva, quindi in un arco di tempo limitatissimo. Questa tecnica non si applica ad un movimento specifico, ma ad esempio la si può studiare per metterla in pratica nel tirare pugni, oppure gomitate o spallate. Noi l'abbiamo provata con l'ultimo di questi esempi, e come dicevo, almeno nel mio caso, si tratta delle prime maldestre prove. Però già si intravede qualcosa, si comincia a capire quanto la sensibilità e la sequenzialità nel movimento possano aumentare l'efficacia del risultato finale. E, soprattutto, cosa fondamentale nel taichi, quanto la rilassatezza sia sempre l'elemento chiave, al contrario di quello che si potrebbe pensare quando si parla di tirare una spallata ad un avversario.</div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;">Il tuishou poi continua ad essere un modo divertente e per quel che mi riguarda immancabile per migliorare il taichi. Ho la fortuna di aver trovato un gruppo affiatato e appassionato che mi ha permesso di crescere tantissimo, se la si unisce alla costanza nell'allenamento direi che si hanno ingredienti giusti per un miglioramento costante. Sentir parlare di possibili prove agonistiche nei mesi futuri non fa che mettermi ulteriore voglia di impegnarmi! Le sessioni di tuishou durante lo stage, soprattutto quelle in cui si cambiava partner di continuo e si provava anche col maestro, sono state fantastiche, mi verrebbe voglia di passare giornate intere così! E la cosa bella è che ho due o tre compagni che lo farebbero davvero... :)</div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;">"Perché pratichi il taichi?" E' una domanda che è sorta durante le varie discussioni a tavola. Di risposte ce ne possono essere tante, ovviamente ognuno ha le sue motivazioni, più o meno chiare e non necessariamente scontate. In questi mesi ho capito che il dono più bello che ho avuto dal taichi è la possibilità di conoscere meglio il mio corpo, di imparare a usarlo con efficacia proprio grazie al rilassamento ed alla coordinazione. E se già la pratica della forma in solitario me l'aveva fatto sentire, mettersi in gioco con i compagni di studio grazie al tuishou l'ha reso molto più esplicito, ed anche il rimando è diventato più forte. Ho passato tanti anni senza avere un buon rapporto col mio corpo, diciamo che convivevamo forzatamente. Poi le esperienze con la piscina prima e la corsa poi mi hanno fatto scoprire un mondo che avevo troppo trascurato. E adesso il taichi mi ha aperto ampi orizzonti tutti da esplorare, regalandomi benessere e soprattutto la compagnia di ottime persone con cui condividere il cammino.</div>nicolahttp://www.blogger.com/profile/18013020362988849655noreply@blogger.com4tag:blogger.com,1999:blog-1768663443180613385.post-42243093280247298102011-04-01T19:38:00.002+02:002011-04-02T09:30:13.300+02:00australian rock mix<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj7Iy09mBB28pi8c6cVV5sVQdidROWuhpja5UVM7OYjVah_PV1xnBKBIFJR8LEpXWFX3Pa2qQUS2lf2_oiaoWB5dns20ltThyphenhypheniMe2jwflFs3Ks4ZdeU9C8i9OMmlyKjJ1lLoXRArFyEE5lq/s1600/cover.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj7Iy09mBB28pi8c6cVV5sVQdidROWuhpja5UVM7OYjVah_PV1xnBKBIFJR8LEpXWFX3Pa2qQUS2lf2_oiaoWB5dns20ltThyphenhypheniMe2jwflFs3Ks4ZdeU9C8i9OMmlyKjJ1lLoXRArFyEE5lq/s400/cover.jpg" width="400" /></a></div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;">In Australia c'è una fiorente scena rock, molto influenzata dai seventies e tendente più alla ricerca melodica che alla perizia tecnica fine a se stessa. Il livello generale è a mio parere molto buono, anche grazie ad un underground vivace, con molti locali dove suonare; la ricetta è semplice, ma qui in Italia non sembra prendere piede, purtroppo.