L'ultimo post dell'anno voglio dedicarlo all'oceano e al suo predatore più famoso, lo squalo. Notizie recenti hanno riportato l'attenzione sui suoi attacchi, in particolare un presunto attacco mortale avvenuto in Australia, vicino a Perth. Per essere precisi, la persona scomparsa stava compiendo immersioni al largo di Rockingham. Ho sentito la notizia ad un Tg nazionale, in un servizio piuttosto confuso che riportava dettagli di cui poi non ho trovato conferma (per esempio che la persona attaccata fosse praticamente a riva, a 6 metri per la precisione).
Ho cercato la notizia su qualche sito affidabile, per chi volesse approfondire la news: BBC e ABC. Ho parlato di un attacco "presunto" perché non ci sono testimoni dell'evento, ma sembra praticamente certo che la persona scomparsa sia stata attaccata da uno squalo. Se confermato, questo sarebbe il secondo attacco mortale in Australia per l'anno 2008, cosa rara visto che per esempio in tutto il 2007 non è morto nessuno e gli attacchi denunciati non hanno provocato danni o comunque non danni gravi.
A seguito di discussioni con amici (Cate, ci sei?) mi è venuta voglia di approfondire l'argomento. Nutro un profondo rispetto per la natura e uno dei motivi per cui l'Australia mi affascina così tanto è che lì sembra cento volte più presente e viva che da noi! A casa mia ormai mi emoziono se vedo un ramarro, nell'outback australiano invece è possibile incontrare una Monitor Lizard lunga quasi due metri! "Bigger, longer and uncaged" si potrebbe dire, storpiando il titolo di un mitico film. E in acqua, invece, oltre a simpatiche meduse mortali e molluschi assassini, ci sono gli squali a pattugliare la zona, pronti a nutrirsi di polpacci di innocenti bagnanti!
E' innegabile che gli attacchi avvengano e proprio al riguardo ho trovato un sito interessante, quello della sezione australiana dello Shark Research Institute. Quest'organizzazione si occupa di registrare e studiare ogni singolo attacco in tutto il mondo raccogliendo più informazioni possibile e mettendo il tutto a disposizione degli studiosi, da biologi comportamentali a chirurghi ortopedici. Sul sito australiano si può trovare la lista di tutti gli attacchi registrati avvenuti da quelle parti: sono 650, a partire dall'anno 1803, solo una parte dei quali ha portato alla morte del malcapitato (manca però quello di Rockingham, probabilmente ancora troppo recente). Inoltre c'è una pagina molto completa con le descrizioni delle diverse specie di squali, il loro comportamento e la loro potenziale pericolosità per l'uomo.
La parte secondo me più interessante del sito è quella dedicata alla prevenzione degli attacchi, un'elenco di suggerimenti da tener presente prima e durante la balneazione. I film (soprattutto Lo squalo di Spielberg) hanno creato nel nostro immaginario la figura dello squalo assassino che caccia l'uomo, idea affascinante, ma che non corrisponde alla realtà. Come ogni altro animale, lo squalo spesso attacca perché spaventato, perché vede invaso il suo territorio di caccia oppure per semplice errore (evitare quindi acque sporche che possono confondere ancora di più la vista degli squali) o infine per curiosità (come i bambini piccoli che mettono in bocca una cosa per sapere cos'è). A conferma di questo c'è il fatto che nella maggior parte dei casi l'attacco si risolve in un singolo morso, come una sorta d'avvertimento. Purtroppo questo può comunque portare alla morte per dissanguamento, se si ha la sfortuna di non essere soccorsi immediatamente. La maggior parte dei consigli quindi verte sul riconoscere i territori di caccia degli squali: per esempio fare attenzione alla presenza dei delfini che si nutrono di specie cacciate anche dagli squali, oppure a certi "pattern" di fuga dei pesci piccoli, che segnalano squali in zona.
E' giusto prendere tutte queste percauzioni, il pericolo c'è e gli attacchi lo confermano. Però è giusto anche ridimensionare il terrore che spesso si associa alla presenza di questi animali: ho molte più probabilità di morire in auto andando al lavoro o colpito da un fulmine! Infine, è giusto nutrire rispetto per questi animali e verso la natura in generale. Mi hanno molto colpito le parole del figlio della vittima di Rockingham:
"They're out there, this is their territory and they're going to do what they're going to do. But by no means, I don't want anybody to be scared of going into the water. This is a random, freak accident and it's very rare that it happens. We're all very experienced and very aware of what's out there, it's something that we enjoy and we know dad loved doing so one day I'll get back into doing it."
E infine, ci lamentiamo degli squali, ma dovremmo essere felici che il Megalodon si sia estinto!
Buon anno!
Non è soltanto la Monitor Lizard ad essere "Bigger, Longer and Uncaged".
RispondiEliminaMi ritrovo anch'io in questa descrizione, soprattutto sotto la doccia!
Bello il post sugli squali. Voglio un Megalodon per regalo il prossimo natale! Lo voglio lo voglio lo voglio!
RispondiEliminaUn Megalodon ripieno di maiale.