giovedì 19 febbraio 2009

A380 experience


Cercando video per il post precedente, mi sono imbattuto in questo filmato sulla costruzione, o meglio sull'assemblaggio, dell'ultima creatura Airbus, il gigante A380. In 7 minuti è concentrato il trasporto dei diversi tronconi, la loro fusione, l'allestimento degli interni e la colorazione esterna, in un fast-forward che mi ha molto impressionato.

Al di là della passione che nutro per i velivoli, penso che questo filmato sia interessante anche per chi non è particolarmente attratto dal volo. E' impressionante la struttura e la funzionalità di quest'enorme hangar, la grandezza dei suo spazi e le sue proporzioni rispetto all'uomo, che come suggerisce Caterina, sembra una piccola formichina lavoratrice al confronto del bestione che sta piano piano prendendo forma. Mi ha davvero colpito, se non si fosse capito...


Qual'è il collegamento con l'Australia, direte voi? Beh, è labile, ma c'è, perché continuando a passare da un video correlato all'altro ho trovato questo filmato che mostra la cerimonia di consegna del primo A380 alla compagnia di bandiera australiana Qantas. Anche qui, il filmato mi ha stupito perché non si tratta di un sempice passaggio di consegne, ma di un vero e proprio evento con tanto di proiezione di filmati sull'enorme fusoliera dell'aereo. L'idea mi pare veramente bella e originale, certe sequenze sono splendide.


A questo indirizzo invece si può vedere la colorazione del primo velivolo destinato alla Qantas, in un fast-forward simile al precedente. Non capisco come mai, con tutte le tecnologie di cui sono a disposizione, si sia stampata la bandiera australiana al contrario, almeno dal lato utilizzato per la proiezione di cui sopra... E c'è pure lo spot TV!

Ok, prometto che il prossimo post non sarà a tema aeronautico!

lunedì 16 febbraio 2009

the Kangaroo Route


In quest'era globalizzata, un viaggio aereo verso l'Australia viene visto come un lungo viaggio impegnativo: non ricordo di preciso la durata, qui Sergio può sicuramente essere più preciso, comunque direi che tra ore in volo e ore in attesa al momento dell'obbligato scalo, passeranno almeno venti ore, forse un giorno intero se non si trova uno scambio favorevole. Insomma, un'eternità se paragonata all'ora scarsa o abbondante per raggiungere rispettivamente Parigi o Londra dal nord Italia.

Ma ovviamente le cose non sono sempre state così, un viaggio verso gli antipodi era sicuramente ben più impegnativo anche solo cinquant'anni fa, sia economicamente, sia fisicamente e anche come dispendio di tempo. Il libro di Bryson ha risvegliato il mio interesse riguardo i primi voli che hanno collegato l'Australia al Vecchio continente, avvenuti nel 1947 grazie all'introduzione, da parte della compagnia di bandiera Qantas, dei nuovi Lockheed Constellation. In precedenza era necessario spostarsi via mare, con una crociera che negli anni '50 era di circa cinque settimane, oppure con voli locali di diverse compagnie aeree, da città a città. Invece ora si poteva raggiungere Sydney, partendo da Londra, in soli tre giorni, facendo però frequenti scali in almeno sei città differenti. Proprio per questo motivo, questa rotta venne chiamata Kangaroo Route. Il libro avanza l'ipotesi che forse un'altra affinità veniva dal fatto che questi aerei non potevano volare a grandi altezze e che quindi erano sempre sottoposti a forti turbolenze...


Trovo affascinante l'idea di poter viaggiare in aereo toccando però diverse città, quasi si fosse in crociera. Il Lockheed Constellation (chiamato affettuosamente Connie) era un quadrimotore ad elica molto elegante, desiderato e parzialmente progettato da Howard Hughes, capace di coprire distanze fino ad allora inarrivabili di più di cinquemila chilometri. Questo ha quindi permesso di instaurare una rotta fissa tra l'Australia e l'Europa, anche se caratterizzata da un numero non indifferente di balzi. Ho trovato solo questa cartina esplicativa con le varie tappe necessarie:


Qui invece potete vedere un video che la Qantas ha proiettato sui suoi aerei per i 60 anni festeggiati dalla Kangaroo Route nel 2007. Ovviamente quest'opzione era riservata a pochi fortunati, un viaggio così lungo costava ancora una fortuna e solo anni più tardi, grazie all'introduzione di aerei più economici come il Boeing 707 ed alle tariffe economiche, si è aperta la possibilità del volo transoceanico anche alle masse.

Attualmente la rotta Sydney-Londra viene ancora chiamata Kangaroo Route, ma i balzi ormai sono ridotti ad un singolo scalo a metà strada, che presto potrebbe venire eliminato grazie agli ultimi e moderni aerei progettati da Boeing ed Airbus: 20 ore di volo continuo facendo quasi mezzo giro del mondo e cambiando emisfero! Ho però scoperto che la vera Kangaroo Route attrae ancora grazie al suo fascino: per esempio questo sito consiglia di fare il viaggio dall'Europa all'Australia sfruttando le compagnie aeree low-cost locali. Non è certo il modo più economico per raggiungere gli antipodi, ma ammetto che trovo l'idea stuzzicante, essendo però appassionato di volo: scommetto che molti tra voi hanno la nausea solo a pensare a quanti decolli ed atterraggi dovrebbero fare!