</div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;">Negli ultimi anni, sia per suggerimenti di amici che per scoperte fatte sul posto, sono venuto a conoscenza di diverse band australiane che mi hanno molto affascinato e che tornano di frequente nei miei ascolti. Alcune di queste band hanno avuto enorme successo in patria e sono praticamente sconosciute al di fuori (Powderfinger), altre hanno avuto la sorte opposta (Jet), ci sono realtà in crescita ed ora ai loro primi tour europei (Karnivool) ed altre che, nonostante un livello qualitativo molto alto (nella composizione, ad esempio) combinato con un'orecchiabilità radiofonica, sono inspiegabilmente poco seguite sia dentro che fuori dall'Australia (Thirsty Merc).</div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;">Oggi ho pensato ad un mix che riunisse queste band, senza nessuna pretesa di completezza: ho solo voluto riunire i gruppi australiani che più mi piacciono e che spero possano interessare a qualcuno di voi. Se volete approfondire, di seguito ci sono le pagine wikipedia con le discografie, altrimenti chiedete pure a me. Il rock è il comune denominatore, con una piccola escursione nell'electro dei Pendulum (ma la loro base è rock e si sente), per il resto ci si sposta poco, giusto qualche influenza metal nei Karnivool e nei Dead Letter Circus, o la ricerca più intima di Pete Murray (questi sono tra i suoi pezzi più spinti, si inserivano meglio nel mix).</div><div style="text-align: justify;"><br />
Qui sotto il link per scaricare il mix (per chi non fosse pratico, basta cliccare su "Download Standard" e attendere che finisca il conto alla rovescia):<br />
<a href="http://www.megaupload.com/?d=HZNCC9ZU">Download!</a></div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;">Fatemi sapere se qualche band è di vostro gradimenti e se l'idea vi è piaciuta.</div><div style="text-align: justify;">Buon ascolto!</div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;"><a href="http://en.wikipedia.org/wiki/Eskimo_Joe">Eskimo Joe</a></div><div style="text-align: justify;"><a href="http://en.wikipedia.org/wiki/Thirsty_merc">Thirsty Merc</a></div><div style="text-align: justify;"><a href="http://en.wikipedia.org/wiki/Dead_Letter_Circus">Dead Letter Circus</a></div><div style="text-align: justify;"><a href="http://en.wikipedia.org/wiki/Birds_of_tokyo">Birds Of Tokyo</a></div><div style="text-align: justify;"><a href="http://en.wikipedia.org/wiki/John_Butler_Trio">John Butler Trio</a></div><div style="text-align: justify;"><a href="http://en.wikipedia.org/wiki/Pete_Murray">Pete Murray</a></div><div style="text-align: justify;"><a href="http://en.wikipedia.org/wiki/Powderfinger">Powderfinger</a></div><div style="text-align: justify;"><a href="http://en.wikipedia.org/wiki/Jet_(band)">Jet</a></div><div style="text-align: justify;"><a href="http://en.wikipedia.org/wiki/Pendulum_(band)">Pendulum</a></div><div style="text-align: justify;"><a href="http://en.wikipedia.org/wiki/Karnivool">Karnivool</a></div>nicolahttp://www.blogger.com/profile/18013020362988849655noreply@blogger.com4tag:blogger.com,1999:blog-1768663443180613385.post-15725857802386997362011-02-17T21:28:00.002+01:002011-06-06T20:49:13.178+02:00meno male che Seymour c'è - la traduzione<div style="text-align: justify;">A grande richiesta, ecco la traduzione della citazione di Seymour Hersh del post precedente:</div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;">"<i>Quello che mi colpisce è questo: ciò che noi pensiamo e possiamo fare potrebbe non essere più rilevante, ormai. Siamo molto meno importanti ora. Potrebbe semplicemente non avere più importanza. Washington può star qui a discutere con gli israeliani riguardo i Fratelli Musulmani... Ci sono cose che stanno accadendo ora su cui noi abbiamo davvero poco controllo, la qual cosa...è probabilmente un bene!</i>"</div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;">Interessante notare come, oltre alle riflessioni politiche che si possono fare sui vari interventi americani negli affari di altri stati, concentrandosi sull'ultima frase sia possibile ricavare un insegnamento filosofico su come affrontare gli avvenimenti della nostra vita. E per questo, oltre a Hersh, devo ringraziare <a href="http://paroladibaro.blogspot.com/2011/02/things-happen.html">Alessandro</a>. Come al solito, buon maestro di vita: io mi ero limitato al dito, ma tu hai guardato oltre!