Ed eccomi ritornato a Perth, dopo qualche migliaio di chilometri e un giro che, sulla cartina dell'Australia, non è nemmeno tanto vasto, giusto una sorta di triangolo che poggia sul vertice di Perth e con Exmouth e Newman negli altri due angoli. Ma almeno ho avuto modo di girare un po' di WA (lo stato dell'Australia Occidentale) e farmi un'idea di com'è la vita nell'outback. Beh, io lo chiamo outback perché per me i paesini visitati sono tra i posti più sperduti in cui sia mai stato! Per un australiano di periferia, outback significa probabilmente stare in un allevamento di bestiame raggiungibile solo dopo due giorni di pista sterrata, senza elettricità ed acqua corrente...
A me è bastato trovarmi per più di mille chilometri (da Newman ai primi sobborghi di Perth) senza avere alcuna copertura telefonica per il cellulare per sentirmi veramente fuori dal mondo. La Great Northern Highway non si è rivelata altrettanto interessante come invece la Brand Highway (che poi diventa North West Coastal) fatta all'andata. Il paesaggio è molto più desolante, la strada più pianeggiante e più piatta e monotona. E' il tratto più battuto dai road train, anche se viaggiando tra sabato e domenica non è che abbia notato un gran traffico...
Sono ripartito da Mount Magnet dopo una bella chiacchierata col proprietario del Grand Hotel in cui ho alloggiato la sera precente, mi ha perfino offerto la colazione (stupito che non volessi nemmeno un uovo: io la colazione salata proprio non riesco a farla). La prima metà del viaggio è passata senza spunti di interesse, salvo questo trasporto veramente eccezionale! In Australia non riescono proprio a fare le cose in piccolo.
A duecento chilometri da Perth però sono iniziati i Victoria Plains, una regione dedita alla coltivazione di grano, molto più collinosa e piacevole. Le foto purtroppo non rendono bene l'idea, ma è stato proprio bello viaggiare tra campi di grano sterminati.
Come detto ieri, avevo in programma di visitare New Norcia, una comunità monastica fondata nel 1846 (pochi anni dopo la fondazione di Perth) proprio nel mezzo della wheatbelt (la "cintura del grano") dall'ordine benedettino spagnolo per fare proseliti tra gli aborigeni della zona. Ho avuto modo di partecipare ad un tour guidato molto piacevole tra gli edifici principali di questo paesino che si riduce praticamente alle strutture monastiche e ai due college (uno per i maschi ed uno per le femmine) ormai in disuso. Sono anche entrato nelle cappelle in cui pregano in monaci, che comunque invitano il pubblico a condividere la preghiera con loro.
E' stata una bella esperienza, arricchita dal fenomeno fisico che vedete nella foto qui sopra e nella foto di inizio post e di cui ignoro per ora le cause. Fa una certa impressione vedere quel disco scuro intorno al sole! Calcolate che, nella foto, il sole appare molto più grande, mentre invece è la corona ad essere molto estesa. Sarebbe bello poter accedere agli archivi della libreria che a quanto pare contengono una quantità spropositata di documenti ancora non classificati. Sembra che qui siano presenti le maggiori documentazioni sulla cultura aborigena mai scritte, tra l'altro compilate in sei lingue diverse tra cui l'italiano!
E adesso? E adesso voglio andare a Melbourne per documentarmi bene per la tesi, che ho deciso di fare sul quotidiano "Il Globo", pubblicato in italiano in tutta Australia, ma con sede appunto nella capitale dello stato del Victoria. Si, non è proprio dietro l'angolo, sono 3352 chilometri... Attraverserò il famoso "Nullarbor" a sud, parola di origine latina che indica appunto quanto fiorente sia la flora nella zona, ma che molti australiani credono essere un termine di origine aborigena per l'assonanza con certi termini delle lingue locali. E passerò da Adelaide, per una breve visita.
Il problema potrebbe essere il trovare un posto in ostello in questo periodo di vacanze, comunque adesso comincio a cercare per bene sulla rete.
Un piccolo appunto per dare spazio ad una dimenticanza, un momento di ilarità durante questo giro al nord che avevo scordato di riportare: giunto in una stazione di servizio sperduta nel nulla, sotto un caldo spaccapietre, road train che sfrecciano sulla strada, mi reco ai servizi per una pausa riflessiva dopo un pasto con panino ripieno di hamburger e uovo. Seduto sul trono, mi metto a leggere i graffiti sull'interno della porta e cosa trovo scritto a caratteri cubitali? "Foggia c'è!"
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