Chi volesse approfondire la conoscenza dello splendido velivolo della Lockheed (poi sostituito dall'evoluzione Super Constellation) troverà qui un piccolo documentario storico e un po' di immagini di un esemplare restaurato e ancora volante. Di filmati se ne trovano parecchi, storici e non.

lunedì 9 febbraio 2009

in un paese bruciato dal sole - reprise


Il titolo dell'ultimo post è stato tragicamente profetico, in questi giorni l'Australia sud-orientale sta letteralmente bruciando e il bilancio lo sentite aggravarsi di giorno in giorno sui Tg nazionali. Non voglio sostituirmi ai giornali, né fare una cronaca degli eventi, ma solo riportare qualche riga del libro di Bryson (che è del 2000, vedi sempre il post sotto) che ho letto in questi giorni e che, visti gli eventi attuali, ora suonano più tristi anche se consapevoli del rischio. E' una conversazione tra l'autore e un suo amico, Alan Howe, mentre quest'ultimo gli mostra la sua proprietà nella campagna fuori Melbourne, precisamente a King Valley:

"Gli incendi del bush sono una grossa preoccupazione?"

"Be', lo sono quando si scatenano. A volte sono colossali. [...] Vedere un incendio molto grande nel bush, che si sposta nel paesaggio a ottanta chilometri l'ora con le fiamme che si alzano fino a cinque metri nell'aria, è uno spettacolo terrificante, credimi."

"Con che frequenza succede?"

"Oh, suppungo ogni dieci anni, parlo di quelli grandi. Nel 1994 ce n'è stato uno che ha bruciato seicentomila ettari e minacciato quartieri di Sydney, mi trovavo lì all'epoca e da una direzione arrivava questa cappa di fumo nero che chiudeva completamente il cielo. L'incendio durò giorni. Il più grande di tutti fu nel 1939. La gente ne parla ancora. [...] Quell'incendio fece fuori buona parte di Victoria."

"Allora quanti rischi ci sono quaggiù?"

Fece spallucce con filosofia. "E' tutto nelle mani degli dei. Potrebbe essere la settimana prossima, potrebbe essere tra dieci anni, potrebbe non essere mai." Si volse verso di me con un sorriso strano. "In questo paese, amico, sei alla mercé della natura. E' un semplice fatto della vita. Ma ti voglio dire una cosa."

"Cioè?"

"Tutto questo l'apprezzi di sicuro quando sai che potrebbe andare in fumo da un momento all'altro."

Mi chiedo se questo posto esista ancora e quale sia stata la sorte di queste persone.

mercoledì 4 febbraio 2009

in un paese bruciato dal sole


In questo periodo d'esami e di latitanza dal blog ho sfruttato i ritagli di tempo disponibili (soprattutto le lunghe pause di meditazione...in bagno) per rilassare la mente e continuare a sognare grazie all'ottimo libro di Bill Bryson che dà titolo al post, regalatomi a Natale dal buon Sam.


Bryson è uno scrittore di viaggi a quanto pare famosissimo, ma a me in precedenza sconosciuto. Ha un bel faccione simpatico e una prosa molto fluida e tendente al comico. E' quindi molto piacevole da leggere e, se la materia vi interessa com'è nel mio caso, si farà fatica a staccarsi dal libro. Il libro è pieno di aneddoti e curiosità, alcune già di mia conoscenza, la maggior parte invece inedite e davvero interessanti, che condiscono gli spostamenti dell'autore per il continente. Tanti sono gli spunti d'interesse per qualche post e non sono nemmeno a metà libro!

Uno dei primi riguarda la capitale dell'Australia, Canberra. Sono sempre stato incuriosito da questa città, come da tutte quelle create a tavolino in mezzo al nulla. Mi viene in mente Brasilia, oppure l'incredibile progetto di Masdar City negli Emirati Arabi Uniti. E mi sono sempre chiesto perché, in un paese in cui più dell'80% della popolazione vive sulle coste, e dove le coste sono luoghi meravigliosi con spiagge splendide, si debba costruire la capitale in un entroterra isolato!


Comunque, nel primo '900 quando le varie colonie hanno deciso di unirsi in una federazione non si riusciva a decidere se fare capitale Sydney oppure l'allora più prospera Melbourne. Si arrivò ad un compromesso che dava a Melbourne il ruolo di capitale temporanea nell'attesa della costruzione di Canberra, che non doveva stare a meno di 160 km da Sydney e si trova, più o meno, a metà strada tra le due città. Attualmente è la casa di quasi 400 mila persone, molto meno che le altre città principali del continente. Un altro problema era il nome da dare alla città: tra quelli più improbabili proposti durante la scelta ci furono Shakespeare, Myola, Wheatwoolgold, Emu, Eucalypta, Sydmeladperbrisho (le prime sillabe delle altre capitali australiane, veramente tremendo) Opossum, Kookaburra, Cromwell e l'incredibile Victoria Defendera Defender.

Dal libro di Bryson: "E' una città davvero strana, perché non si tratta di una vera città, quanto piuttosto di un grande parco nel cui cuore si nasconde una città. E' tutta una teoria di prati e alberi, siepi e un enorme lago ornamentale: tutto molto gradevole, giusto un po' inatteso. [...] Canberra è davvero la città più incredibilmente vasta che abbia mai visitato. Sulla carta appare piuttosto invitante, con il suo lago serpeggiante, i viali alberati e 4000 ettari di parchi (giusto per avere un paragone, il londinese Hyde Park è di 138 ettari), ma al livello del terreno è semplicemente una quantità di verde a perdita d'occhio, rotto a larghi intervalli da edifici e monumenti."


Il capitolo dedicato a Canberra descrive una città non troppo animata quanto a vita sociale, ma nel complesso ha sicuramente risvegliato il mio interesse per questo luogo che probabilmente sottovalutavo!