</div>nicolahttp://www.blogger.com/profile/18013020362988849655noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-1768663443180613385.post-18190880816463641352011-02-09T17:45:00.000+01:002011-02-09T17:45:29.357+01:00meno male che Seymour c'è<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgE1E2Bsv-9r3aJS_C051kgjv5WRYXb2VPiduTiXO-kUaoUHG_w0aYaJV4_asWYwPURWLknWSXKe2ULVkWco_1dpNNeD_qVGOn2QSCQm1_j-6A9GZ0Rg21H35T6xZlgzumsTzWG4UzSDgK8/s1600/seymour_hersh.jpeg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgE1E2Bsv-9r3aJS_C051kgjv5WRYXb2VPiduTiXO-kUaoUHG_w0aYaJV4_asWYwPURWLknWSXKe2ULVkWco_1dpNNeD_qVGOn2QSCQm1_j-6A9GZ0Rg21H35T6xZlgzumsTzWG4UzSDgK8/s400/seymour_hersh.jpeg" width="346" /></a></div><div style="margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px;"><br />
</div><div style="margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px; text-align: justify;"><a href="http://en.wikipedia.org/wiki/Seymour_Hersh">Seymour Hersh</a> (premio Pulitzer nel 1970), intervistato in una puntata di <a href="http://english.aljazeera.net/programmes/empire/">Empire</a>, riguardo l'attuale situazione egiziana e la possibile reazione americana:</div><div style="margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px; text-align: justify;"><br />
</div><div style="margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px; text-align: justify;">"<i>What strikes me is: what we think and do may not be relevant anymore. We're much less relevant now. It just may not matter. Washington can sit there and worry with the Israelis about the Brotherhood... There are things happening about which we have very little control, which...which is probably good!</i>"</div><div style="margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px; text-align: justify;"><br />
</div><div style="margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px; text-align: justify;">Grande come sempre!</div>nicolahttp://www.blogger.com/profile/18013020362988849655noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1768663443180613385.post-22295531854183821072011-02-08T10:37:00.001+01:002011-02-08T17:47:54.165+01:00democrazia d'Egitto - parte seconda<div style="text-align: justify;">Dopo qualche ora dal post scritto nel pomeriggio, mi è stato suggerito questo ottimo dibattito su Al Jazeera proprio sulle stesse tematiche. Tariq Ramadan, studioso del mondo musulmano, e Slavoj Zizek, filosofo, discutono del punto di vista occidentale verso la rivoluzione egiziana delle ultime settimane. Tanti spunti interessanti e tanto ottimo giornalismo: invidiabile la chiarezza di Ramadan e insuperabile Zizek tra "stupid UNESCO multicultural respect" e geniali metafore disneyane. Da vedere. </div><div style="text-align: justify;">Grazie Ele!</div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><iframe allowfullscreen="" frameborder="0" height="345" src="http://www.youtube.com/embed/29NffzEh2b0?rel=0" title="YouTube video player" width="560"></iframe>nicolahttp://www.blogger.com/profile/18013020362988849655noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-1768663443180613385.post-33335990180068318742011-02-07T17:10:00.001+01:002011-02-07T23:22:22.712+01:00democrazia d'Egitto<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi847cmZ2UVtfjdAjQ4vttvfO6psC8EIBUJuRNqEtdrykTudaLlQHAYpgNaAMHjDlCyp3epHBItpbcYbxlE7dd9RSOa1h8EabuEIgWv5FoU486_9tstaECl9eraO_VlThTQlEEkIYJOB_mE/s1600/germany-egypt-protests-2011-1-29-12-30-56.jpeg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="265" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi847cmZ2UVtfjdAjQ4vttvfO6psC8EIBUJuRNqEtdrykTudaLlQHAYpgNaAMHjDlCyp3epHBItpbcYbxlE7dd9RSOa1h8EabuEIgWv5FoU486_9tstaECl9eraO_VlThTQlEEkIYJOB_mE/s400/germany-egypt-protests-2011-1-29-12-30-56.jpeg" width="400" /></a></div><br />
