Leggo questa notizia sul Corriere online, ne riporto qualche riga:
"Il Corano dà al musulmano il diritto di giudicare i cristiani e di ucciderli con la jihad (guerra santa). Ordina di imporre la religione con la forza, con la spada. Per questo i musulmani non riconoscono la libertà religiosa, nè (sic) per loro nè per gli altri. [...] Il Corano inculca al musulmano l'orgoglio di possedere la sola religione vera e completa. [...] Nel Corano poi non c'è uguaglianza tra uomo e donna".
E vorrei rispondere con questo, dalla serie The West Wing, episodio "The Midterms" (2x03):
Come si fa ad invitare al dialogo partendo da queste premesse?? Uno dei corsi che sto seguendo in università si chiama "Storia dell'Islam", basta solo aver seguito un paio d'ore per sapere che "jihad" non vuol dire guerra santa, che il Corano è stato scritto nel VII secolo e che quindi non è il caso di prenderlo alla lettera, che se proprio vogliamo farlo, allora dovremmo precisare che invita ad usare la spada contro gli idolatri ed i pagani, ma non contro ebrei, cristiani e zoorastriani, genti del Libro, a cui è richiesto di sottomettersi pagando una tassa (diverse popolazioni cristiane passate sotto il dominio islamico scoprirono di trovarsi meglio di prima, costava molto meno in tasse...) ed evitando il proselitismo, ma per il resto liberi di professare la loro religione nei loro luoghi di culto.
C'è bisogno che dica io che è l'interpretazione distorta e strumentale del Corano ad essere il vero problema? Ben venga il dialogo interreligioso, se però fatto con serietà. Il mondo arabo ha diversi problemi da affrontare ed è carente sotto diversi aspetti, primi fra tutti il rispetto dei diritti umani e delle donne. Se si vuole davvero fare qualcosa, sarebbe meglio non parlare a vanvera e gettare benzina sul fuoco.
Perché il Corriere non può fare un minimo di approfondimento, invece di riportare queste parole così, senza alcun commento? E' bastato a me aver fatto due lezioni di storia per poter dire due parole al riguardo! Vorrei che in Italia ci fosse un altro tipo di giornalismo.