lunedì 15 marzo 2010

quarantadue

Sono mezzo addormentato, ma mi andava di scrivere qualche riga e quindi eccomi qui. Ieri sera sono rimasto sveglio fino a tardi per vedere il primo Gran Premio della stagione 2010 di Formula 1. Stare sveglio non è stato affatto facile, purtroppo, visto che le nuove regole non hanno cambiato di molto la competizione. Certo c'è da dire che la pista non aiutava, a parte qualche bel rettilineo, e che qualche duello all'ultima staccata nelle retrovie si è visto. In ogni caso, a dieci giri dalla fine la mia attenzione ha subito un brusco aumento quando Vettel ha cominciato a rallentare, permettendo il sorpasso del duo Ferrari. Meglio di così la stagione non poteva iniziare!

Oggi ero ancora al chiosco, giornata piuttosto spenta dedicata a qualche pulizia ed alla preparazione delle scorte di cibo visto che i clienti sono stati proprio pochi. Anche con questo lavoro, com'era già per il cinema, mi ritrovo ad avere weekend piuttosto intensi e pieni e inizi settimana molto blandi: altro che triste lunedì, ieri sera ero proprio contento di essermi lasciato il weekend alle spalle! Otto ore sabato e altrettante domenica, con tanta gente visto che dopo qualche giorno di sole l'estate pare tornata: oggi 30° di temperatura massima.

Oggi invece ho staccato alle tre e domani ho il giorno libero, che dedicherò al volantinaggio prima ed allo studio poi. Invece questa sera sono finalmente tornato in città per la seconda lezione di african drumming. Ritrovato Kanchana e gli altri compagni di corso (anche se c'era qualche defezione, eravamo una decina), abbiamo ripreso coi ritmi della prima lezione aggiungendo nuove cose e aumentando le velocità: il risultato mi è proprio piaciuto, suonare tutti insieme con tre pattern diversi e Kanchana che fa il solista è stato proprio bello! Mi ha anche affascinato sentire racconti di musiche tradizionali con tamburi giganti usati solo per le cerimonie più importanti di re africani che hanno rischiato di andare perdute e vengono oggi studiate e recuperate; ore intere di basi percussive coi tamburoni (una buona dozzina) che si alternano in una sorta di dialogo.

Oggi ho concluso un libro che mi è davvero piaciuto tantissimo e che mi ha colpito per l'assurda genialità. Si tratta del famoso "Guida galattica per gli autostoppisti" di Douglas Adams. Mi è stato regalato appena prima della partenza per l'Australia (grazie Vale!). Anzi, in realtà mi era stato espressamente richiesto di leggerlo durante il viaggio, ma sull'aereo, vista la scomodità, la tensione e la stanchezza, non ero andato oltre le prime pagine. Dopo quella prima lettura, ho erroneamente creduto che il libro fosse semplicemente demenziale, invece ho ora scoperto che Adams s'è spinto molto oltre! Nato inizialmente come programma radiofonico e, si dice, scritto puntata dopo puntata, è successivamente diventato un libro e poi, di recente, anche un film. La storia dei personaggi del primo volume continua poi in altri quattro libri, formando quella che viene definita una "trilogia" di cinque volumi. Non stupisce scoprire che Adams abbia collaborato coi Monty Python, addirittura scrivendo insieme a loro qualche sketch, onore che condivide con una sola altra persona. Leggo da Wiki che era un fan della Apple, addirittura pare il primo a comprare un Mac nel Regno Unito... In ogni caso era un grande fan della tecnologia, cosa che si capisce chiaramente leggendo la sua "Guida galattica", che non sembra affatto un libro scritto nel '79, visto quanto risulta essere moderno e all'avanguardia quando immagina tecnologie come, ad esempio, gli schermi touchscreen. Certe trovate poi sono semplicemente indescrivibili, come l'astronave a propulsione d'improbabilità! Ora voglio leggere gli altri libri della "trilogia"!

5 commenti:

  1. Ho da pochi giorni letto la recensione del film scoprendo poi del libro.......che combinazione.

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  2. addio e grazie per tutto il pesce!
    ;)
    -ned

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  3. Purtroppo qui in Italia sembra introvabile. Tempo fa la Mondadori ha riunito tutti i libri in un solo volumone, ma nelle biblioteche di Bg non ce n'è nemmeno una copia. Ahi, brutta cosa non sapere l'inglese! Un abbraccio, Luca.

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  4. Non temere cuggi, il primo volume in italiano ce l'ho io! Te lo passo alla prima occasione.

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