<div style="text-align: justify;">Ho letto un "opinione" dello storico <a href="http://www.internazionale.it/opinioni/paul-kennedy/">Paul Kennedy</a> sull'ultimo Internazionale riguardo Davos e le proteste al Cairo, e sono rimasto piuttosto sconcertato. Ho sempre apprezzato gli articoli di Kennedy, come tutti gli storici riesce a mettere bene le vicende in prospettiva e a dare una buona panoramica internazionale agli eventi di cui parla. Essendo poi appassionato di politica internazionale, quando trovo un suo editoriale sono sempre contento e lo leggo con avido interesse.</div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;">Come ovvio, l'ultimo Internazionale ha una bella sezione dedicata alle proteste in Egitto, con diversi commenti ed opinioni, dal mondo arabo e non, tra cui quella di Kennedy. Difficile ribattere a queste sue considerazioni: "<i>Gli studiosi ammonivano da anni che politicamente tutto il Nordafrica era una polveriera. Qualcuno li ha ascoltati? [...] Da almeno quindici anni Washington sembra aver perso di vista il fatto che la pace e la stabilità dell'Egitto e dei paesi vicini sono infinitamente più importanti di quello che può succedere in Afghanistan e perfino in Iraq. Il Cairo è la capitale di uno dei paesi cardine del mondo, Kabul no.</i>"</div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;">Le affermazioni dei paragrafi successivi, però, hanno cominciato a farmi storcere il naso. Kennedy infatti continua così: "<i>Gli idealisti e i difensori dei diritti umani del nord del mondo ci inviteranno a rallegrarci per la fine dei regimi autoritari e per l'avvento della democrazia dal basso in alcuni paesi arabi. Ma se "democrazia" nel mondo arabo significa semplicemente la vecchia e insufficiente formula "un uomo, un voto" (molto probabilmente in certi paesi le donne non otterranno il diritto di voto), il Mediterraneo e il Medio Oriente sono davvero messi male.</i></div><div style="text-align: justify;"> <i>A quanto ci dicono inviati e corrispondenti, in paesi come lo Yemen, l'Egitto e la Tunisia l'"uomo della strada" è visceralmente antiamericano e antiebraico. [...]</i></div><div style="text-align: justify;"><i> Forse le rivolte egiziane non faranno la stessa triste fine che a suo tempo portò l'Iran dal regime intollerante dello scià a quello degli ayatollah, ma certo non c'è da scommettere sul progresso pacifico del Nordafrica e del Mondo Arabo.</i></div><div style="text-align: justify;"><i> Il nostro è un mondo complicato e disorientante, e tentare d'indovinare da che parte stia andando è molto difficile.</i>"</div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;">Insomma, visto che non possiamo sapere con certezza cosa succederà in Egitto, era meglio avere Mubarak ancora al potere, come è meglio che Gheddafi rimanga a governare in Libia e che gli altri presidenti a vita del Mondo Arabo rimangano dove stanno. Perché invece non rallegrarsi sinceramente che le proteste tunisine ed egiziane siano state sociali, non legate né a partiti politici né a movimenti religiosi? Perché non pensare che una vera svolta democratica sia possibile? Ho già letto e sentito altre volte di certe opinioni secondo cui gli arabi o gli africani non siano "pronti" per la democrazia. In quale modo ci si prepara? Con trent'anni di un governo che non è certamente tra i più autoritari della regione, ma che comunque tiene per sé la maggioranza dei guadagni derivati dallo sviluppo dell'ultimo decennio, senza fare investimenti e senza migliorare la condizione delle classi più disagiate?</div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;">A me sembra che si voglia solo difendere uno status quo che faceva comunque comodo. Le rivolte iraniane all'inizio erano anch'esse guidate da motivi sociali e non religiosi, ma poi le guide religiose (comunque molto più potenti e sviluppate di quelle egiziane) sfruttarono l'incertezza dei mesi seguenti per prendere il sopravvento. E poi credo sia cosa risaputa che non c'è nulla di meglio per combattere il fondamentalismo che lo sviluppo sociale. Proprio per questo anche ai Fratelli Musulmani faceva comodo il regime di Mubarak. Da un articolo dello Spiegel: "<i>Secondo i loro avversari, i Fratelli Musulmani vogliono sfruttare gli strumenti democratici per