giovedì 27 maggio 2010

le profezie di Misterione, terza puntata

Continuano le previsioni sul 2000 de Il Globo, questa volta incentrate sul tema alimentazione. Vado subito col primo sommario:

Nell'Imperial Valley della California si fanno fruttare le piante quattro volte all'anno e si ottengono chicchi d'uva grossi quanto mandarini - Carciofi "su ordinazione" in pochi giorni - Esplode il germoglio appena gettato il seme - Dall'istante della semina fino alla tavola del consumatore, nessuna mano d'uomo tocca il prodotto e nessun contadino si sporca più di terra neppure la suola delle scarpe - A forza di incroci, dei maiali sono stati ridotti alle dimensioni di coniglio per un più facile allevamento e smercio - Bastano 42 giorni per trasformare un pulcino in un grasso e carnoso pollo da mercato: meno della metà del processo naturale - I tacchini senza padre, nati da madre vergine

Come nella puntata precedente, anche qui le previsioni sono quell'attimo ottimistiche. Non capisco bene quanto contento potrebbe essere il contadino, né la sua ragione d'esistenza, se davvero non fosse più necessario lavorare i campi. Anche del maiale rimpicciolito mi sfuggono i lati positivi: che me ne faccio di un salame grande come un dito?! Vediamo se col prossimo sommario va un po' meglio:

Alcuni segreti della dieta dei nostri nipoti: bistecche disidratate, ridotte alle dimensioni di francobolli, sandwiches di pollo come un'ostia che si gonfiano dopo l'immersione nell'acqua, fragole trattate con raggi gamma e conservabili fino a vent'anni - Prosciutto, funghi e pere sottoposti a radiazioni atomiche, rimangono freschi come all'istante della produzione e della raccolta - Il frigorifero non servirà più - Gli industriali di cibi inscatolati si lamentavano che i pomodori erano troppo grossi e irregolari: così sono stati prodotti pomodori quadrati - Negli stabilimenti della Du Pont a Wilmington si fabbrica già marmo sintetico che ha le identiche qualità e prestazioni, ma costa un terzo, del marmo naturale - La plastica materiale principale del futuro

A parte l'indovinata impennata dell'utilizzo della plastica, anche qui si naviga nella fantascienza. Se anche fosse possibile avere cibi sempre freschi, non so quanto sarebbe salutare mangiarli conditi di radiazioni atomiche! Mentre il cibo francobollo forse non è così assurdo, ma di certo non si è ancora diffuso quanto credevano.

Stupisce la fiducia incondizionata verso le scienze ed il trattamento chimico del cibo, qualcosa che ora si comincia a mettere seriamente in discussione con coltivazioni biologiche, organiche, biodinamiche... Probabilmente è un po' il taglio della rubrica de Il Globo ad essere così poco critica, magari già dai primi anni '70 c'era qualche movimento verde attento alle coltivazioni; non sono affatto ferrato sull'argomento, quindi non so essere più preciso. Altra cosa da dire, gli accenni alle mutazioni indotte degli animali qui fanno sorridere, ma ci sono cose che l'uomo ha già fatto e che continuerà a fare che forse non sono poi troppo distanti, anzi magari son pure peggio!

Diciamo che questa fantascienza anni '60, questa visione del futuro come qualcosa di efficiente, sicuro e sano, mi fa sorridere, ma in fondo la invidio, perché quest'ottimismo lo si è perso. Ora il futuro è irrimediabilmente oscuro, inquinato, popolato da guerre per le risorse, alterato dai cambiamenti climatici e dall'incuria e il disinteresse dell'uomo. Speriamo di sbagliarci tanto quanto Misterione!

lunedì 17 maggio 2010

inglish

"Vado in Australia per migliorare il mio inglese". La maggior parte delle volte dopo aver detto questa frase mi sono sentito rispondere: "Ma allora stai sbagliando paese!"

E' vero, l'inglese parlato dall'australiano medio ha una cadenza particolare, ma il più delle volte la verità è che un inglese "vero" non esiste. Certo, c'è il british english, c'è "l'inglese della regina", ma anche solo in Inghilterra è possibile trovare diversi dialetti, per non parlare della Gran Bretagna intera. Il più delle volte quando si pensa ad un inglese standard, si ha in mente quello americano: vuoi per la musica, vuoi per i film o le serie tv, è questo per me l'inglese che ho come riferimento e quello che la mia cadenza maccheronica tenta di imitare di più.

Essendo un ex colonia inglese, in Australia l'influenza del british english è forte, ed è la base su cui poi è partita l'evoluzione dell'inglese australiano. Probabilmente questi mesi passati downunder stanno un po' modificando la mia parlata, in fondo non avevo mai passato prima più di due settimane in un paese anglofono. Quello su cui riflettevo oggi, però, è che quotidianamente sono esposto ad una miriade di inglesi differenti, di cui quello australiano è solo una piccola parte.

