lunedì 9 giugno 2008

aussie movies #6: Rabbit-proof fence


Ed eccomi a parlare del film legato alla "Generazione rubata"; anzi, questo è proprio il titolo dato alla versione italiana della pellicola. Nella versione originale invece il nome scelto ha due significati. Innanzitutto la barriera anti-conigli è un lunghissimo steccato creato per fermare l'invasione dei simpatici animaletti introdotti in maniera poco lungimirante da Thomas Austin al tempo delle prime colonie inglesi. In realtà le barriere sono tre, qui trovate qualche dato e un grafico che mostra l'estensione. E questa è una citazione dell'illuminata mente al momento della liberazione dei primi coniglietti:

"The introduction of a few rabbits could do little harm and might provide a touch of home, in addition to a spot of hunting."

Inutile dire che dai 24 esemplari iniziali il numero è cresciuto esponenzialmente e in meno di 40 anni la loro diffusione copriva l'intero continente...

Comunque, questa lunghissima barriera (la prima costruita, che va da nord a sud nella parte occidentale dell'Australia) è stata usata da tre bambine aborigene per ritrovare la via di casa dopo essere fuggite dalla piccola colonia dove erano state portate forzatamente (leggete il post precedente per chiarimenti). E se la strada era chiara, la distanza non era affatto indifferente: hanno camminato per...beh, qui ho dati discordanti: diciamo tra i 1600 e più di 2000 km. In ogni caso una distanza non indifferente per tre bambine, a piedi, nell'Australia più desertica!


Ma la scelta del titolo fa sicuramente anche riferimento alla situazione delle popolazioni indigene, col termine inglese fence, barriera, che indica il loro essere prigionieri degli occupanti nella loro stessa terra. Anche qui il post precedente può chiarirvi le idee, ora non mi dilungherò troppo avendone già parlato.

Il film è un adattamento del libro Follow the rabbit-proof fence scritto dalla figlia di una di queste tre bambine, anche lei cresciuta nella stessa colonia da cui sua madre è riuscita a scappare. Anzi, è venuta a conoscenza dell'evasione solo anni dopo essere ritornata a casa e da li ha recuperato varie testimonianze fino a scrivere il libro. E' possibile che il film esalti il lato drammatico della situazione, esagerando le povere condizioni della missione e i trattamenti subiti dai bambini. O almeno questo ho letto in alcune critiche. C'è anche chi mette in discussione l'intera storia, ma altre fonti la confermerebbero...

Ma se più semplicemente si vuole analizzare il film, io trovo che sia ben fatto, con un ovviamente ottimo Kenneth Branagh nel ruolo di Neville "the Devil" (il Chief Protector of Aboriginies of Western Australia), l'onnipresente nativo australiano Dave Gulpilil (c'è in tutti i film australiani con aborigeni!) e le brave bimbe aborigene ovviamente per la prima volta in un film. Le ambientazioni sono splendide come in ogni film australiano, anche se qui ovviamente si prediligono le zone più isolate e desertiche.

Rabbit-proof fence ha anche vinto diversi premi non solo in Australia; ben venga quindi un film che non credo voglia nemmeno essere una descrizione storica precisa, ma che può risvegliare l'interesse sulla situazione dei nativi australiani.

Tornerò a parlare presto della barriera anti-conigli per un caso di omicidio molto particolare, avvenuto negli anni '30! Vi dico solo il nome, già suggestivo di suo: Murder on the Rabbit-proof fence : the strange case of Arthur Upfield and Snowy Rowles.

1 commento:

  1. Se gli australiani hanno dovuto costruire un recinto lungo 3000 km per via dei conigli, allora qual'e' lo scopo della grande muraglia cinese che è lunga il doppio ed è nettamente piu' alta?
    Non sarà mica una "DINOSAUR-proof-fence".

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