conquistare il potere una volta per tutte. Ma Hala Mustafa, una nota analista politica egiziana, non è d'accordo: "I Fratelli Musulmani sono utili al regime di Mubarak. Rappresentano una precisa immagine del nemico, fornendo un'ottima scusa al governo per potenziare l'apparato di sicurezza". Anche secondo il sociologo della Cairo university Hassan Nafaa c'è un rapporto simbiotico tra il regime laico e gli oppositori islamisti: "I Fratelli Musulmani sanno che al loro movimento fanno comodo lo status quo e il malcontento sociale. Anzi, è proprio questo che gli garantisce un numero sempre maggiore di sostenitori."</i></div><div style="text-align: justify;"><i> Questo potrebbe spiegare perché gli islamisti ci hanno messo così tanto a reagire alle proteste e perché, in fin dei conti, hanno esitato prima di annunciare la loro partecipazione. "Una protesta che non sei in grado di controllare può facilmente prendere un'altra strada, una direzione realmente democratica", dice Mustafa.</i>"</div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;">E' quest'ultima ipotesi quella che avrei voluto sentire da Kennedy, non come certo risultato delle proteste, ma come evento comunque possibile e motivo sano di rivolta. Invece no, ci si preoccupa dell'antiamericanismo delle popolazioni mediorientali, come se fosse una malattia generalizzata senza un'origine chiara, quando invece non mi sembra difficile collegare i puntini e pensare che è difficile farsi amiche quelle popolazioni se si supportano i regimi che le opprimono.</div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;">Mi sembra che ci sia sempre tanta e troppa ipocrisia. A me sta anche bene che uno mi dica che preferisce lo status quo, ma voglio motivazioni che vadano oltre la Rivoluzione Islamica dell'Iran, come se fosse l'unico esito possibile e inevitabile di una protesta in Medio Oriente. (Poi anche sul tema Iran le ipocrisie son tante, leggevo proprio oggi che nell'ultimo anno, a dispetto dell'embargo, Germania ed Italia hanno aumentato di diverse decine di punti percentuali gli scambi commerciali con questo paese. E' il commercio, bellezza.)</div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;">Sono io che sono troppo ingenuo?</div>nicolahttp://www.blogger.com/profile/18013020362988849655noreply@blogger.com4tag:blogger.com,1999:blog-1768663443180613385.post-9226107185674581142011-01-30T23:29:00.002+01:002011-01-30T23:40:19.205+01:00tui shou<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjg3Csn-HMEMynkmnQiQRvG8SFHB4Ob5FmOxgnY_lPB1orl07uVAGF0yeK6kRyB7PL45vGDsHendbRG2xF9N_3UdBwYDoWuirogtSXoryZt2W5kFrm1OWPf5wJcRoIBlSikCoBt7aeHVVt2/s1600/tuishou.gif" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="168" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjg3Csn-HMEMynkmnQiQRvG8SFHB4Ob5FmOxgnY_lPB1orl07uVAGF0yeK6kRyB7PL45vGDsHendbRG2xF9N_3UdBwYDoWuirogtSXoryZt2W5kFrm1OWPf5wJcRoIBlSikCoBt7aeHVVt2/s320/tuishou.gif" width="320" /></a></div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;">Con la lezione di martedì inizierò il quinto mese di taichi, con un entusiasmo che non ha fatto altro che aumentare settimana dopo settimana. Non è solo bello scoprire cose nuove, qualche movimento da aggiungere, qualche mossa da studiare, ma fa piacere rendersi conto di aver raggiunto piccole consapevolezze sui passaggi appresi agli inizi e ripetuti per più tempo. Anche ritrovarsi con dei dubbi su quello che si credeva appreso, anche solo superficialmente, non crea troppo sconforto, perché dimostra di aver raffinato la sensibilità, permettendo quindi di notare quanto prima non era possibile. Come Max, il mio maestro, ripete spesso, noi che abbiamo iniziato da poco partiamo come ovvio da qualcosa di molto grezzo. Con calma, con la ripetizione e l'attenzione dello studio, andiamo a togliere le imperfezioni, prima macroscopiche, poi sempre meno evidenti, cercando una perfezione che rimarrà pur un miraggio, ma che spero diverrà sempre meno lontana.