Al chiosco dove lavoro ho a che fare con molti stranieri, dai paesi più differenti, oltre a qualche australiano: c'è Joe da Newcastle, Tammy da Manchester, Clare e Lee da Glasgow, poi gli asiatici Chay e Rick (India), Basu e Ace (Nepal), Jet (Malaysia), più qualche altro collega del caffè che vedo ogni tanto, come il messicano Juan, o i cuochi del ristorante, un italo-australiano di nome Enzo e un indiano.

Ognuno di loro parla un inglese differente, quello senza "erre" e con delle vocali aperte degli inglesi, lo scottish english che è sicuramente il più curioso e per me il più difficile da capire, il buffo inglese degli indiani che sa essere ostico anche per la testardaggine dei parlanti che non si sforzano molto per risultare meglio comprensibili, la versione malese un po' più nasale e aperta, che fa percepire il background della lingua orientale di partenza, oppure le cadenze più familiari dell'inglese influenzato dallo spagnolo o dall'italiano. Durante le prime settimane ho anche avuto un collega tedesco che come molti suoi connazionali parlava un inglese corretto e facilmente comprensibile.

Oltre a questi colleghi stranieri c'è una manciata di australiani, ognuno col suo modo di parlare: c'è Robbie che è l'australiano doc con la parlata dell'outback, quella proprio eccessiva e caratteristica, c'è Emma che sarebbe comprensibile se rallentasse un po' la velocità di espressione, Kieran che eccede nel senso opposto con una parlata lenta e per questo molto chiara, più qualche superiore, ognuno con una gradazione diversa di accento australiano nel proprio inglese.

Insomma, il chiosco è uno spaccato dell'Australia, tante nazionalità e tante parlate differenti. Sicuramente una buona palestra, se non per imparare un inglese perfetto, almeno per adattare l'orecchio ad una costante babele di inglesi diversi!

sabato 8 maggio 2010

le profezie di Misterione, seconda puntata

Spulciando i vari numeri de Il Globo dei primi anni '70, mi sono imbattuto in una rubrica dal nome "America 2000", dedicata alle invenzioni scientifiche prospettate per i trent'anni a venire. Il giornalista Luigi Romersa, curatore di questa rubrica, ha viaggiato in lungo e in largo gli Stati Uniti da un laboratorio scientifico all'altro, intervistando visionari inventori e cercando di delineare quella che sarebbe stata la vita negli anni duemila.

Dovendomi dedicare alla ricerca di ben altro materiale, non mi è stato possibile leggere gli articoli per intero, ma non ho potuto fare a meno di trascrivere i sommari introduttivi. E' vero che non è mai facile fare previsioni sul futuro, si tende sempre a immaginare un mondo fantascientifico a pochi anni di distanza. Bisogna riconoscere che alcune delle previsioni si sono rivelate corrette. Certe affermazioni di Romersa, però, mi sembrano parecchio ingenue! Mi chiedo che scienziati folli abbia intervistato! E che fine abbiano fatto loro ed i loro studi...

In ogni caso, puntata dopo puntata, prendendo in prestito il nome dell'ormai mitico profeta Misterione, vi riporterò questi geniali sommari. Qui di seguito il primo:

Helmer e Gordon, due vulcanici cervelli da cui dipendono gran parte delle sorti dell'America e del mondo, scatenano una guerra alle leggi della natura per rendere l'uomo utile e giovanile fino dopo i 200 anni d'età - Fra pochi anni, nel 1975, i traduttori automatici elimineranno il problema delle differenze delle lingue - Nel 1990 la vita sarà creata del tutto artificialmente in laboratorio e nello stesso tempo si potrà provocare a piacimento la pioggia e il bel tempo - La scienza farà del futuro un miracolo continuo - Si potrà smontare un essere umano, togliergli il cuore, i polmoni, il cervello, il fegato, l'intestino, le gambe, le braccia e ricomporlo con pezzi artificiali - Si troverà il sistema di avere donne sempre giovani e belle e scomparirà lo spauracchio della menopausa - Topi vengono educati e poi ammazzati, ed il "neurone", in cui è concentrata la scienza appresa, è quindi iniettato in topi "ignoranti": sarà lo stesso per gli uomini

Non male la vita nel duemila, eh? Soprattutto per le donne sempre giovani e belle... Piuttosto ottimistica la previsione sulle lingue, mi sa che Romersa ha intervistato uno sceneggiatore di Star Trek credendo fosse uno scienziato! Col meteo qualcosa si è fatto, ma non così a comando. Anche l'ultima ipotesi fa molto fantascienza ed eugenetica. E questi Helmer e Gordon che avevano in mano le sorti del mondo, dove sono finiti?!

