martedì 13 aprile 2010

il ritorno

Oggi ho comunicato al mio capo che tra un mese smetterò di lavorare e devo ammettere che la decisione di tornare in Italia a maggio non è stata così facile da prendere come avrei immaginato. In realtà era già nei piani, anzi mi ero persino detto che sarei anche potuto tornare prima. Poi dopo ardua ricerca ho finalmente trovato il lavoro al chiosco e da lì è cominciata la routine casa-lavoro che continua tutt'oggi.

Proprio questa routine mi ha tenuto lontano dal blog, non perché non avessi materialmente tempo per scrivere, ma a causa di una mancanza di argomenti interessanti di cui parlare. Qui tutto procede bene: sono arrivati i genitori del mio coinquilino (anche se ora sono tutti a Sydney per festeggiare il capodanno buddista), sul lavoro ormai mi arrangio senza problemi e coi colleghi mi trovo sempre bene e sto piano piano approfondendo la conoscenza e legando.

Ma c'era un altro motivo che mi ha tenuto temporaneamente distante dalla scrittura in queste prime settimane di aprile: dopo i giorni impegnativi delle vacanze pasquali ho cominciato a pensare al ritorno in Italia e a come organizzarmi ed in quel momento mi sono reso conto che mi spiaceva lasciare tutto quello che avevo costruito qui. Ci sono tanti motivi per cui ho voglia di tornare, non fraintendetemi: rivedere la famiglia, i nipoti, gli amici, ritrovare le atmosfere di casa, tornare ad esprimermi compiutamente senza troppe ansie (si, lo so, anche in italiano a volte faccio fatica) e soprattutto continuare coi progetti di studio. Però....

Però qui ho una casa in cui mi trovo bene ed ho i miei spazi, ho un lavoro che non è eccezionale, ma che mi permette di mantenermi e che vivo serenamente, che a volte è impegnativo e altre mi regala belle risate. Ed ho un visto che dura fino a metà novembre. Per un po' di giorni sono stato quindi incerto sul da farsi. Certo, restare avrebbe voluto dire posticipare per l'ennesima volta gli impegni universitari, rinviare di qualche mese il ritorno tra le persone che ho care, ma almeno mi sarei goduto ancora un po' la mia vita a Melbourne, la mia indipendenza, e avrei potuto garantire un rapporto di lavoro più duraturo al chiosco.

Stamattina la decisione definitiva, quella di tornare a metà maggio. Il mio capo non ha fatto storie, probabilmente non solo perché è una persona comprensiva, ma anche perché in fondo non sarei stato così essenziale nei prossimi mesi, con l'inverno alle porte (il chiosco è aperto tutto l'anno, chiude solo il giorno di Natale). Mi sono ritrovato a commuovermi quando l'ho poi comunicato ai miei colleghi. Oggi c'erano proprio le persone con cui mi trovo meglio, l'indiano Chai che condivide con me la zona cibo, Rebecca e Joe. Mi ha commosso soprattutto trovarli dispiaciuti, mi son quasi sentito in colpa. Ma quello che mi ha fatto decidere è proprio il fatto di sentire la mia indipendenza così importante. Rimanere qui prolungherebbe una situazione sicuramente piacevole, ma comunque temporanea. So per certo di non voler restare qui a lungo termine, quindi non creerei le basi per qualcosa di più duraturo, né questo lavoro mi permette di mettere da parte chissà quanti soldi in questi mesi. Meglio quindi tornare, perché prima torno, prima mi incammino lungo una nuova strada.

La malinconia però c'è, pur con ancora un mese davanti a me. Mi sembra di terminare anzitempo un'esperienza che sarebbe dovuta durare di più. E mi colpisce come sia praticamente il lavoro a darmi questa sensazione, come sia il mio essermi ambientato e sistemato a farmi desiderare di restare. Ma le cose sono andate così, avessi trovato il lavoro appena arrivato a Melbourne magari ora sarebbe tutto diverso e mi sentirei più pronto a partire. In ogni caso, visto che di esperienze lavorative ne avevo ancora poche, faccio tesoro di questi mesi al chiosco, sia per quello che ho imparato praticamente, sia per il lato umano dell'esperienza.

Inoltre l'alternativa era tra farmi l'inverno australe e poi quello boreale o tornare per l'estate italiana...

5 commenti:

  1. bona, cena sociale a giugno :P
    -ned

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  2. Capisco la sofferenza ma accetto ben volentieri questa decisione, egoisticamente ho una gran voglia di rivederti........Ma

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  3. Allora hai deciso! Bene, buon ritorno. Le tue ragioni per tornare sono tutte ottime, hai fatto la scelta razionalmente corretta. Nonostante tutto... io sarei rimasto fino a novembre, non so perchè, forse se una cosa sento che non è finita... non è finita! Però conosci le mie scelte di vita e quindi sai perchè dico ciò.
    Maiale, goditi a pieno questo ultimo mese, senza troppe malinconie. Godi godi godi (non in senso sessuale, neh... cioè... magari anche sì, se ti capita... ahahaha).
    g.

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  4. Tranquillo, qua a chioschi non siam messi bene ma di centri commerciali che cercan "paninari" ce ne sono a bizzeffe...................hai il futuro assicurato!!

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  5. Ecco..questa malinconia anche tra amiche righe. Abbraccio malinconico...

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