</div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;">Con l'introduzione del tui shou (dal mandarino "spingere con le mani") a fine 2010 la mia passione per il taichi ha preso una vera e propria impennata. Cos'è il tui shou? E' una forma di allenamento a due che permette di sviluppare quanto appreso con l'allenamento della forma fatto singolarmente. Prendo da <a href="http://en.wikipedia.org/wiki/Tui_shou">wikipedia</a> (mia traduzione), perché non potrei dirlo in modo migliore: <i>"Il tui shou permette agli studenti di capire in maniera sperimentale gli aspetti marziali delle arti marziali interne: leve, riflessi, sensibilità, tempismo, coordinazione e posizione. Il tui shou permette di perdere l'istinto naturale dell'opposizione ad una forza con una forza contraria, insegnando invece al corpo a cedere alla forza permettendo così di ridirezionarla. [...] Tra le altre cose, allenarsi con un avversario permette allo studente di sviluppare il ting jing (capacità di ascolto), la sensibilità nel sentire la direzione e la forza delle intenzioni dell'avversario."</i></div><div style="text-align: justify;"><i><br />
</i></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgUAW-h8gNDa3x7lC0zcZwqqdLftcl7hQJRNvdZV6jMzSZ_f23UR-2rmuNpQFBGj8C9zva10CaHv8OvaDSpxkC10U1W3CaaMI3-BSm_3HBPzJD7fHjModylAwnj2F2zvZDK3NNlvjkK_6wy/s1600/pushands1.jpeg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="349" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgUAW-h8gNDa3x7lC0zcZwqqdLftcl7hQJRNvdZV6jMzSZ_f23UR-2rmuNpQFBGj8C9zva10CaHv8OvaDSpxkC10U1W3CaaMI3-BSm_3HBPzJD7fHjModylAwnj2F2zvZDK3NNlvjkK_6wy/s400/pushands1.jpeg" width="400" /></a></div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;">Ci sono diversi modi di allenarsi col tui shou, partendo da movimenti relativamente semplici e controllati di un singolo braccio e arrivando alla totale imprevedibilità di un confronto libero, passando per diversi stadi intermedi. Inutile dire che, avendo appena iniziato, l'allenamento che facciamo in palestra è ancora molto blando e controllato. C'è però spazio per qualche sfida che si è rivelata emozionante già dalle prime prove! Ci si mette uno di fronte all'altro, a piedi fermi, e si cerca di sbilanciare l'avversario facendolo uscire dalla posizione, sfruttando quanto imparato finora, quindi con tanta attenzione alla postura, all'equilibrio ed al controllo del proprio baricentro, col mantenimento della posizione ideale delle braccia, col rilascio delle tensioni per permette sia di sentire meglio l'avversario che di reagire in maniera cedevole (ma controllata) e non rigida alle forze che questo pratica, infine con la ricerca della risposta difensiva migliore per neutralizzare l'attacco dell'avversario sfruttandolo a proprio favore. Tante, troppe cose da tenere a mente all'inizio, come ovvio! Ma già dopo qualche weekend passato ad allenarci (il sabato pomeriggio con la palestra libera, più qualche sabato e domenica mattina che stanno diventando piano piano appuntamenti fissi) e grazie all'ottimo insegnamento di <a href="http://ziotempa.blogspot.com/">Vinz</a>, i miglioramenti sono stati palpabili.</div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;">Non avevo alcuna esperienza di un confronto con un avversario, non ho mai praticato sport di squadra e tanto meno altre arti marziali. Quello che mi piace, oltre al poter sperimentare l'applicazione di quello che imparo durante le lezioni e che cerco di far mio con l'allenamento giorno dopo giorno, è il fatto che l'agonismo che nasce tra noi sia sano, che ci si diverta davvero molto e che non importi nulla quante volte si ha il sopravvento o quante si è il primo a cedere. Si cresce e si impara insieme e ci si accorge del tempo che passa solo per i muscoli che cedono e la stanchezza che si fa sentire, perché altrimenti passeremmo ore e ore a far tui shou.