Ed ecco il secondo sommario:

I militari, che potranno essere trasportati da un punto all'altro del mondo nel giro di venti o trenta minuti per mezzo di razzi, adopereranno piccole "carabine atomiche" della potenza di un kilotone - Tempeste e bufere di pioggia e tormente di neve saranno artificialmente create per bloccare il nemico - I delfini verranno adoperati come i ricognitori marini del futuro - Regolari traffici con la "colonia-Luna" per mezzo di autobus spaziali a centocinquata duecento posti - Basterà una pillola per rendere gli uomini immuni alle radaizioni nucleari

Anche qui grande ottimismo, sembra più L'Eternauta che una plausibile previsione per il duemila. I delfini credo siano stati seriamente usati in campo militare, ma sono piuttosto ignorante al riguardo e tutto quello che riesco a ricordare sono quelli totalmente inutili di Steve Zissou! Alla prossima!

giovedì 6 maggio 2010

A380 experience!

Oggi ho preso il biglietto di ritorno, parto il 15 giugno mattina e arrivo il giorno seguente, all'alba, a Malpensa, volando con Singapore Airlines. Purtroppo la lowcost AirAsia che tanto economica si era rivelata all'andata, per il viaggio di ritorno diventa meno conveniente. E' vero che volo da Melbourne, quindi più lontano rispetto all'arrivo nell'Australia Occidentale, però il prezzo è più che raddoppiato!

Con un centinaio di dollari in più, quindi, posso volare con una compagnia aerea vera, cibo e intrattenimento compresi, e non devo fare scalo a Londra. Inoltre avrò l'inaspettato piacere di poter volare, nella prima tratta da Melbourne a Singapore, su un Airbus A380! Trattasi, per chi non ne fosse al corrente, del più grosso aereo di linea mai costruito. E' vero che è solo qualche metro più grande dello storico 747, ma il solo fatto di avere due piani lo rende un vero e proprio palazzo volante! Ok, sto parlando più dell'aereo che del ritorno, ma se mi conoscete non sarete sorpresi. Aggiungo soltanto che ho deciso di partire qualche ora prima e attendere di più a Singapore solo per poter volare sull'A380 e non su un "banale" Boeing 777 (che, per la cronaca, mi attenderà a Singapore per il volo verso l'Italia).

Fino a qualche settimana fa pensavo di tornare intorno a metà maggio, l'avevo anche scritto qui sul blog mi pare. Ho però cambiato idea, o meglio ho deciso di estendere di un mese la mia permanenza, perché mi sembrava di partire troppo presto. Un po' perché sul lavoro ormai mi trovo bene, mi arrangio in tutto e, a parte in questi giorni di pioggia, mi trovo a lavorare di più perché alcuni colleghi hanno lasciato. Per quanto banale possa essere il mio lavoro, è comunque piacevole e abbastanza soddisfacente gestirmi i miei spazi e le mie mansioni senza dover chiedere continuamente agli altri come fare le cose o dove trovare quello che serve come all'inizio. La routine casa-lavoro è, appunto, diventata un'abitudine e mi sono reso conto che non volevo abbandonarla così presto.

Inoltre, sia per il maggior lavoro che per un mio impigrimento, la ricerca per la tesi aveva subito un rallentamento. Ben venga quindi questo mese aggiuntivo per completare gli studi sul posto. La spulciatura delle prime pagine de Il Globo procede a gonfie vele, tra brutto tempo e giorni di riposo, in questi giorni sto facendo una full-immersion alla State Library con i microfilm del giornale, ho appena terminato gli anni '70. Mi ha fatto un certo effetto leggere i titoli del caso Moro, settimana dopo settimana, o le notizie quasi regolari degli altri omicidi legati al terrorismo di sinistra o di destra. Altro titolo regolare in quel periodo è stato questo: "Il governo Andreotti in crisi"! Ma quanti governi ha guidato o tentato di guidare?! Inoltre scopro perle di giornalismo come la seguente:

Mi è stato appena chiesto se mi sento triste o agitato per il rientro. Devo ammettere che in questi giorni ho faticato a prendere sonno, quindi probabilmente agitato lo sono! La tristezza ci sarà di sicuro, ma intanto non si sente visto che ho ancora più di un mese davanti a me. I piani per il futuro prendono piano piano forma, anche per questo il rientro lo vivo in maniera positiva e con attesa. Spero inoltre che il tempo a Bergamo, in questi quaranta giorni che mi separano dall'Italia, abbia modo di sistemarsi e volgersi al bello!