Seconda tappa: Carnarvon. Qui si comincia a fare sul serio, il viaggio di oggi è stato più straniante, con paesaggi che cominciano ad essere brulli e desertici, da vero outback australiano. Ancora meno auto di ieri, road train sempre presenti, tratti rettilinei interminabili (ne ho fatto uno di almeno un centinaio di chilometri), per fortuna che stamattina sono riuscito a copiare qualche mp3 su cd, almeno sono stato allietato da Dave Matthews, Creed e Branduardi.
Questa volta niente tappe intermedie, tranne una breve sosta ad una vista panoramica che si è rivelata davvero impressionante: purtroppo le foto non rendono nulla, ma ho fatto anche un filmato che fa percepire un po' di più la sensazione che si prova a guardare chilometri e chilometri di quasi nulla!
Due piccole colline nemmeno tanto alte in mezzo ad una distesa piatta regalano una vista sterminata. In lontananza, verso ovest, si vedeva anche l'oceano, peccato davvero che la macchina fotografica non riesca a rendere queste viste. Lo stesso è per la strada, a volte rimango impressionato dalle viste che si hanno quando si scollina e ci si ritrova una striscia dritta per chilometri fino a dove l'occhio riesce a vedere, con l'effetto "oasi" sempre presente.
Tutto questo nulla mi mette un po' a disagio, credevo che Margaret River fosse una città isolata, ma ora mi sto decisamente ricredendo! Tra l'altro, nonostante abbia viaggiato per un migliaio di chilometri, non sono nemmeno a metà Australia! Domani riparto, la meta è Exmouth per la barriera corallina del vicino parco nazionale Ningaloo Reef.
Carnarvon non ha molto da offrire, è più che altro una base per varie escursioni, quasi tutte off road, nella zona circostante. Trovandosi alla foce di un fiume, è piuttosto verdeggiante, una sorta di oasi in mezzo al deserto dell'outback, così ci sono diverse aziende agricole nell'area. L'ostello in cui mi trovo, infatti, non è tanto una meta per turisti, ma per ragazzi che lavorano nel settore.
L'arrivo a Carnarvon però è stato salutato dalla vista notevole dell'OTC Dish, una parabola gigante che, cito dalla Lonley Planet, "funse da stazione di rilevamento delle missioni spaziali Gemini e Apollo, e che rilevò la cometa di Halley nel 1986".
Visto che ieri non sono riuscito a pubblicare queste righe, ne aggiungo qualcuna riguardo le visite e le impressioni di stamattina. Tra le città viste finora (aggiungendo anche Exmouth) questa è sicuramente la più brutta, anche se forse la più autentica. Per strada e, soprattutto, fuori dal centro commerciale si potevano incontrare diversi aborigeni, particolare che colpisce chi, come me, viene dal sud dove se ne vedono decisamente di meno. Stanno per conto loro e non danno alcun fastidio, ma si notano anche per l'aspetto decisamente trasandato. Da quello che ho sentito, soprattutto da chi, come Leela, ha a che fare con loro, in generale sono così tanto sovvenzionati e così da tanto che è prassi comune che non facciano nulla: se vieni pagato per qualsiasi cosa chi te lo fa fare di sbatterti? La mia impressione è che non ci sia una seria volontà di risolvere la situazione, si cerca solo di tenerli buoni con sussidi di ogni tipo e stop. E quindi anche loro non hanno interesse a cambiare la situazione, solo che anni di sovvenzioni hanno creato una sorta di cultura dello sperpero da cui è difficile uscire: in genere ricevono i soldi e li spendono tutti in fretta, spesso in alcol.
Tornando a Carnarvon, stamattina ho visitato il cimitero dei pellegrini, un prato mal tenuto con diverse lapidi dei primi abitanti di questo paese, tra cui è possibile trovare, oltre ad inglesi, anche arabi, jugoslavi e italiani. In seguito ho visitato il pontile (lungo più di un chilometro), e dato un'occhiata veloce alla zona, col museo del treno a vapore e qualche cimelio, il tutto in una zona abbastanza trasandata e in un stato di semi abbandono, con nessuno nei dintorni tranne me. Decisamente desolante!
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