</div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;">Il taichi non è la forma (la ripetizione in sequenza dei movimenti imparati) e non è nemmeno il tui shou. E' tutte e due le cose insieme ed ora che ho sperimentato entrambe non potrei fare a meno di nessuna delle due: ripetere quel poco di forma che ho imparato in questi quattro mesi, lavorando ogni volta su dettagli diversi, osservando avidamente Max o Vinz quando la si fa insieme per carpire ogni particolare e cercare di stamparsi in testa ogni singolo movimento, dà sempre molta soddisfazione; che poi anche il tui shou mi entusiasmi, direi che è ormai evidente!</div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;">Mentre oggi guardavo i miei compagni che si affrontavano nel tui shou, mi è saltato agli occhi come l'esercizio che stavamo facendo, e nel complesso il taichi stesso, fosse più vicino allo studio che allo sport. In particolare, visto che è il mio campo universitario, ho trovato similitudini con lo studio delle lingue. A lezione, quando Max ci mostra un nuovo movimento, la maggior parte delle volte una difesa da un attacco che si trasforma in offesa verso l'avversario, e la si sperimenta lentamente con un compagno, è come imparare un nuovo vocabolo o una forma grammaticale; in seguito, quando si inserisce il nuovo movimento nella forma, riprovandolo decine e centinaia di volte, si fa qualcosa di paragonabile all'esercizio ripetitivo per riuscire a ricordarsi e a far propria quella parola oppure quella costruzione sintattica; infine, arriva il tui shou, in cui quello che si è ripetuto e imparato lo si deve mettere in pratica alla svelta, rispondendo agli input esterni e tenendo a mente una gran quantità di cose che all'inizio sembrano ingestibili, ma che col tempo vengono interiorizzate e diventano automatiche, ed è come il ritrovarsi a far conversazione in una lingua straniera: all'inizio si sente frustrazione, non si riesce a tenere a mente nemmeno quel poco che si è imparato e non si sa come rispondere, e quando lo si fa si è comunque lenti. Ma poi piano piano qualche frase esce in maniera sempre più naturale, si risponde più velocemente e magari si riesce anche a dirigere la conversazione.</div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;">Quello che voglio dire è che fare tai chi è un esercizio mentale importante, non c'è solo fisicità, e anche quando ci si esercita a due, pur faticando e sudando, si sta mettendo in pratica un ragionamento che deve essere ancora più veloce e rapido, difficile soprattutto perché ti impone di andare contro al tuo istinto. Non potrei immaginare nulla di più completo, un allenamento contemporaneo del corpo e della mente. Credo che sia proprio questo che contraddistingue le arti marziali interne.</div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;">Proprio una bella scoperta il taichi, e per questo devo solo ringraziale Ale e Vinz! Già temo il prossimo rientro del mio padrone di casa, con agguati tesi ad ogni angolo, leve a non finire e miei voli dell'aquila che spero finiscano sul divano e non sul tavolo di cristallo. Ale, ti aspetto con...ansia! :)</div>nicolahttp://www.blogger.com/profile/18013020362988849655noreply@blogger.com4tag:blogger.com,1999:blog-1768663443180613385.post-90665115727945754702011-01-14T05:14:00.006+01:002011-01-14T12:31:39.707+01:00opera singer<div style="text-align: justify;">Dall'autobiografia di Craig Ferguson, "American on purpose":<br />
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"I was happy for a time in New York. The energy and vitality of the city inspired me and helped me become confident, and the streets of the East Village seemed to be teeming with people who valued artistic expression and eccentricity. It felt dangerous and welcoming at the same time. Every night at one a.m., lying in bed, I'd hear a woman sing the most beautiful operatic arias. She sounded like an angel floating between the sirens and over the tar rooftops. I later found out that she was an aspiring opera singer who worked in a local bar and on the way home at the end of her shift she would walk through the streets to her apartment singing at the top of her voice. She did it for protection, figuring that any lowlifes on the street who wanted to do her harm would think either that she was too crazy to approach or that she would attract too much attention. This delighted and impressed me. It seemed indicative of the beat of the locale - art as the best defense in a dangerous but exciting world."</div><div style="text-align: justify;"><br />
