sabato 20 dicembre 2014

batterismi

Rileggendo l'ultimo post sui Qaanaaq ho notato come non sia stato chiaro in alcuni punti, che provo a riprendere qui. Suonare e ideare le parti di batteria insieme al mio gruppo è molto divertente, soprattutto grazie alla varietà della musica che mi viene proposta da chi compone, piena di spunti ritmici intriganti (per esempio, non vedo l'ora di sviluppare gli ultimi riff registrati, con dei tempi dispari che mi metteranno alla prova!). Come dicevo nell'altro post, non essendoci posti alcun limite nella band e non avendo nessuna speranza commerciale, la libertà è massima: l'unico metro di giudizio è il nostro gusto, quando qualcosa non ci piace ce lo diciamo e questo viene scartato.


il mio set, Mapex Horizon, piatti UFIP e doppio Iron Cobra

Se questo è comunque vero, non era mia intenzione però dire che il voler rimanere all'interno di un genere musicale oppure il voler ricercare un'immediatezza d'ascolto sia un qualcosa di negativo. Anzi, collaborando con Sergio ad un suo pezzo rock ho scoperto quanto sia difficile essere semplici, ma efficaci, sostenere la canzone senza essere invasivi e lavorare per il risultato d'insieme con coerenza. Sergio compone ottimi pezzi rock con un orientamento post-grunge (tra i primi Nickelback e i Foo Fighters giusto per dare una vaga idea), quindi canzoni molto diverse da quelle che suono coi Qaanaaq. Dopo averlo aiutato a trovare una linea di batteria essenziale, ma efficace come mi aveva richiesto per un suo pezzo, mi sono anche proposto di registrarla, avverando un sogno che avevo da tantissimo, quello di avere una collaborazione musicale con lui. Io e Sergio siamo cresciuti insieme, ma ci siamo sviluppati musicalmente in tempi e modi molto diversi, lui ben prima e con un grande studio alle spalle (che continua tutt'ora su vari strumenti) io invece in maniera molto più sporadica, scriteriata e in tempi relativamente recenti. Ma almeno su quella canzone siamo insieme! Beh, in realtà ci siamo arrivati in tempi recenti, visto che lui ha registrato tutto tranne la batteria in un momento, ed io sono arrivato mesi dopo, in studio da solo con lui dall'altra parte del globo! Ma tant'è, il risultato c'è e non vedo l'ora che la canzone sia ultimata per poterla fare ascoltare. Temo ci vorrà del tempo, in ogni caso il rough mix della registrazione è comunque un tesoro che custodirò gelosamente e che porterò sempre nel cuore!


in studio per registrare, tutti quei microfoni mettono pressione

In ogni caso, al di là dei modi e dei tempi, trovare il giusto mezzo tra l'essere incisivi e il non strafare, tra lo studiare un passaggio che dia energia e che sostenga, ma senza essere né scontato né eccessivo, il trovare una certa coerenza, con qualche idea che magari viene ripresa più volte durante il pezzo e che, probabilmente in maniera inconscia, venga recepito dando continuità, non è affatto facile! Devo dire che diverse idee per la canzone erano state sviluppate da un precedente batterista, altre erano state suggerite da Sergio e da mio fratello Mattia, bassista della precedente band di Sergio. Però mettere le mani su quanto c'era già, cercare di levigare, di trovare le connessioni e soprattutto i passaggi giusti, è stata una bellissima esperienza, con la ciliegina sulla torta data dalla soddisfazione di Sergio per il risultato.

In un certo senso, è più difficile doversi muovere tra dei paletti che comporre in piena libertà. E quella che suona come una canzone sostanzialmente semplice, non vuol dire che sia stata facile da comporre. Non credo che la difficoltà tecnica o l'ostinata varietà di un pezzo ne attesti proporzionalmente la qualità. Certo è bello esprimersi senza limiti e scoprire fin dove ci si può spingere suonando canzoni da dieci minuti con cambi di tempo, intermezzi jazzati e sfuriate di doppio pedale; è sperimentazione pura. Ma avendolo provato, trovo che possa dare soddisfazione anche il comporre e suonare in maniera più lineare, creando alla fine delle canzoni che possano rimanere in testa e che coinvolgano emotivamente grazie alla facilità con cui ci si può connettere, perché non cercano invece lo smarrimento e spiazzamento a cui certi pezzi composti dai miei fratelli possono portare.

Alla fine, tra l'altro, ascolto più gruppi di rock melodico e con una forma canzone classica che band sperimentali quanto quella in cui suono io. Anche le emozioni che si provano suonando questi diversi generi sono in parte differenti, perché con i Qaanaaq mi trovo più impegnato fisicamente (non che faccia sfoggio di chissà quale tecnica, perché quella proprio mi manca!) e devo prestare più attenzione vista la varietà dei pezzi, mentre nel brano inciso con Sergio mi godo di più la canzone, è più facile sentirsene parte e abbandonarsi alle emozioni (che tra l'altro aiutano a suonare con più convinzione e coinvolgimento). Non sono differenze nette, diciamo che in alcuni momenti queste sensazioni diverse si sovrappongono, perché anche in una canzone metal c'è abbandono alle emozioni (un passaggio veloce per esempio tende a farmi sfogare parecchio, pestando come se per la pelle del rullante non ci fosse un domani!), oppure un certo giro di una canzone rock può essere comunque impegnativo e richiedere attenzione nell'esecuzione.


tu-pa tu-pa tu-pa!

Quello che conta è che si stia suonando qualcosa che si reputa interessante, che trasmetta emozioni. A me piace il rock melodico, è forse il genere musicale che ascolto con più piacere, proprio mentre scrivo sto ascoltando i Foo Fighters, band che ultimamente mi ha molto coinvolto grazie all'uscita dell'ultimo disco, l'ottimo Sonic Highways (e dell'omonima, splendida mini serie). Mi piace dare sostegno ed energia con la batteria a canzoni che hanno una melodia, che io stesso posso seguire e sentire suonando. Allo stesso tempo, mi piace pestare sfogando le frustrazioni, mi piace suonare veloce (per le mie possibilità) e sinistro, sentendo il cantante che tuona un growl estremo, il basso che fa vibrare ogni cosa, la chitarra ribassata che gli fa concorrenza e la tastiera che sostiene il tutto con dei cori epici! Probabilmente a causa, o dovrei dire grazie, ai vari ascolti della mia infanzia, non credo che riuscirei a limitarmi ad un solo genere musicale. La musica fatta bene, fatta col cuore, è tutta meritevole. Scaturisce da emozioni diverse e procura emozioni diverse, sia ascoltandola che suonandola. La varietà arricchisce sempre, ascolti diversi aiutano ad ampliare gli orizzonti e a scoprire nuovi modi di esprimersi, così come suonare generi diversi migliora le capacità di espressione musicale e la tecnica. 

Ci tenevo a fare queste precisazioni perché nel post precedente mi sono concentrato troppo sui Qaanaaq e davo l'impressione di ritenere la varietà fine a se stessa come una condizione necessaria per la riuscita di una canzone, ma non è così.

Nessun commento:

Posta un commento