mercoledì 22 ottobre 2008

the toxicity of our city


Se gli americani per testare le bombe atomiche hanno scelto Bikini, se i francesi hanno sfruttato l'atollo di Mururoa, gli inglesi... beh, loro hanno pensato in grande: perché non utilizzare l'Australia? Tanto di posto ce n'è... E così è stato, tra il 1955 e il 1963 a Maralinga, parte dell'area dedicata ai test di Woomera nel South Australia, sono state effettuate più di 700 prove, di cui sette furono esplosioni atomiche vere e proprie (qui una delle sette, di media potenza, ma sempre impressionante).

Non avevo mai sentito parlare di questi test. Magari sono cosa conosciuta per molti di voi, ma sicuramente non hanno avuto la stessa risonanza dei test americani, oppure di quelli francesi anche per via della ripresa degli esperimenti negli anni '90 (come dimenticare l'efficace "Fuck Chirac!" ?). E' stato Sergio a parlarmene di recente, prestandomi una rivista con un servizio al riguardo. Facile poi trovare notizie sul web, soprattutto legate alla disputa sull'efficacia o meno delle seguenti bonifiche. Ma andiamo con ordine.

Dopo due test minori nel Western Australia e in una zona vicino Maralinga, il Governo Britannico fece richiesta all'Australia di un sito permanente. Maralinga venne ritenuta ideale per limitare la contaminazione seguente alle esplosioni. La zona era abitata da due tribù aborigene, i Pitjantjatjara e Yunkunytjatjara (più facili da pronunciare che da scrivere) che vennero trasferite (ovviamente a forza) in un'altra località, senza grandi considerazioni per i significati storici e soprattutto spirituali dei luoghi originari di queste persone.

Nonostante i grandi test atomici abbiano più risonanza (non solo al momento dell'esplosione...) e siano abbastanza pubblicizzati, i test minori sono passati praticamente in silenzio e, almeno in questo caso, furono certamente i più dannosi. Obiettivo di questi test secondari era analizzare le conseguenze di un'esplosione non nucleare di una bomba atomica, situazione che si sarebbe potuta creare in caso di esplosione accidentale dell'ordigno. Il problema è che in questo modo molto del materiale radioattivo venne disperso sul terreno. Anche le esplosioni principali comunque ebbero conseguenze negative superiori alle aspettative, con ricadute inquinanti molto più vaste di quanto pianificato. Inoltre, a differenza di quanto detto al tempo dal Governo Britannico, è stato scoperto che nei giorni immediatamente seguenti alle esplosioni fu ordinato a truppe militari di esercitarsi nelle aree utilizzate per gli esperimenti, per testare gli indumenti protettivi e studiare gli effetti del fallout radioattivo.

Una prima bonifica venne fatta nel 1967, ma questa era evidentemente molto superficiale, visto che dall'inizio degli anni '80 vennero alla luce i primi casi di tumore e cecità, soprattutto riguardanti le popolazioni aborigene che si erano ristabilite nella zona. Nel 1985 venne istituita una commissione con il compito di investigare sui danni causati dai test atomici. La commissione McClelland provò che l'area era ancora contaminata e che era necessario operare una bonifica più approfondita. Questa venne effettuata comunque anni dopo, tra il '96 e il 2000. Ora le zone più a rischio lo sono solo in caso di occupazione permamente, ma non in caso di accesso limitato.

Molto poco venne fatto per aiutare le tribù deportate, le cui difficoltà di integrazione non fecero che aumentare i problemi sociali già accusati dagli aborigeni; del resto i molti indigeni che riuscirono ad evitare la deportazione rimanendo a Maralinga subirono forse una sorte peggiore per via delle radiazioni ancora presenti.

Concludo con due riferimenti più o meno contemporanei a questi eventi: un team minore di rugby, credo di Sydney, ha il simpatico nome di Maralinga Isotopes! Infine, il supergruppo Anderson Bruford Wakeman Howe si ispirò ai fatti di Maralinga per una canzone dell'album omonimo e, all'interno del libretto, riportò queste parole:

"In 1954 the British Government, in order to maintain the balance of power between east and west, exploded their first atom bomb at Woomera. They failed to contact all of the aborigine peoples at the time. The aborigines still call this ’the day of the cloud.’ "

1 commento:

  1. Post molto interessante. Non ne sapevo molto dei test in australia. (stupenda la frase iniziale tra l´altro.. "perché non usare l´australia?!)

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