E mia traduzione a braccio:</div><div style="text-align: justify;">"Per un po' fui felice a New York. L'energia e la vitalità della città mi ispiravano e mi aiutavano ad aver fiducia e le strade dell'East Village sembrava brulicassero di persone che apprezzassero l'espressione artistica e l'eccentricità. Questo trasmetteva un senso di pericolo e di accoglienza allo stesso tempo. Ogni notte all'una, stando sdraiato a letto, sentivo una donna cantare le più belle arie d'opera. Sembrava un angelo fluttuante sopra le sirene e i tetti di catrame. Ho poi scoperto che era un'aspirante cantante d'opera che lavorava in un bar della zona e che nel tornare a casa alla fine del suo turno camminava per la strada cantando a squarciagola. Lo faceva per protezione, pensando che un malintenzionato avrebbe pensato che o era troppo matta per averci a che fare oppure avrebbe attirato troppa attenzione. La cosa mi colpì molto e mi impressionò. Sembrava indicativo dello spirito del luogo: l'arte come migliore difesa in un mondo pericoloso, ma eccitante."</div>nicolahttp://www.blogger.com/profile/18013020362988849655noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-1768663443180613385.post-83959039614899600882011-01-05T12:09:00.003+01:002011-06-08T11:10:51.103+02:00granpa's guitar<div style="text-align: justify;">A fine anno mi sono fatto un regalo a cui pensavo da tempo, da diversi mesi per la verità. Mi son comprato una chitarra acustica. Ho trovato un'offerta interessante da Ghisleri, un pacchetto che oltre ad una chitarra Cort (ovviamente un'entry level per un impedito come me) forniva custodia, accordatore, corde di scorta e un dvd con qualche lezione per muovere i primi passi.</div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;">Non sono mai stato particolarmente affascinato dalla chitarra, ho e avrò sempre una passione viscerale per la batteria, ma da quando ho iniziato ad allargare i miei orizzonti musicali abbracciando anche il soft rock, o folk rock forse, alla Jack Johnson, ho iniziato ad aver voglia di mettere le mani su una sei corde giusto per suonare qualche canzone per conto mio. Mi piace l'idea di potermi esprimere con "poco", soprattutto è una sensazione nuova per me quella di avere uno strumento che sia portatile e che si possa suonare persino in appartamento!</div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;">Le basi minime me le sto facendo grazie ad un programma del Mac che contiene otto lezioni per cominciare. Le trovo piacevoli e molto chiare. Ovviamente sono ancora agli inizi, però ho superato la fase "non riesco a schiacciare una corda senza bloccare quelle vicine" arrivando a "faccio una gran fatica a passare da un accordo all'altro," e direi che è già un grande risultato! Non ho nessuna fretta, quando posso mi metto sul divano e strimpello un po', cercando almeno un minimo di costanza anche per farmi il callo sulle dita della mano sinistra: le corde sono decisamente dure e all'inizio anche solo il posizionare le dita per l'accordo faceva male! Ora va già meglio, comincio ad avere un'autonomia di una manciata di minuti...</div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;">Giusto perché non bastava sentirmi dare del nonnino da quando faccio taichi, ci si sono messi anche i <a href="http://www.youtube.com/watch?v=uCUnhoe0rpU&feature=related">Dethklok</a> a prendermi in giro! Giusto due giorni dopo l'acquisto, ho visto questo pezzo in una puntata di <a href="http://en.wikipedia.org/wiki/Metalocalypse">Metalocalypse</a>! Eh si, ormai sono proprio diversamente giovane...</div><br />
<iframe allowfullscreen="" frameborder="0" height="450" src="http://www.youtube.com/embed/LfQ-Xg_MS3k?rel=0" width="560"></iframe>nicolahttp://www.blogger.com/profile/18013020362988849655noreply@blogger.com5