Dopo questa fase introduttiva, il documentario lascia spazio all'azione, in un crescendo sempre più movimentato e cruento. Non voglio rivelare alcun dettaglio per chi di voi deve ancora vedere il film, sappiate che parecchie scene a me hanno fatto davvero effetto ed in genere non mi lascio impressionare facilmente. Ma se quest'azione colpisce durante la visione, le riflessioni del giorno dopo si concentrano soprattutto sui contenuti sociali della pellicola.
L'ambientazione sudafricana non lascia scampo, i riferimenti all'apartheid sono palesi, addirittura più di quanto pensassi, visto che per mia ignoranza non ho mai approfondito bene la storia degli scontri razziali in Sud Africa. Per esempio, il nome del distretto in cui sono rinchiusi gli alieni e la deportazione di questi fa riferimento al District Six, un'area residenziale all'interno di Cape Town da cui sono state forzatamente rimosse 60 mila persone di colore per trasformarla in un'area per soli bianchi.
Ma gli eventi e le situazioni che il film rappresenta da un punto di vista fantascientifico potrebbero benissimo essere applicate ad altre zone nel mondo in cui vi sia uno scontro razziale o religioso. Preoccupante e desolante sentire alcune persone ridacchiare durante la proiezione del film durante certe scene in cui gli alieni vengono maltrattati; gli australiani hanno poco da insegnare visto che con gli aborigeni hanno fatto ben peggio che gli umani in District 9. Peccato che ancora oggi ci sia chi considera la fantascienza solo un'evasione dalla realtà quotidiana.
Tornando a District 9, informandomi un po' su wikipedia ho scoperto che il regista (alla sua opera prima: complimenti!) ha adattato al grande schermo un corto da lui realizzato nel 2005, Alive in Joburg. Eccolo qui sotto, o se volete qui con sottotitoli in italiano.
Al di là della realizzazione ovviamente amatoriale (gli alieni sono anche fatti bene, ma le armature sembrano dei Gundam super-deformed!), anche qui i riferimenti agli scontri etnici sono più palesi di quanto sembri: per esempio, le interviste riportate in cui non si fa riferimento agli alieni sono prese da veri documentari in cui gli intervistati esprimevano la loro opinione sui rifugiati zimbabwiani.
Guardandolo ora dopo aver visto il lungometraggio, è bello notare come ci siano diversi elementi che sono stati ripresi e ampliati, inoltre l'attore al minuto 3:20 è il protagonista di District 9.
geniale campagna pubblicitaria per District 9
Certo il film di Blomkamp mette tante questioni scottanti sul tavolo senza proporre alcuna soluzione, inoltre lo sfondo sociale fa, appunto, solo da sfondo, il resto è azione. Si parla inoltre di sequel (che forse sarà un prequel), il che mi fa storcere il naso. In ogni caso District 9 rimane un gran film, decisamente consigliato.
Insomma, da qualsiasi parte ci si gira c'è sempre un buon motivo per vergognarsi di far parte del genre umano.................
RispondiEliminama soprattutto, il Nic mi ruba gli argomenti!! eh eh . Che robba..In effetti, ho visto un pezzo di questo film in aereo, e mi ero ripromesso di vederlo di nuovo. A Cape town cìè un museo District SIX molto interessante dicono. Ovviamente non ho ancora avuto modo di andarci..osti! Se sei bianco ti tirano le pietre, se sei nero ti tirano le pietre...qualsiasi cosa fai, ovunque te ne vai, le prietre in testa prenderai...
RispondiEliminaLo voglio vedè!
RispondiEliminag.
Leggo solo ora la tua recensione e devo dire che non potevi farne una più azzeccata! A me il film ha davvero scosso e commosso, soprattutto quando a metà del film ho capito che gli alieni erano solo una metafora... purtroppo il mondo è così davvero.
RispondiEliminaGrazie per il link del corto, terrò sicuramente d'occhio il regista!! (ma non era la moglie di Jackson?)